Si tornava allo Staples Center sul punteggio di 3-2 per Boston: Los Angeles non aveva altra scelta che giocarsi il tutto per tutto già a partire da gara 6, entrando in partita fin dalla palla a 2. Bryant e soci non hanno tradito le attese, agevolati dal disastro totale dei Celtics, ormai con la testa verso gara 7 già dopo i primi due quarti.
Il punteggio finale a tabellone recita 89-67 per i Lakers, in una partita talmente a senso unico che la vera notizia del giorno è l’infortunio occorso a Kendrick Perkins, costretto ad uscire sostenuto dallo staff medio Celtics dopo un contatto con Bynum e una torsione con ripercussione sul ginocchio saltando a rimbalzo in attacco.
L’infortunio sembra essere grave (quando un giocatore si tocca immediatamente il ginocchio, richiamando subito l’attenzione di tutti, è segno che ha sentito chiaramente qualcosa rompersi o tirarsi), anche se non si possono stabilire diagnosi e prognosi prima degli esami di rito: vi terremo aggiornati in merito appena avremo notizie a riguardo.
Tornando alla partita, Boston resiste solo per una manciata di minuti nel primo quarto: dopo una partenza incoraggiante firmata da 8 punti di Ray Allen (12-10 Celtics), i biancoverdi subiscono l’impatto immediato di Kobe Bryant. L’MVP delle Finals 2009 non attende come al solito la seconda metà di gara per prendere possesso della cabina di comando e inizia invece a martellare canestri sin da subito, in faccia all’inebetita difesa di un Ray Allen efficace solo in attacco. Dopo l’uscita per infortunio di Perkins, una tripla del 24 a 4’51 dalla prima sirena regala il primo massimo vantaggio Lakers a quota 7 punti e accanto al leader trovano canestri importanti anche Gasol (5 punti) e Artest, che supera già nel primo quarto l’intero punteggio messo a referto in gara 5.
Il canestro del -8 (18-26) a 2’11 sarà l’unico di Paul Pierce nel primo quarto: il Capitano torna a soffrire la marcatura personalizzata di Ron Artest e vede drasticamente scendere le sue medie realizzative nella prima frazione, in cui era stato assolutamente dominante in tutte le vittorie Celtics.
Privi di Perkins, i Celtics perdono una grande presenza difensiva dentro l’area e consentono ai Lakers un predominio netto a rimbalzo: Rasheed Wallace non è in grado di fornire quella fisicità e quella solida concretezza di cui è capace Perkins e coach Doc Rivers si vede costretto a ruotare da centri anche Shelden Williams e Glen Davis, ottenendo dai 3 (compreso Wallace) un totale di 0 punti con 0-11 al tiro. Nel secondo quarto Bryant e Artest aggiornano presto la loro doppia cifra e LA trova punti utili anche da un positivo Sasha Vujacic: sul quinto assist di un Gasol versione all around, il serbo infila la bomba del +18 (43-25) e Farmar prima ed Artest poi portano lo score a 20 punti di scarto, con Boston totalmente fuori partita ed incapace anche solo di abbozzare una minima reazione.
Ray Allen è l’unico a trovare continuità realizzativa, ma patisce nella metà campo difensiva la grande giornata offensiva di Los Angeles, non riuscendo a contenere Bryant che oltre ai 26 punti finali metterà a referto anche 11 rimbalzi (di cui 3 in attacco) e 4 recuperi.
Il layup di Odom manda le squadre al riposo sul punteggio di 51-31 per i Lakers, che non hanno bisogno di sforzare il ginocchio malconcio di Andrew Bynum, limitato ad un impiego di 15 minuti e ad un meritato e salutare riposo nelle fasi finali della gara.
In apertura di terzo quarto, chi si aspettava una riscossa dei Celtics almeno spinti dall’orgoglio di non accettare un passivo di queste dimensioni rimane deluso: i Lakers rallentano ma Boston riesce solo ad avvicinarsi a -17 con la tripla di Pierce a 7’39 (38-55). Bryant raggiunge presto quota 20 punti e Gasol con i 2 liberi del +19 (47-66) approda in doppia cifra: la panchina di Boston paga dazio, Glen Davis commette il suo terzo fallo senza aver messo punti a referto, Wallace non trova la misura dalla lunga distanza e nemmeno da Nate Robinson arrivano segnali degni di nota. Sponda LA invece tutto funziona a meraviglia: Artest finalmente dà segni di sè anche in attacco, Brown, Vujacic e Farmar danno minuti buoni di ricambio ai titolari e il gioco di LA produce varietà di soluzioni e tanti assist a tabellino.
Gasol continua il suo personale flirt con la tripla doppia, con l’ottavo assist della sua partita a fil di sirena del terzo quarto per la tripla di Ron Artest che vale addirittura il +25 (76-51) e 15 punti per Ron Ron.
