Il calcio italiano sta vivendo uno dei periodi più difficili della sua storia. Le grandi società sono nettamente inferiori alle corrispettive estere; le medie società, le poche volte che centrano una qualificazione ad una competizione europea, si fanno eliminare in fretta e furia perchè non in grado di competere su più fronti; infine, le piccole, oltre a lottare per la salvezza, devono fare i salti mortali per non fallire.
Un altro grande problema riguarda quelle squadre medio-piccole che, raggiunta la salvezza a marzo (i famosi 40 punti), vanno in vacanza. È un fatto culturale tipicamente italiano, che difficilmente si vede all’estero, e che molto spesso falsa un campionato.
Premetto che la mia non vuole essere una critica alle società in questione, che cambiano di anno in anno, ma alla mentalità italiana.
Le due squadre che più di altre si sono fatte notare da questo punto di vista nell’attuale serie A sono Cagliari e Bologna. Entrambe hanno giocato benissimo per due terzi di campionato, vincendo spesso, bene e mettendo in difficoltà tantissime squadre, a parte qualche passaggio a vuoto fisiologico.
I felsinei sono stati straordinari, giocando con una situazione societaria alle spalle difficilissima, senza stipendi e senza un futuro certo; inoltre, sono anche stati penalizzati di tre punti in classifica. Purtroppo però, raggiunta quota 40 punti, hanno letteralmente smesso di giocare a pallone, con cinque sconfitte consecutive, interrotte dal pareggio contro il Parma. La reazione del pubblico è stata furibonda, una contestazione durissima contro una squadra che, con 41 punti attuali, non è ancora matematicamente salva.
Ora l’obiettivo è raggiungere la salvezza matematica contro la Fiorentina, e fare pace con i tifosi.
Molto simile la situazione del Cagliari, che già si era ripetuta la scorsa stagione, con il presidente Cellino che addirittura esonerò Allegri prima della conclusione del campionato. Il presidente dei rossoblù, al suo arrivo odierno in Lega, è stato durissimo:
“Il nostro finale di campionato è stato patetico”.
Si profila una mezza rivoluzione per gli isolani, che hanno dalla loro una salvezza matematica già raggiunta, ed un tecnico, Donadoni, che dopo essere stato osannato per la salvezza così anticipata, ora rischia il posto per non essere stato in grado di motivare a sufficienza i giocatori.
Al netto delle penalizzazioni, 44 punti per entrambe, ed entrambe in vacanza… a marzo. Giocare con le infradito non deve essere comodo.
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