Vittoria all’ultimo respiro per la squadra di Delneri, contro una Lazio forse troppo rinunciataria dopo il pareggio firmato da Mauro Zarate. L’undici di Reja ha dato l’impressione sin da subito di puntare a strappare dall’Olimpico di Torino il punticino utile per mantenere i bianconeri a distanza e per proseguire nella propria corsa sinora ricca di grandi soddisfazioni.
E contro la squadra dal miglior attacco del campionato ma con una difesa che a tratti ha dato segni di indecisioni e svagatezze, forse chiudersi in difesa non è stata proprio una splendida idea..
La Juve ha tenuto costantemente il pallino del gioco, pur non mettendo in mostra niente di particolare: soprattutto nel primo tempo la manovra è stata piuttosto lenta e prevedibile, con la solita ricerca della fascia destra per affidare a Krasic il compito di creare superiorità numerica e presupposti di pericolosità. Il serbo ha fatto venire i capelli bianchi al malcapitato Cavanda, ottimo in fase di corsa e sul lato fisico, ampiamente rivedibile nella marcatura e nella ricerca dell’anticipo. L’equilibrio creato da un primo tempo piuttosto monotono è stato rotto dai cambi di Delneri, con Pepe e Del Piero a dare corsa, vivacità e qualche pizzico di inventiva in più. Con un raccordo più solido tra centrocampo e attacco, la squadra ha girato a ritmi più alti, ha costretto Muslera a sporcarsi più volte i guanti e soprattutto ha saputo creare occasioni da gol senza contare solamente sulla spinta di Krasic.
Detto di attacco e centrocampo, rimane la difesa e l’ironica constatazione che almeno in ogni partita una delle due fasce non va: sistemata la destra con Motta comodamente seduto in panchina e Sorensen baluardo sicuro nel disinnescare le folate inconcludenti di Zarate, è rimasta la sinistra, con Grosso costantemente in difficoltà sia dal punto di vista della posizione, sia dal punto di vista fisico. Le poche avanzate del terzino campione del mondo, infatti, lasciavano un buco enorme in fase arretrata, con Felipe Melo costretto ad un superlavoro poco valorizzato dalla prestazione pallida di un Marchisio sottotono e uscito per infortunio. Bene, ma non benissimo il duo Chiellini-Bonucci, con qualche problema di linea a macchiare una prestazione tutto sommato positiva per l’intero reparto, visto l’esiguo numero di occasioni concesse a Floccari e compagni.
Passando ai singoli, ecco le pagelle di Juventus-Lazio 2-1:
Storari 5.5: Forse il primo vero errore nella sua carriera bianconera. Paga con il gol un’uscita senza ragione di esistere e per lui si aprirà una settimana all’insegna del “sta risentendo del ritorno di Buffon?”.
Sorensen 7: Finalmente padrone della fascia destra della difesa, si trova di fronte il più pericoloso degli avversari, ma reagisce con personalità e tempismo, limitando al minimo le incursioni pericolose di Zarate e non sbagliando mai la posizione da tenere in campo. Rivedibile nelle (poche) avanzate, ma dopo mesi di Motta va benissimo così.
Bonucci 6: Non impeccabile nei raddoppi, qualche errore di posizione e qualche incertezza di troppo in fase di impostazione. I lanci lunghi nella terra di nessuno sono dolce prelibatezza per i giocatori laziali, abili a ripartire velocemente servendo subito i propri avanti.
Chiellini 6.5: Il gol nobilita solo parzialmente una partita in cui il fuorigioco proprio non gli è riuscito bene. I movimenti di Floccari a svariare su tutto il centro destra e l’assenza ingiustificata di Grosso l’hanno costretto ad un lavoro supplementare, svolto in maniera adeguata e puntuale.