Sembra pleonastico occuparsi dunque del quarto periodo: la partita è già finita e uno sprint iniziale di un tarantolato Gasol fa toccare a Los Angeles il massimo vantaggio sul +26. Nate Robinson palesa la sua esistenza nella partita con una penetrazione in layup subendo il fallo di Bryant che gli vale un gioco da 3 punti, mentre Ray Allen raggiunge quota 19 con un sottomano in penetrazione e la realizzazione di un tiro libero per fallo tecnico fischiato ad un Kobe Bryant intenso e deciso anche nel Garbage Time.
Doc Rivers concede ben presto riposo totale ai suoi starter, preservando l’integrità fisica di Garnett e Pierce e lasciando a Tony Allen e Glen Davis praticamente tutto il quarto periodo. Il nono assist di Pau Gasol permette Kobe di approdare a quota 26 punti e ed i due liberi successivi di Derek Fisher scrivono il nuovo +26 (88-62) sul tabellone dello Staples.
Per Phil Jackson è finalmente giunto il momento di togliere tutti i titolari: dentro di nuovo Farmar, Vujacic e perfino Powell, Walton e DJ Mbenga.
Una tripla di Robinson e due liberi di Marquis Daniels tentano di riportare il vantaggio a misura di ventello, ma i liberi di Sasha Vujacic a 2’01 fissano lo score finale sul +22 Lakers a 89-67.
L’angolo delle statistiche:
LAL:
Pts: Bryant 26, Gasol 17, Artest 15
Reb: Gasol 13, Bryant 11, Odom 10
Ast: Gasol 9, Bryant 3
BOS:
Pts: Allen 19, Pierce 13, Garnett 12, Rondo 10
Reb: Davis 9, Garnett 6
Ast: Rondo 6, Robinson 3, R. Allen 3, Garnett 3
Alla vigilia di questa gara 6 potevamo aspettarci due eventualità da parte Boston Celtics: Coach Doc Rivers poteva optare per giocarsi le sue carte già da gara 6, tentando l’impresa di passare allo Staples e chiudere la serie vincendo la terza gara consecutiva. Per contro, l’altra soluzione era quella di avviarsi verso gara 7, lasciando per strada questa gara 6 e concedendo ampio margine di riposo ai propri big, tutti molto positivi ma anche con molte tossine in corpo dopo il super lavoro nei recenti episodi della serie.
A Boston pare si sia optato per la seconda soluzione: le statistiche di questa gara servono a poco se non per puntualizzare come l’apporto della panchina spesso possa rivelarsi decisivo per le sorti dei Celtics. Lo “zero assoluto” messo insieme dai sostituti di Perkins avviene già, è vero, a cose fatte e con Los Angeles già avanti a partire dal primo quarto, ma è anche vero che erano state proprio l’energia di Glen Davis e le triple di Rasheed Wallace a far girare i destini di gara 4 soprattutto. A rimbalzo il dominio losangelino ha raggiunto livelli considerevoli, mai visti in questa serie: Boston ha concesso 12 rimbalzi offensivi e non ingannino gli 11 biancoverdi, la maggior parte dei quali arrivati nel garbage time. 3 rimbalzisti in doppia cifra per LA, tra cui Kobe Bryant (non certo uno abituato a viaggiare su questi livelli a rimbalzo), sono sinonimo di totale mancanza di organizzazione difensiva sui rimbalzi e di grande carenza a livello di presenza fisica nel pitturato.
Con Garnett sconfitto nettamente nel duello diretto da un ritrovato Pau Gasol e un Rondo molto meno costante del solito nell’impatto nell’attaccare il canestro avversario e a rimbalzo, non avere il fisico e l’intimidazione di Kendrick Perkins nella propria area ha permesso a Los Angeles di banchettare e di scrivere, insieme a tutti gli altri fattori già citati, le premesse per un successo fondamentale.
Chi gode di questo “happy ending” delle Finals 2010 è sicuramente Stern: BOS-LAL è la finale dei sogni per il commissioner NBA, la rivalità storica tra queste due franchigie attira pubblico e grandi ricavi per tutta la lega. Gara 7 sarà un evento degno di scrivere la storia del basket NBA (per quanto a dir la verità il livello cestistico mostrato sinora sia alquanto scadente e non certo degno di esportazione nell’arca di gloria della NBA) e speriamo possa essere una gara equilibrata e tesa in ogni singolo possesso.
Personalmente, fossi stato Doc Rivers, avrei optato per giocarmi il tutto per tutto in gara 6: a prescindere dal rischio di infortunio che c’è in ogni caso anche se decidi di non metterci l’intensità massima, arrivare ad una gara 7 allo Staples Center contro il 24 gialloviola per me significa già quasi aver perso in partenza. Kobe Bryant ha dimostrato ampiamente di essere uno che nelle gare decisive raramente fallisce, per cui in sede di pronostico mi sento di vedere favoriti i Lakers.
Riuscirà Boston a sovvertire il (mio) pronostico e a sconfiggere dopo Wade, James, Howard e Carter anche LA superstar delle superstar Kobe Bryant?
Appuntamento a giovedì notte per gara 7.
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