Wimbledon, lo spettacolo sull’erba vera, il torneo che, col suo fascino, ha sempre conquistato appassionati di tutto il mondo.
Puo’ succedere di tutto in terra inglese, come vedere le due finaliste del Roland Garros uscire al primo turno, senza nemmeno lottare. O due contendenti darsi appuntamento per la terza giornata di fila di gioco. E senza sospensioni per la pioggia.
Mahut – Isner, la gara interminabile. Potrebbero farci un film, ma dovrebbero tagliarne molte parti. Tutto inizia martedi’: partita sospesa per oscurita’ dopo quasi tre ore, assolutamente normale per un primo turno qualsiasi di un torneo del mondo qualunque. Ieri, alle 13, ecco i due contendenti di nuovo in campo. Finisce il quarto tiratissimo set, e lo score recita cosi’: Isner avanti il primo set 6-4, pareggio di Mahut nel secondo, vinto 6-3, due tie-break, il primo vinto da Mahut, il secondo da Isner che rimane in partita. Quinto set, non c’e’ tie-break. Isner tira forte, mette un ace dopo l’altro, il francesino pero’ non molla. Lo statunitense serve a 200 all’ora di media, strappargli il servizio e’ quasi impossibile ma Nicolas risponde col suo tennis tecnico, fatto di rovescio ad una mano, serve & volley e tanti incroci di linee per far correre e stancare John. Che pero’ non cade e, sul 9-10, ha il primo match point, prontamente annullato. Il match sta prendendo la forma della leggenda: nessuno cede il servizio, Isner continua a mettere la prima vicino alle 140 mph, e ad irrobustire la seconda, Mahut si difende come puo’ indovinando un paio di linee di fondo che sconfortano il lunghissimo John. L’1.90 del francese sembra nulla accanto al fisico da cestista dello statunitense (2.06, potrebbe essere un’ottima alla grande). Siamo incredibilmente 32-33 Isner, e Nicolas annulla un’altra palla match.
Il francese e’ appena numero 148 del mondo, ma la differenza non si vede. Mahut gira solo sull’erba a livello mondiale. Classe ’82, non ha mai vinto tornei Atp ma nel 2007 e’ stato finalista a Newport e al Queen’s, guarda caso, sull’erba. E proprio nel regno inglese ha visto sciogliersi le urla di gioia sul net di quel match point contro Roddick, che ha segnato una svolta negativa nella sua mediocre carriera. Mahut e’ il tipico giocatore anni 80: buon fisico, filiforme, gioco molto vario e tecnico, rovescio ad una mano, frequenti discese a rete. Tennis ormai anacronistico vedendo i consueti bombardieri dal fondo, come Murray, Roddick, Nadal, Djokovic che dominano tutt’ora la scena mondiale.
O come Isner. Numero 19 del mondo, fisico statuario, un servizio da top class. E’ esploso quest’anno John. Finalista a Belgrado (terra) e Memphis (cemento), trionfatore a Auckland (cemento). Il suo dritto dopo la risposta avversaria fa sempre male. E l’ha dimostrato anche ieri, ma non e’ bastato.
Perche’ il match continua senza sosta. Il record dei game (112 il precedente, addirittura del 69 quando il tie break non esisteva nemmeno nei set intermedi) viene frantumato, e Nicolas, abituato ad imprese del genere (nel turno di qualificazione qui aveva vinto la strenua resistenza di Bogdanovic 24-22 al terzo), resiste ed e’ sempre sul punto di sfiancare il distrutto John. Che non cede, quasi non si regge in piedi, trovano un momento di ristoro con una pausa pipi’ e ripartono. 59-58 Isner, c’e’ un match point. Il pubblico mormora, Mahut risponde con una freddezza micidiale con un ace. E vince il gioco, trovando ogni angolo possibile. Lo statunitense sono almeno 50 game che non corre piu’ ma non demorde. Ore 21.10, cala la sera. Mahut chiede la sospensione, vorrebbe continuare ma la pallina non si vede piu’. Anche Isner accetta lo stop.
7 ore e 6 minuti filati (dopo le 2 ore e 54 minuti del giorno precedente) non sono bastati a decretare un vincitore. 10 ore totali di tennis a tratti anche di qualita’ (sul 46-47 Isner prova ad attaccare Mahut sul 30-15 e il francese trova un rovescio lungo linea in top spin da far balzare sulla sedia). Tutti i record frantumati: quelli della partita piu’ lunga (10 ore esatte), quelli degli ace (98-95 Isner), del numero di game (163, e oggi ce ne saranno ancora almeno due).
Oggi, alle 17, i due protagonisti torneranno in campo, con il rischio di una nuova maratona. Ma ieri a Wimbledon ha vinto il carattere sportivo, che dice di non mollare mai. E due comprimari del tennis sono entrati, con la loro grinta, nella storia di ogni sport.
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