Che per i Raptors l’estate 2010 non sarebbe stata facile era cosa nota già da tempo. Ma che la partenza di Chris Bosh alla Free Agency fosse foriera di una rivoluzione integrale sia a livello di Roster che di sistema di gioco era, da fonti americane e non, considerata un’eventualità improbabile. I rinnovi pluri-milionari a Calderon e Turkoglu sembravano aver imprigionato il cap per Colangelo e soci, che invece dopo una sola stagione riescono nell’impresa di liberarsi dei vari intoppi contrattuali, ottenendone in cambio un pacchetto di buoni giocatori.
Ecco le operazioni dei Raptors nell’ultimo periodo:
– Il draft ha portato Ed Davis, buon lungo sceso più in basso del dovuto forse anche per l’infortunio che ne ha condizionato l’ultimo anno, e Alabi ottenuto dai Mavericks
– Rinnovo contrattuale per Amir Johnson
– Offerta a Linas Kleiza
– Cessione di Turkoglu ai Suns per Leandro Barbosa (G)
– Ultima in ordine di tempo, la partenza di Josè Calderon e Reggie Evans destinazione Bobcats in cambio di Tyson Chandler, Boris Diaw con una trade exception in ballo per Charlotte
Ora, premettendo che manca ancora l’ufficialità, Toronto ha svuotato il payroll, liberandosi dei 44 milioni in 4 anni da destinare a Turkoglu e dei quasi 30 in 3 anni per Calderon, rimanendo con i soli Amir Johnson e Bargnani con un contratto a lunga scadenza, oltre a DeRozan e Davis (con il rispettivo contratto da rookie) e con Alabi in attesa di firma.
Jarrett Jack sarà promosso a playmaker titolare dopo la positiva stagione appena conclusa, Bargnani dovrà necessariamente essere la stella e il cardine dell’attacco di una squadra buona ma senza un vero leader realizzativo: il gioco cambierà totalmente di impostazione. Dal lento gioco a metà campo con isolamenti per Chris Bosh si passerà ad un gioco più rapido, con Barbosa e Jack a spingere il contropiede, DeRozan a finalizzare maggiormente il proprio atletismo e un Bargnani più libero di spaziare sul perimetro con un centro rimbalzista come Chandler pronto a compensarne le carenze interne. La partenza di Calderon inoltre potrebbe rimettere in gioco il nostro Marco Belinelli, nella veste di playmaker di riserva, ruolo tuttora scoperto a meno che non si voglia considerare credibile l’opzione Marcus Banks.
Con queste mosse, Colangelo ha compiuto un vero e proprio miracolo salariale, ridando fiato ad un payroll che rantolava aiuto a fronte di un rendimento deludente proprio dei giocatori da cui ci si aspettava qualcosa in più. Rimane comunque netto il divario dalle squadre che domineranno la Eastern: per Toronto si può pensare a una lotta ottavo posto con le varie Milwaukee, Charlotte, Indiana, Detroit e Phila.
Supponendo che arrivi la firma di Kleiza, il quintetto (con rispettive riserve) del confermato coach Jay Triano potrebbe essere il seguente:
PM: Jack – Belinelli/Banks
G: Barbosa – Weems/Belinelli
AP: DeRozan – Kleiza/Diaw
AG: Bargnani – Diaw/Johnson
C: Chandler – Johnson/Davis/Alabi
Diaw e Kleiza toglieranno minuti a DeRozan, il quale potrebbe continuare a partire in quintetto in virtù del costume americano secondo il quale una volta scelto il quintetto non si cambia praticamente mai, mentre Johnson e i rookie si spartiranno i minutaggi lasciati liberi dai turni di riposo di Tyson Chandler, per altro injury-prone, quindi sempre a rischio, mentre nel settore guardie ci si attende un’ulteriore e positiva conferma di Sonny Weems, con Belinelli e Banks a contendersi il posto in cabina di regia.
Chiaro ed evidente come a questa squadra non basti Chandler a livello di gioco sotto canestro: manca un giocatore carismatico e di personalità che trascini i compagni, un leader cui dare la palla in post e che tenga occupata l’area per lasciare spazio agli esterni. Chandler è sempre stato molto limitato dal punto di vista offensivo e pur con le dovute dichiarazioni di intenti di coach Larry Brown, l’ultimo anno a Charlotte non ha migliorato di una virgola il suo repertorio.
Inoltre, Calderon era una risorsa affidabile al tiro dalla lunga distanza, pur non avendo un impatto realizzativo significativo: rimane aperta quindi la lacuna nel settore esterni, manca cioè un realizzatore costante ed affidabile a ridosso dei 20 punti a partita ed in grado di attaccare sia in contropiede ma anche e soprattutto a difesa schierata in maniera funzionale agli schemi proposti da coach Triano.
Uno alla Ray Allen per intenderci.
Schemi per altro tutti ancora da inventare, visto quanto la presenza di Bosh condizionasse l’intero attacco dei canadesi: si spera che ora Bargnani abbia il ruolo centrale nell’evolversi dell’attacco dei Raptors, portando a compimento quel processo di maturazione che lo ha visto migliorare molto in ogni settore offensivo del campo e cercare anche di essere più leader e uomo simbolo nei momenti decisivi.
Tutti pronti dunque a tifare per Il Mago, finalmente spostato AG come nei suoi più intimi desideri e da cui ora ci si attende il definitivo salto di qualità, che lo porti a status di superstar ad ogni livello e che magari lo proietti anche in dimensione all star game.
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