Di passaggio a Milano, per la prima volta da ex-calciatore, il giocatore di Inter e Milan Ronaldo ha parlato del suo passato con le milanesi, e del suo più bel ricordo: il famoso 3-0 con pallonetto al Milan in un derby.
Ronaldo perché sei venuto a Milano?
Sono venuto per vedere gli amici, un po’ di lavoro anche, però soprattutto per vedere i miei amici.
Il lavoro qual è? Che cosa farai da grande?
Adesso sto lavorando parecchio per la mia agenzia in Brasile, faremo marketing sportivo, gestione dell’immagine dei giocatori e delle aziende, insomma un lavoro che sto imparando e che mi piace.
Parliamo degli amici: Moratti, Galliani… poi chi hai visto?
Ho visto i miei amici, ho visto Tronchetti Provera, Galliani.
Cosa ti hanno detto?
Erano tutti contenti di rivedermi e anche io lo sono.
Moratti ti ha perdonato per essere andato al Milan?
Non abbiamo parlato di quello, ci facciamo sempre qualche battuta, però non c’è stato rancore.
E Galliani cosa ti ha detto di Leonardo che è andato all’Inter?
Ieri scherzavamo su questo, però sappiamo che il calcio ci fa delle sorprese.
Tu sei come Ibrahimovic o come Leonardo? È più difficile per un giocatore o per un allenatore?
Cambiare squadre così con grande rivalità è sempre una scelta difficile, la persona deve avere anche il coraggio di accettare questa sfida. Le scelte vengono valutate dopo, alla fine.
Quando vai in giro per Milano ti vogliono tutti bene?
Sì, la gente a Milano, in generale in Italia, mi vuole molto bene, ho sentito un affetto e un rispetto molto grande.
Hai detto che in Italia, a Milano, senti più affetto che in qualsiasi altra parte: perché?
Direi che gli italiani mi hanno visto crescere, ho passato quasi sette anni della mia vita in Italia, imparando come giocatore, come uomo, come tutto, perciò credo si identifichino con me.
In Italia hanno fatto molta commozione le tue lacrime all’addio al calcio. Le hai asciugate? Come stai adesso?
Sto bene, sono rilassato. Ho passato 18-19 anni a giocare a pallone, una vita di vittorie, di sconfitte, di lacrime, di infortuni, un po’ di tutto. È arrivata la fine, adesso inizio un altro progetto. Credo che rimarrò nei ricordi.
Qual è il tuo ricordo più bello di Milano? Quale derby?
Ci sono tanti ricordi. Con l’Inter sicuramente quel 3-0 con il pallonetto; con il Milan è rimasta la sconfitta, ma ho fatto gol.
È l’unica volta che hai esultato con le mani alle orecchie: perché?
Non lo so nemmeno io, non ho capito, non mi ricordo.
Hai conosciuto Mourinho quando era il traduttore di Robson al Barcellona: era già così carismatico, così leader? Si intuiva che sarebbe diventato un grande allenatore così?
Noi parlavamo parecchio, nel ’96, stiamo parlando di tanti anni fa. Mi sono sorpreso quando l’ho visto allenare così bene, con grandi risultati, grandi titoli, sicuramente si è stra-meritato tutte le sue vittorie.
Tra i giovani, chi è il più forte talento sudamericano per l’Italia? Ganso, Neymar o Lucas?
Sono tre grandi giocatori, sono il futuro della Nazionale brasiliana. Io punterei su questi tre.
Uno più degli altri?
Se devo puntare su uno, prenderei Neymar: fa tanti gol, segna parecchio, è uno molto disponibile, è giovane, ha 18 anni. Però anche gli altri due: Lucas è uno che gioca più esterno, è velocissimo, molto tecnico; Ganso fa il trequartista, è un talento unico.
Secondo te, oltre alla diplomazia, cos’ha Leonardo come allenatore?
Sicuramente conosce il calcio con la visione dei giocatori, perché ha giocato tanti anni, è stato molto bravo, ha guadagnato tutto con il calcio. Leo è un amico, la sua comunicazione è facile e buona con i giocatori.
Nel derby ci saranno Eto’o con la maglia numero 9 dell’Inter e Cassano con il numero 99 del Milan: quale maglia vorresti indossare, come in un sogno, per questo derby?
Le ho indossate tutte e due in diversi momenti, adesso sarò un tifoso di tutte e due le squadre, non obbligatoriamente devo prenderne una. Ormai, sono un ex calciatore e sto fuori dal protagonismo.
Nesta e Totti, che sono del ’76 continuano a giocare, tu pensi mai che con qualche infortunio in meno e un po’ più di fortuna potevi continuare a giocare, oppure hai voltato pagina e sei sereno come sembra?
Se avessi avuto meno infortuni nella mia carriera, avrei potuto giocare ancora un po’ di più, però è andata così. Sono molto orgoglioso della mia carriera e di tutto quello che ho fatto. E’ arrivato il momento di fermarsi e guardare al futuro.
Balotelli ha detto “fatemi conoscere Ronaldo e diventerò un bravo ragazzo”: forse non ha scelto la persona giusta.
Se è così facile, lo possiamo aiutare, andiamo ad incontrarlo.
Sanchez dell’Udinese.
Vedo che la mia generazione sta crescendo ancora ed è la generazione che mi ha visto giocare. Sicuramente, verranno tanti grandi campioni.
Che consiglio puoi dare a Ibrahimovic?
Anche io sono stato parecchio tempo senza fare gol. Nell’anno in cui ho giocato con il Barcellona, quando ho fatto 40 o 50 gol in una stagione, sono rimasto senza fare gol per sei o sette partite. Alla fine, sono entrato nella storia come il secondo goleador, come quello che ha fatto più gol in una stagione. Non ci sono consigli, bisogna avere pazienza, allenarsi, essere sereni.
Un consiglio anche a Pato, sulla carriera e sulla vita privata, visto che si è fidanzato con la figlia di Berlusconi.
Sulla carriera, ormai è un ragazzo già consolidato, cha ha già un suo ruolo nel calcio mondiale. Sulla vita privata, meno si vede, meglio è.
Perché?
La vita privata è privata. Non ci sono motivi per cui nascondersi, però gestirla in modo che non si veda tanto, è il miglior consiglio.
Quando tornerai a Milano?
Presto, adesso sono un ex calciatore, perciò ho più tempo e verrò più spesso.
Non hai impegni, non hai allenamenti.
No, per fortuna. Gli allenamenti mi hanno massacrato per tutta la vita. Adesso, farò qualcosa di sport solo per la salute.
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