NBA, Los Angeles Lakers: non c’è due senza tre

Ecco il punto settimanale del nostro Valerio Vecchio sui Los Angeles Lakers.

Buona lettura.

Lakers vs Houston    112-110  W 26/10/10

Lakers @ Phoenix     114-106  W 29/10/10

Lakers vs Warriors    107-83    W 31/10/10

Martedi si è aperta finalmente una nuova stagione del campionato più bello ed emozionante del mondo. Si è aperto con l’usuale rito della consegna degli anelli, la cerimonia che ormai da 2 stagioni vede coinvolti i nostri Los Angeles Lakers. La voce di David Stern risuona per prima nell’arena con le congratulazioni di rito, passando la parola poi alla presentazione di tutto lo staff tecnico arrivando poi ai giocatori. Phil Jackson apre la presentazione dei giocatori e via di scorrendo si arriva fino a Kobe che conclude acclamando la persona più importante nella storia della franchigia, Jerry Buss.

Dopo questa commuovente cerimonia si è giocata la prima partita stagionale contro i Rockets, dove non possiamo andare ad analizzare particolari tecnicismi perchè come hanno detto giocatori e coach è stata una partita molto strana.

«E’ stata una partita strana», ha detto coach Jackson. «Sicuramente la cerimonia di consegna dell’anello ha condizionato il nostro approccio alla gara. Nel primo tempo non trovavamo il ritmo, abbiamo preso tanti tiri ma pochi buoni tiri».

Artest in primis aveva la testa altrove, il più emozionato durante la cerimonia lo è stato anche in campo per quasi tutta la durata della partita; tanti tiri sconnessi, triple prese senza ritmo e palle giocate al limite della decenza hanno portato i Lakers ad affrontare uno svantaggio di 15 punti poco prima della fine del 2/4. Grazie alla voglia di vincere e all’affiatamento siamo riusciti ad arrivare al sorpasso e all’allungo riaprendo totalmente una partita che sembrava finita. Emblematico è il fatto che il tiro della vittoria, se cosi possiamo definirlo, a 18 secondi dalla fine è stato preso da Blake e non da Bryant; questo ci fa capire quanta fiducia si sia creata in questo gruppo e quali siano le capacità di questo giocatore se il Mamba è disposto a cedere un tiro che di solito è lui a prendere. Alla fine è stata una vittoria meritata, che ha visto come protagonisti un po’ tutti tra titolari e panchina. Proprio l’affiatamento del gruppo ha fatto la differenza alla fine.

Tre giorni di pausa e venerdì siamo tornati in campo, in Arizona, con i Phoenix Suns; si ripresenta la sfida che nella finale di conference ha incollato migliaia di tifosi ai teleschermi per l’intensità con cui è stata giocata.. Si capisce da subito che non sarà cosi anche questa volta. Lakers dominano tutta la partita, non esagerando ma non dando neanche mai la speranza ai Suns di poter portare a casa il risultato. Odom e Gasol semplicemente devastanti, banchettano sui rimasugli dei lunghi dei Suns e fanno veleggiare L.A verso la seconda vittoria. Vittoria che permette a coach Phil Jackson di conquistare la vittoria numero 1.100 in carriera su 1.560, il più rapido di sempre a raggiungere questa cifra vincente. Kobe a fine partita dirà “Non riesco a immaginare un altro allenatore che abbia ottenuto risultati simili in nessuno sport, a parte forse coach John Wooden”.


Dopo l’escursione in Arizona si torna allo Staples per incontrare i Warriors di Ellis e soci. Qui il capitolo è ancora più chiuso che nella precedente partita. Non c’è storia, manifesta superiorità. Ancora devastanti Odom e Gasol che con l’assenza di Bynum stanno iniziando a formare una coppia veramente sensazionale. Kobe non ha bisogno di giocare molto (27 minuti) per mettere su 20 punti 7 rimbalzi e 2 assist. Nel 4/4 Jackson decide infatti di far giocare tutti i panchinari che rispondono all’appello in modo molto costruttivo, non sprecando il vantaggio e anzi in certi punti anche incrementandolo con azioni frizzanti e spumeggianti .


