Sta diventando a pieno titolo la telenovela della parte finale dell’estate: Carmelo Anthony vuole ormai dichiaratamente lasciare i Denver Nuggets per accasarsi altrove, magari con un rinnovo del contratto che gli eviti di perderci qualche banconota con l’incombente lockout e l’abbassamento del tetto ingaggi dei giocatori.
Oltre alle motivazioni meramente economiche, vi sono sicuramente anche ragioni tecniche dietro le continue pressioni di Melo alla dirigenza del Colorado: i Nuggets sono una squadra senza futuro, con Billups e Kenyon Martin in fase calante di carriera e Nene gravato costantemente da infortuni che ne impediscono una continuità di rendimento ad alto livello. Il mercato poi ha se possibile dato il colpo di grazia, portando Al Harrington, un giocatore sì di grande impatto offensivo, ma dalla non proprio antonomastica intelligenza cestistica: un altro ball-hogger, un buco nero che va ad aggiungersi al già indisciplinato JR Smith, mal visto all’interno dello spogliatoio delle Pepite.
Appare quindi improbabile che Denver possa competere per traguardi importanti, lasciando Carmelo confinato in una dimensione di leader senza titoli, lontano dai grandi teatri di scontri epici e di partite che contano veramente quanto un’intera carriera: nell’anno in cui LeBron ha unito le forze con Wade e Bosh per puntare all’anello, Anthony si vede tagliato fuori, costretto a recitare uno spartito da comparsa in una stagione che invece vorrebbe affrontare da protagonista quanto i suoi più acerrimi rivali.
D’altra parte però, delle possibili contender per un posto di rilievo nei playoff, nessuna si è fatta viva in maniera significativa, eccezion fatta per uno sporadico approccio con la dirigenza dei Bulls, restìa però ad inserire nella trattativa Joakim Noah.
Passiamo ora in rassegna le possibili destinazioni di Anthony in questo finale di mercato:
– New Jersey: sembrava tutto fatto fino a qualche giorno fa ma poi Carmelo ha alzato la mano e detto di attendere ancora. E tutto è saltato definitivamente. In origine, blockbuster trade a 4 squadre, con Kirilenko (17 mln in scadenza) a Denver, Boris Diaw a Utah, Harris a Charlotte e appunto Anthony a New Jersey. Posto che il giro di giocatori accontenterebbe quasi tutti, Anthony tuttavia rimarrebbe senza possibilità di titolo, visto che il progetto New Jersey non è ancora all’altezza di altre franchigie ad est: i Nets avrebbero molte chance di entrare nella post season e di superare magari anche il primo turno, ma anche con Melo manca sempre l’ultimo centesimo per fare la lira. Oltretutto la partenza di Harris lascerebbe scopertissimo il settore piccoli, con Avery Johnson costretto a giocare con Jordan Farmar in quintetto, senza una riserva credibile a meno di non voler adattare uno tra Williams e Morrow, ipotesi del tutto improbabile.
Infine, in America riferiscono di un Anthony perplesso all’idea di vivere nella sorella povera di New York, in uno stadio semivuoto, con una tifoseria fredda e sempre messo in secondo piano dalle luci sfavillanti del Madison Square Garden…
– New York: proprio quel Madison Square Garden appunto. I Knicks sono ossessionati dall’idea di costruire un roster di stelle, con Paul e Anthony da aggiungere al neo arrivato Stoudemire: idea sicuramente affascinante, sicuramente splendida se pensiamo a che sfide potrebbero venire fuori con l’altro tris d’assi targato Heat, però è un progetto con tante crepe. Acquisire Anthony ora significherebbe privarsi di uno tra Anthony Randolph e Danilo Gallinari, se non addirittura entrambi. Ovvero, rinunciare a due prospetti futuribili, ridurre un roster già di per sè esiguo, con il rischio di ritrovarsi come quest’anno con una squadra senza un apparente significato e con le delusioni per i no ricevuti da James e Bosh.
Il rischio è che le titubanze di Walsh e compagnia mandino tutto all’aria per l’ennesima volta: occorre decidere in fretta se vale la pena giocarsi tutto e subito per Carmelo, o se invece andare un’altra volta alla lotteria dei Free Agent di fine anno, sperando di trovarlo ancora libero.
– Houston: una “sleeper” contender per Anthony. Non se ne parla molto ma sotto traccia potrebbe muoversi qualcosa sull’asse Anthony-Kevin Martin: a Houston manca un leader, manca un realizzatore in grado di garantire una continuità anche a livello fisico. Kevin Martin è un giocatore monodimensionale, troppo spesso soggetto ad infortuni e abituato a realtà medio-piccole come i Kings, mentre Anthony è sicuramente una stella di prima grandezza e un giocatore che potrebbe portare i Rockets a fare il definitivo salto di qualità verso lo spot 2 della Western, magari con Yao in condizioni di giocare quei pochi minuti però in maniera importante e che potrebbe sentirsi stimolato da un ambiente maturo e in grado di competere ad alto livello.
– Chicago o Los Angeles Clippers: improbabili, però pur sempre possibile. I Nuggets si siedono al tavolo delle trattative solo se tra le contropartite da Chicago figura il nome di Joakim Noah. I Bulls al momento non sembrano volersi privare del figlio del grande Yannick, però avere Anthony in un roster in cui già figurano grandi nomi come Carlos Boozer e Derrick Rose potrebbe essere un’ipotesi sufficientemente allettante per far cambiare le carte in tavola all’ultimo momento. Diverso il discorso per i Clippers: il pezzo pregiato richiesto in questo caso sarebbe Blake Griffin, difficile a prescindere quindi che la trattativa vada in porto. Oltretutto, sono già cominciati i primi battibecchi tra Del Negro e Baron Davis, in scarse condizioni di forma: non un ambiente ideale dunque per costruire un progetto vincente.
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