Dal nostro corrispondente dal pianeta Milan Enrico Fraviga
La coppa dell’amicizia
Verrebbe da pensare che c’è davvero poco da dire. Mister Allegri sembra aver trovato la formula magica e il Milan di questi tempi non sembra avere avversari, almeno in patria.
Risolto bruscamente l’equivoco Dinho il tecnico livornese ha messo anche mano all’altro “problemino” che la squadra si portava dietro da anni: la convivenza fra Pirlo e Seedorf, due grandissimi campioni che giocano in ruoli diversi e che probabilmente potrebbero coesistere solo a condizione di avere buona gamba, cosa che oggi vale sicuramente più per Pirlo che per l’olandese.
Abate… altro equivoco risolto a danno di Antonini; le fasce sono di pertinenza sua e di Zambrotta. Certo Bale e Cissokho potrebbero essere meglio, ma vale la pena accontentarsi.
La formula è quella dei tre mediani e la partita casalinga con l’Ajax sembra essere stata, pur nell’inutilità dell’evento, la prova del nove per Allegri. Non credo sia un caso se ieri il primo cambio è stato quello di Strasser causa infortunio di Gattuso, come dire… preferisco un ragazzino e chiunque altro mi costringa a cambiare modulo. Ben venga.
La nuova posizione di Ambro davanti alla difesa accorcia la squadra e ci permette il raddoppio sul pressing sistematico assicurando un filtro poderoso cui, in tutta onestà, non eravamo abituati; inoltre Pirlo è finalmente libero di cercarsi il suo spazio in campo dove non è sottoposto al solito trattamento asfissiante da parte del centrocampo avversario; l’assist di ieri per Ibra non è un caso, anzi, potrebbe essere una bella costante.
Intendiamoci, la squadra è migliorabile e molto, a parte i due di fascia di cui si è detto sarebbe importante un cambio per Ibra. E, paradosso dei paradossi, non sarà facile collocare Pato all’interno di questo meccanismo quasi perfetto. Oggi direi che subentrerebbe al posto di Robinho, ma non mi stupirei se Allegri ci sorprendesse ancora una volta rimodellando la squadra per far posto ad un trio d’attacco con Robinho Ibra e Pato, a patto ovviamente che l’atteggiamento di tutti sia di grande sacrificio. Oggi vediamo Ibra spostarsi di continuo, decentrarsi a destra e a sinistra (vedi assist per il Boa); Robinho rientrare ben oltre la linea mediana; i centrocampisti che si inseriscono con convinzione. Con Pato qualcosa cambierà. Sta ad Allegri far si che cambi in meglio.
Giunti a dicembre 2010 possiamo toglierci dalle scarpe un altro sassolino. L’Inter è inspiegabilmente partita per Abu Dhabi (dico inspiegabilmente perché non pensavo avessero voglia di affrontare una trasferta del genere per la Coppa dell’Amicizia) fra la grancassa mediatica guidata dalla Gazzetta dello Sport che pompa l’evento come l’appuntamento più importante della stagione. Ci sta per carità… ma chi ha la memoria di ferro e si è portato i sassolini nelle scarpe ricorderà il dileggio e l’ironia che ci accompagnarono nel 2007 alla conquista appunto della Coppa dell’Amicizia: squadre sconosciute trovate nelle patatine, un trofeo che vale solo per la pubblicità ma non conta più nulla… assurdo puntare una stagione sulla “coppa giapponese”… e via così. Bene bene, togliamoci i sassolini, rimettiamo le scarpe e continuiamo a correre. Auguri ai cugini.
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