L’Inter vista ieri sera contro lo Schalke 04 ha sfiorato, o forse raggiunto e superato il paradosso. Bisognava giocare una partita d’attacco, un attacco forsennato.
Che mettesse paura ai tedeschi, magari segnando subito un paio di gol. Esattamente come all’andata, quando l’Inter era già in vantaggio dopo 27”. E invece i nerazzurri hanno avuto troppa pazienza. E’ stata un’Inter molto simile a quella vista contro il Chievo. Stanca, sia fisicamente che dal punto di vista mentale.
Motivata poco. O forse troppo e male.
Tutti i ” Ci crediamo “ pronunciati a gran voce nei giorni scorsi non si sono trasformati in arrembaggio sul campo. Si sono trasformati solo in nervosismo (vedi Lucio) e scarsa lucidità (vedi Sneijder e Maicon).
Non solo l’Inter non ha attaccato per far gol, ma ha anche lasciato (ed è questo il paradosso) spazi enormi al folletto Jurado e all’infinito Raul.
Che la serata non sarebbe stata una delle migliori lo si è capito subito. Dalle formazioni. Perchè quel Cambiasso tenuto a scaldare la panchina non è andato giù a parecchi tifosi. Soprattutto perchè nel suo ruolo ha giocato quel Motta che di ruolo ne ha un altro.
Anche se è stato suo l’unico acuto nerazzurro della serata, una zampata su azione d’angolo che ha beffato Neuer, impeccabile fino a quel momento.
Certamente la qualificazione era compromessa dalla tragedia dell’andata. Lo si sapeva. Per cui che sia stato un errore rilasciare tutte quelle dichiarazioni di guerra e di ottimismo alla vigilia? Forse sarebbe stato meglio stare zitti e lavorare.
Ma per fortuna, o purtroppo, l’Inter di Leo ha ancora molto da lavorare perchè è in ballo per 2 trofei. Scudetto e Coppa Italia. E già sabato a Parma sarà vietato fallire.
“ Siamo arrivati stanchi nel momento più importante della stagione “, ha dichiarato ieri sera il tecnico brasiliano. Analisi perfetta del momento nerazzurro. Giocatori spremuti e senza idee. Sono le due cose che in Europa contano di più: fiato e motivazione. Chiedere ai ragazzi di Rangnick, quasi indemoniati sul campo di Gelsenkirchen perchè consapevoli dell’impresa che stavano compiendo.
L’impresa tanto sognata da quelli dell’Inter, che invece lasciano l’Europa mestamente. E quello che pesa di più è che la lasciano da campioni in carica, ma la squadra vista ieri sera non si avvicinava neanche per sogno a quella del Triplete.
Uno degli artefici di quella che era una macchina perfetta, Josè Mourinho, nel dopo-gara di Tottenham-Real Madrid ha dichiarato che ” Non si può vincere sempre, l’Inter sarà più forte per l’anno prossimo e può ancora vincere Scudetto e Coppa Italia “.
Tutto questo è vero, ma il problema non è perdere. Il problema è come si è perso.
Ora le pagelle di Gamefox.
Julio Cesar 6: piccola incertezza sul gol di Howedes. Per il resto non può nulla perchè lasciato da solo in balia delle punte tedesche.
Maicon 4: il brasiliano visto contro il Chievo faceva ben sperare. E invece il fantasma del derby e della partita d’andata è tornato.
Ranocchia 5,5: come sempre ottime chiusure negli spazi stretti, ma da rivedere in fase di ripiegamento negli enormi spazi, colpevolmente lasciati da lui e dal compagno di reparto.
Lucio 5: viene ammonito, è nervoso e non guida al meglio la difesa, permettendo a Raul di segnare indisturbato il gol dell’1-0.
Nagatomo 6,5: l’unica nota positiva della serata. Forse perchè ha giocato meno degli altri, ma è in palla e corre.
J.Zanetti 6: l’unico che riesce a contrastare le sgroppate dei giovani centrocampisti tedeschi.
Motta 5,5: il gol non basta. Perchè compensato da tanti errori in fase di impostazione e di copertura. L’alibi è che gioca in un ruolo non suo.
Stankovic 6: ci mette corsa e qualche tiro pericoloso, ma gioca un tempo solo.
Sneijder 4,5: tocca tanti palloni, ma i suoi passaggi sono prevedibili. E’ troppo lento nello sviluppare il gioco e si fa vedere pochissimo dai compagni. Stanco, viene anche sostituito.
Pandev s.v. Gioca un tempo ma è come se non fosse mai sceso in campo. Sarebbe stato meglio lasciare Stankovic.
Coutinho 6: entra in un momentaccio ma tocca qualche buon pallone. Una carta da giocare prima?
Eto’o 5: non è in forma e si vede. Non salta quasi mai l’uomo e quando lo fa sbaglia l’appoggio.
Milito 5: lasciato solo in mezzo a 3 difensori tedeschi fa fatica a liberarsi.
Leonardo 4,5: il carisma e l’intelligenza di Cambiasso sarebbero stati utili, ma non secondo lui.
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