Grosso 5: Impalpabile in entrambe le fasi, in difficoltà sulla corsa contro Lichtsteiner, abile a raddoppiare le avanzate di Mauri e gli spostamenti di Floccari. Un giocatore su cui non si può fare alcun affidamento. Fortunatamente De Ceglie è ormai prossimo al rientro… De Ceglie…
Krasic 7.5: Le sue avanzate devastano letteralmente la difesa laziale. Nè Cavanda nè i raddoppi di Dias riescono a fermare la furia serba, il cui gol fortunoso nelle fasi finali di gara è semplice corollario di una prestazione completa, condita anche da qualche ottimo ritorno in fase difensiva. Quando è in giornata c’è poco da fare, nell’uno contro uno e a volte addirittura nel due contro uno Krasic esce sempre vincitore e con lui anche l’intera squadra bianconera.
Aquilani 6.5: In ripresa dopo le ultime prestazioni deludenti. Dirige l’orchestra in tono minore nel primo tempo, cresce sia di personalità che di iniziative nella ripresa, quando fa tremare le mani di Muslera con un gran tiro dai 20 metri e quando mette in mezzo palloni mal sfruttati dall’imprecisione nei movimenti di Iaquinta e Quagliarella.
Felipe Melo 6.5: Anche lui lontano dallo splendore di inizio stagione, ma pur sempre prezioso e decisivo nel fare da schermo alla zona centrale bianconera. La Lazio sapientemente gira al largo dal brasiliano, disciplinato tatticamente, mai fuori posizione e sempre in grado di fare da ponte tra la difesa e la regia: la complementarità con Aquilani è forse la vera forza di questa Juve.
Marchisio 5.5: Sarà l’infortunio, sarà il ruolo già di per sè defilato, sarà una fase di campionato di leggero appannamento. Torna per una sera ad essere oggetto misterioso, la cui presenza aleggia senza infamia nè lode, senza luci nè ombre, senza farsi notare se non al momento dell’uscita dal campo.
Quagliarella 5: Gol, cara medicina sui voti in pagella e sui giudizi delle prestazioni in campo. Purtroppo, come diciamo da inizio stagione, se segna è sufficiente, se sbaglia è pesantemente negativo. Sbaglia tutto a livello di movimenti in tandem con Iaquinta, non è mai presente sul secondo palo nei cross lunghi di Krasic e Aquilani, non riesce a tenere palla per far salire la squadra e pur cercando qualche giocata (forse di troppo) importante, non riesce mai a rendersi nemmeno lontanamente pericoloso.
Iaquinta 6: Poco meglio del compagno di reparto. Ha il merito di sbattersi e di cercare sempre di metterci del suo per aiutare la fase offensiva della squadra: si propone con costanza, seppur in maniera confusa, e nel finale viene premiato da Delneri con il cambio di sostituzione. Pare ancora fuori condizione, non è il giocatore ideale per interpretare il ruolo di prima punta negli schemi di Delneri.
Pepe 6.5: Il suo ingresso cambia volto alla partita. A guardarla con attenzione, sono veramente poche le giocate efficaci dell’esterno bianconero, galvanizzato dalle recenti prestazioni con gol, ma basta la sua corsa e la sua tenacia nel cercare di dare vivacità alla manovra a mandare in difficoltà la Lazio. Lichtsteiner, dopo un ottimo primo tempo, è costretto alla fase difensiva, facendo mancare il proprio apporto agli avanti: con una battuta “entra e dà Pepe alla Juve”.
Del Piero 6.5: Come il compagno. Palle perse, dribbling mancati, ma grande iniziativa, grande voglia, grande impatto emotivo e anche grande pericolosità al tiro: una carica supplementare alle batterie già molto vive della Juve nel secondo tempo. Impegna Muslera con una gran punizione, ma l’argentino risponde da campione, proprio poco prima di capitolare sul tiro sbilenco di Krasic.
Sissoko 6.5: Pochi minuti conditi da un recupero splendido in fase difensiva e dall’assist-gol per Krasic.
Delneri 7: Azzecca i cambi, azzecca Sorensen, azzecca il non-Motta. Fa tutto ciò che deve fare un allenatore, gestire con esperienza e lucidità le diverse fasi della gara.
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