Ormai ai nastri di partenza la Magners League, il campionato che vedrà contrapporsi le migliori squadre di rugby di Scozia, Galles, Irlanda e, a partire da quest’anno, Italia. Un’occasione fortemente voluta dal movimento italiano e gestita, fino all’ultimo momento, con incertezza. Ora però è finito il tempo delle parole: ora si scende in campo, sperando che il salto fatto non sia troppo azzardato. Due le squadre italiane a disputare il terzo campionato europeo per valori tecnici, economici e per pubblico: gli Aironi, franchigia lombardo-emiliana imperniata sul vecchio Viadana, e il Benetton Treviso che nello scorso decennio ha praticamente monopolizzato il campionato italiano.
Gli Aironi ripartono dal blocco Viadana, Del Fava, Geldenhuys, Birchall, Erasmus, Sole, Canavosio, Pratichetti e Robertson, per costruire una squadra dalla discreta competitività. In prima linea sono quattro i rientri di azzurri o ex-azzurri dall’estero: Aguero e Ongaro dai Saracens, Staibano dal Castres e, soprattutto, Salvatore Perugini dal Bayonne. In seconda linea a fianco a Del Fava e Geldenhuys ci sarà l’ex capitano azzurro Bortolami, l’anno scorso in Inghilterra a Gloucester, mentre in terza linea arrivano Simone Favaro da Parma e Nick Williams dal Munster. La scelta di mediani di mischia è praticamente la stessa della nazionale (eccettuato Picone): Canavosio, Tebaldi, Toniolatti e il giovane italo-inglese Michael Wilson. Tra i giovani da svezzare l’abruzzese Venditti, il frascatano Rubini e il viterbese Bocchino, mentre gli acquisti spettacolari sono quattro: i sudafricani Demas e des Fountain (ala e centro) e i francesi Mercier (apertura) e Laharrague (estremo), quest’ultimo a far da chioccia a Rubini e Buso).
Treviso, non partendo da zero, conferma in blocco: in prima linea Cittadini, Costanzo, Rouyet, Sbaraglini e Ghiraldini, in seconda i due Pavanello e van Zyl, con l’aggiunta di Bernabò dalla Roma, in terza linea Barbieri e Zanni, mentre da Padova arrivano Padrò e la promessa Derbyshire e da Parma l’italo-fijiano Manoa Vosawai. Picone-Marcato dovrebbe essere la mediana, ma non si esclude che possano avere l’occasione di farsi vedere anche Semenzato, Gori e Burton. Ai centri confermati Garcia e Sgarbi, con l’aggiunta di Andrea Pratichetti dal Rovigo, ai centri resta l’ex capitano de Jager, affiancato dai romani Nitoglia (L’Aquila) e Sepe (Viadana). Trio di conferme per la maglia numero 15, con gli azzurri Galon e McLean e con la colonna storica Brendan Williams.
E le altre? Quali sono i punti di forza delle avversarie di Treviso e Aironi? Partiamo dalle irlandesi: Leinster può allestire una bella seconda linea con Leo Cullen e lo scozzese Nathan Hines, e può contare su un pilone sudafricano, Heinke van der Merwe, e su uno dei migliori numeri otto europei, Jamie Heaslip. Le vere bocche da fuoco però sono tra i trequarti: un’occhiata alla mediana già basta per lucidarsi gli occhi, con il neo arrivato mediano nordirlandese Isaac Boss e con quel Jonathan Sexton già considerato da molti l’erede di O’Gara. Se poi aggiungiamo che ai centri abbiamo la coppia che ha reso grande l’Irlanda, con Gordon D’Arcy e Brian O’Driscoll, e facciamo i nomi di Rob Kearney, Luke Fitzgerald e Shane Horgan, possiamo star sicuri che Leinster, nonostante tanti abbandoni, abbia ancora una squadra più che competitiva. Non delude nemmeno la rosa del Munster, nonostante la partenza di Jean de Villiers. In prima linea si contano già Peter Borlase, Wian du Preez, Marcus Horan, Tony Buckley e Jerry Flannery, in seconda linea O’Connell, O’Callaghan e Mick O’Driscoll, in terza David Wallace, Denis Leamy e Alan Quinlan. La mediana è una delle più rodate al mondo, con Stringer e O’Gara (ma anche O’Leary e Warwick), mentre tra i trequarti basta fare i nomi di due ex All Blacks: Doug Howlett e Sam Tuitupou.
Interessante anche l’Ulster, protagonista di una campagna acquisti spettacolare. Tre arrivi dal Sudafrica, tutti nel giro della nazionale: il seconda linea Johann Muller, il flanker Pedrie Wannenburg e il mediano Ruan Pienaar (che sostituisce Boss), mentre val la pena citare l’apertura/estremo Paddy Wallace, il centro Andrew Trimble e l’ala scozzese Simon Danielli. Non spaventa invece Connacht, da sempre una delle squadre della bassa classifica di Celtic League: l’unico nome degno di nota è quello del flanker Jonny O’Connor.
Passando al Galles, la prima squadra da tener d’occhio sono i Neath-Swansea Ospreys, campioni uscenti. Hanno riportato a casa il tallonatore Mefin Davies, possono contare sul seconda linea Ian Gough e sull’ex All Black Marty Holah e hanno quattro Jones da nazionale in mischia: i “gemelli” (ma non fratelli) di prima linea Adam e Duncan, il seconda Alun-Wyn e il terza linea e capitano Ryan. La mediana Phillips-Biggar non è affatto male, e promette scintille il triangolo arretrato, con Lee Byrne estremo e alle ali il nordirlandese Tommy Bowe e il folletto Shane Williams. Gli eredi di Shane stanno a Cardiff: i Blues schiereranno all’ala Michael Czekaj e Leigh Halfpenny. La vera forza sta nei centri, passato e futuro della nazionale gallese, Tom Shanklin e Jamie Roberts. A coordinare il tutto Ceri Sweeney e il calcio tattico dello scozzese Dan Parks, mentre davanti val la pena nominare il pilone John Yapp e le terze linee Xavier Rush (ex All Black) e Martyn Williams. I Newport-Gwent Dragons si presentano all’appuntamento più solidi degli scorsi anni, con una seconda linea formata da Charteris e Sidoli e soprattutto con la promessa della terza linea gallese Dan Lydiate. Obbiettivo: sgambettare il Llanelli di Stephen Jones e Sean Lamont e diventare la terza squadra gallese.
Le scozzesi non sembrano in grado di impensierire le grandi del campionato. Edinburgo ha i soliti nomi a tenere alto il proprio nome: Mike Blair, Simon Webster, Craig Hamilton, Phil Godman, il giovane Nick De Luca e soprattutto il cecchino da piazzola Chris Paterson. Glasgow deve rinunciare a Parks: Alistair Kellock e Johnnie Beattie sono due sicurezze per la mischia, come anche il mediano Cusiter. Dietro ci si dovrà affidare a due argentini: il neo arrivato Aramburu e l’estremo Stortoni.
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