Il solito, copioso, numero di giornalisti di stanza all’ingresso della Saras, nel giorno dei 103 anni dell’Inter, non ha faticato più di tanto per ascoltare, dalla viva voce del presidente nerazzurro, Massimo Moratti, le risposte ai vari quesiti che gli sono stati posti.
Si parte con un elegante dichiarazione sul regalo che vorrebbe ricevere per l’anniversario della sua amata squadra:
“È già bellissimo così, pensare alla storia dell’Inter: il regalo me lo stanno già facendo (i giocatori , n.d.a) con il loro atteggiamento in questo periodo, mi sembra che questa sia una bella cosa, il fatto che la squadra continui a mantenere carattere e la dignità necessaria“.
Onore e merito agli atleti presidente, ma davvero si accontenterebbe dell’attuale secondo posto e di una possibile eliminazione in Champions? In tutta onestà, non credo che ai tifosi questo possa bastare, soprattutto se, malauguratamente, dovesse uscire dalla competizione europea.
Qualcuno ha, poi, l’ardire di chiedere cosa ne pensasse delle parole di Galliani sul triplete “originale”, e la risposta, alquanto pepata, è stata:
“Non ho seguito, non so cosa abbia detto Galliani. Comunque quando una squadra avversaria fa qualcosa si cerca sempre di sminuirla, anche se qui è difficile sminuire quello che ha fatto l’Inter”.
Suvvia presidente, non dica bugie. Se non avesse seguito, questa sua dichiarazione non avrebbe senso. Ha anche ricevuto dalle mani di sua cognata “un Ambrogino del tutto speciale” per le vittorie della scorsa stagione. Forse ci è rimasto male perché lo avrebbe voluto lo scorso 7 dicembre invece che oggi? Eppure non sembrava, allora, che a questo premio ci tenesse tanto. Si consoli, l’ultima volta è stato assegnato a tre grandi comici, tifosi della sua squadra. In effetti è come se fosse rimasto in famiglia…
Le domande sono poi continuate sull’impegno che aspetta i cugini rossoneri, questa sera, in Inghilterra, e sulla possibilità di un’eliminazione, e, a sorpresa, la risposta è stata:
“No, anzi: è bene sempre avere diversi impegni, ma, comunque, molto sinceramente non mi sono messo nei panni del Milan, quindi non saprei“.
Un Fair – Play alquanto egoistico, non crede? Farebbe molto comodo che gli impegni in Europa occupassero la capolista, soprattutto se dovesse accadere l’irreparabile in Baviera. Va bene che siamo prossimi alla celebrazione dei 150 anni dell’unità d’Italia, ma quanti tifosi della sua squadra farebbero un tifo disinteressato per i cugini?
Le dichiarazioni si chiudono, infine, sulla convocazione ricevuta nelle ultime ore da parte della Procura Federale. Questa la risposta seccata dell’imprenditore meneghino:
“Con tutto il rispetto per Palazzi, che giustamente fa quello che deve fare, è però ridicolo il fatto che l’Inter, nella mia persona, debba presentarsi per questa cosa”.
No, mio caro presidente, questo non è ridicolo. Ha l’obbligo di presentarsi in Procura e rispondere alle domande che le saranno fatte. Sente forse qualche vento minaccioso alle sue spalle? Ha forse timore di un’inchiesta che potrebbe nuocere alla sua squadra? Si è sempre dichiarato parte lesa nel procedimento che fu aperto 5 anni fa, cosa teme oggi? Forse che le cose che stanno venendo fuori dal processo in corso a Napoli abbiano scalfito la sua presunta onestà? Non si preoccupi per questa ultima piccolezza, la seconda richiesta di ricusazione inoltrata dai PM potrebbe venir accolta, seppure gli stessi dichiararono come competente la Giudice preposta, facendo così ripartire tutto da zero o, magari, arrivando a quella prescrizione che sembra tutti vogliano, che farebbe si’ un piacere a lei ma toglierebbe qualcosa alla ricerca della verità. “Piaccia o non piaccia“, esimio presidente, lei dovrà presentarsi e, magari, dopo un esame di coscienza, ammettere che , anche lei, faceva quello che tutti gli altri davano per scontato.
PS: Auguri alla società F.C. Internazionale Milano per la sua gloriosa storia.
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