Zarate e Dias rischiano grosso: si attendono le decisioni del giudice sportivo

Non finiscono i guai in casa Lazio: un derby perso nonostante una buona gara, pochissimi schemi tattici di attacco, una forma fisica scadente, una personalità in campo latente, il sorpasso in classifica della Roma. Basterebbe questo a far preoccupare i tifosi biancocelesti, nonostante la squadra sia quarta in classifica, attendendo l’Inter. Ma la brutta sconfitta di ieri contro il Bologna avrà anche altri strascichi: Dias e Zarate rischiano seriamente di essere squalificati per più giornate, a seguito delle risse scoppiate in campo. Per il brasiliano, due scontri di gioco durissimi con Ramirez, che ha riportato una frattura allo zigomo, ed una forte contusione alla tibia. Nel secondo duro contrasto, già questo da solo da cartellino “arancione”, scoppia il parapiglia, con Gimenez, giocatore rossoblu che siedeva in panchina, che provoca il brasiliano, che di risposta gli rifila un manrovescio. Alla fine l’arbitro Rocchi espelle entrambi.

Ancora peggiore la situazione di Zarate: da qualche tempo mal sopportato dai compagni (eloquenti in campo i labiali di Ledesma e Brocchi), mal sopportato dal tecnico, che non gradisce gli atteggiamenti dell’argentino, ed anche il pubblico comincia a stufarsi del pessimo rendimento dell’attaccante. A fine gara, come d’altronde già vi abbiamo fatto vedere, succede di tutto: l’argentino provoca Rubin lanciandogli la palla sulla testa, esplode la rissa e, seppur involontariamente, Zarate colpisce nella concitazione del momento il guardalinee in piena faccia. Alla fine è Diakité che lo placca e lo trascina via.

Si attendono dunque le decisioni del giudice sportivo, che potrebbe dunque squalificare a lungo i due giocatori, più qualcun altro che ha reagito nella mischia. Ma come mai tanta acredine tra i 22 in campo? Qualche voce maligna riferisce che si tratti di scorie della passata stagione: Bologna-Lazio finì infatti 2-3 lo scorso campionato, con entrambe le squadre in lotta per non retrocedere, una partita nella quale in pareggio sembrava il risultato più scontato, inutile anche giocarlo come scommessa. C’è da pensar male? Francamente non ce la sentiamo di fare questo tipo di dietrologie.

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