È passata una settimana ormai, e tre partite si sono concluse; possiamo tirare un po di somme e fare un po di considerazioni su quanto abbiamo visto.

Bryant (voto 7) non ha bisogno di forzare niente, di caricarsi la squadra sulle spalle, e può giocare in totale libertà senza condizionamenti di genere, ma cosa più importante può abbassare il suo minutaggio rendendo meno faticosa la lunga regular season. Ritorna a tirare con buone % e sta ritrovando la migliore condizione fisica e mentale.

Artest (voto 6+), in attacco ancora molto impreciso, non da quella continuità che servirebbe maggiormente in certe situazioni; in difesa invece sempre presentissimo (9 rubate e solo 2 To) con rimbalzi, rubate ma anche solo la pressione difensiva sull’avversario è eccezionale. Cosa molto importante, almeno in queste prime partite, pur mettendo una grinta notevole nella difesa ha commesso solo 5 falli, quindi per ora possiamo stare veramente tranquilli.

Fisher (voto 6 ½) A parte la prima partita con Houston si è dimostrato molto solido e ha segnato anche più punti di quelli che di solito mettiamo in conto per il pesce. Minutaggio contenuto e buon apporto in campo. Sappiamo che Derek è un animale da Po, e avendo più riposo in regular siamo ben fiduciosi per il futuro.

Brown (voto 7+) Una buonissima partenza per lui, si sta rivelando un ottima riconferma e i suoi notevoli miglioramenti al tiro dalla media-lunga distanza rincuorano molti tifosi. Speriamo che non sia un fuoco di paglia ma che continui a offrire alla squadra prestazioni di questo tipo.

Odom (voto 8 ½) Veramente un inizio di stagione sensazionale, con l’assenza di Bynum si scatena e fa vedere di quale pasta sia veramente fatto. Ho sempre amato questo giocatore, perchè è veramente completo: ottima proprietà di palleggio, perfetto in transizione, in contropiede, discreto tiratore e devastante rimbalzista. Quando si impegna (in passato è stato proprio questo il difetto) diventa uno dei giocatori più forti in Nba.

Vujacic (voto – ) La sua stagione è iniziata con l’ultima partita con i Warriors quindi non è valutabile in un discorso più ampio.

Blake (voto 6) E’ andato in calando dalla prima partita, ma le sue prestazioni sono comunque buone, la palla gira e bene, ha afferrato i concetti principali del nostro schema offensivo e li sta facendo suoi. Non può che migliorare.

Barnes (voto 6 ½) Il suo rendimento è in miglioramento. Nella prima partita a Houston non era stato brillante, ma via via prendendo confidenza con i compagni e con il parquet si rivela un ottima pedina. Difensivamente una spina nel fianco e offensivamente pungente al punto giusto.

Ebanks (voto -) Anche lui non è valutabile in quanto con i Warriors è stata la prima partita.

Ratliff (voto 5 ½) Con il minutaggio offertogli soprattutto nella prima partita poteva fare decisamente meglio, però se guardiamo quello che gli viene richiesto e il motivo per cui è stato preso diciamo che si trova poco al di sotto della sufficienza. Cose buone si sono viste, però sparse casualmente in tre partite. Dovrebbe cercare di fare poche cose buone ma in ogni partita.

Caracter (voto 6) Per quel poco che abbiamo visto è un buon rookie, a mio avviso non ai livelli di Ebanks ma comunque può trovare il suo spazio all’interno della squadra. Molto determinato e potente sotto canestro.

Gasol (voto 9) E’ lui l’MVP della settimana. Prestazioni eccellenti le sue da tutti i punti di vista, realizzativo, difensivo (comparabilmente con il fatto che siamo in regular) e di assistenza ai compagni. Se dovesse continuare su questi livelli i Lakers non avranno di che preoccuparsi, perchè il catalano in questa forma non lo ferma nessuno!


Be the first to comment

Leave a Reply