Inter Campione del Mondo: Fotogallery del trionfo di Abu Dhabi

Nel momento cruciale della stagione l’Inter si ricorda di essere una grande squadra e stende 3-0 i simpatici africani del Mazembe, alzando il quinto trofeo del 2010.

Certo, i congolesi non sono il Barcellona in quanto a qualità tecniche, ma hanno buona corsa e tanto entusiasmo per essere arrivati in finale.

Benitez però ha impostato bene la gara sotto questo punto di vista, lasciando sfogare le ripartenze avversarie senza correre troppi pericoli, e gestendo il possesso del pallone.

Alla prima accelerazione è subito 1-0 con Pandev, che si ricorda come si segna e va ad esultare con la panchina. Gol, quello del macedone, che cancella in parte tutti quelli mangiati in questo avvio di stagione. Eto’o segna il 2-0 ed è sempre più l’uomo delle finali: 12 gol in tutte le finali giocate nella sua carriera, e sono state parecchie.

Nel secondo tempo un pò di sofferenza, ma più che per i giocatori in campo per il presidente Moratti in tribuna, che forse avrebbe fatto volentieri a meno di vedere Julio Cesar compiere un paio di miracoli. E a togliere ogni preoccupazione al presidente e ai compagni ci pensa il giocatore meno quotato, Jonathan Ludovic Biabiany, che servito da Stankovic salta il portiere e fa 3-0.

E allora la festa può cominciare prima in campo, con il giro d’onore insieme alla coppa, poi negli spogliatoi.

Ecco alcune foto della gioia nerazzurra ad Abu Dhabi:

L’esultanza molto particolare di Samuel Eto’o, che nel post-partita non ha voluto svelarne il significato. Ha però detto qualcosa riguardo al suo compagno Materazzi: ” Lo apprezzo tantissimo, oggi mi ha detto: ‘Se fai gol vieni da me che esultiamo “. Il camerunense è stato premiato come miglior giocatore del torneo (foto in basso).

Biabiany festeggia con Santon. Il francese non è abituato a questo tipo di vittorie essendo arrivato quest’anno, e a fine partita ha dichiarato:  ” Dedico questo gol alla mia famiglia, alla mia fidanzata, anche ai miei procuratori che questa sera sono venuti qui per sostenermi. È stato molto bello. Ringrazio i miei compagni, non mi sarei mai immaginato di segnare e vincere in un torneo così importante: è tutto fantastico “.

Cambiasso, Cordoba, Thiago Motta e Stankovic si abbracciano al fischio finale. La delusione di Kanda, giocatore del Mazembe.

L’euforia di Zanetti e compagni al momento della premiazione. C’è anche Wesley Sneijder, grande assente di questa finale.

Il trio brasileiro Lucio-Julio Cesar-Maicon bacia la coppa. Per loro grande gioia dopo la grande delusione del Mondiale in Sudafrica.

L’orgoglio di capitan Zanetti con la coppa in mano, e la sua dedica speciale a Walter Samuel. Nel dopo-gara Zanetti ha affermato: “Abbiamo completato un anno fantastico. Nessuno ha fatto in Italia come noi. Tutti gli interisti devono essere fieri di questa squadra. Abbiamo completato un percorso iniziato sei anni fa con la Coppa Italia di Mancini, e proseguito con una continuità straordinaria. Questo successo mi mancava, lo meritavamo noi e la famiglia Moratti “. A lui, e a nessun altro poteva andare, il premio Fair Play, insieme a quello come miglior gol del torneo.

Dejan Stankovic con la Coppa. Lui è stato a sorpresa escluso dall’11 titolare, dopo la grande prova in semifinale e l’ottimo inizio di stagione. Scelta discutibile, e infatti il serbo la discute: ” Sono dispiaciuto per non essere stato in campo dall’inizio perchè ho sempre giocato con il cuore e ci sono rimasto male. Certe cose non le posso nascondere “. Ma si dice comunque felicissimo e orgoglioso del trionfo della squadra: ” È stato un trofeo meritatissimo per il presidente Moratti, per i tifosi e per tutti i miei compagni. Cosa ricorderò di questa stagione? Quella di questa sera, noi che alziamo la coppa, è l’immagine da incorniciare, sono felice per tutto il popolo nerazzurro “.

Il sorriso e la soddisfazione di Esteban Cambiasso, uomo d’ordine di questa Inter. Con questa vittoria è diventato il giocatore argentino con più trofei vinti (22) superando un certo Di Stefano (21): “È un grande motivo di orgoglio per noi aver vinto questo torneo. Il club aspettava da tanti anni questi traguardi e li abbiamo raggiunti nello stesso anno, il 2010. Il record personale? Sono felice, ma ha un valore secondario. Ora andremo avanti così, da gennaio cominceremo con la stessa carica e cercheremo di tornare a far bene con la grande carica che questo gruppo ha al suo interno “.

La coppa nelle mani argentine di Zanetti e Milito. El principe non ha segnato in questa partita, anzi si è mangiato un paio di gol clamorosi, ma ha comunque dato un grande contributo alla squadra. La sua presenza è stata molto importante.

Ci si aspetterebbe una foto di Materazzi, sempre gran trascinatore in questi eventi. E invece no, perchè il difensore nerazzurro al fischio finale è andato subito negli spogliatoi, senza neanche prendere la medaglia. Una spiegazione potrebbe essere il fatto che Benitez non gli abbia concesso la classica passerella nei minuti finali, come aveva fatto Mourinho nella finale di Madrid. Ma le delusioni personali sarebbe meglio farle passare in secondo piano, almeno in questi momenti così importanti, che aiutano a cementare il gruppo.

Cosa che non ha fatto Rafa Benitez, che si è letteralmente sfogato nel dopo-gara, prima ai microfoni tv e poi nella conferenza stampa. “Sono molto felice, voglio dedicare questo titolo a chi ha sempre avuto fiducia in noi, alla mia famiglia in Spagna e in Inghilterra, a Walter Samuel e a chiunque ci ha aiutato ad arrivare qui e a far bene. Ora sarà un periodo più tranquillo, ma per andare avanti serve supporto totale: se c’è possiamo migliorare. Con supporto intendo prima di tutto intervenire sul mercato. Con Moratti ho parlato e lui sa di cosa. E poi io ho sempre fatto il mio lavoro fin dall’inizio, e devo avere il controllo di quello che fanno i giocatori. Se avrò questo supporto, che deve esserci sempre ed essere totale, potremo andare avanti e vincere ancora, altrimenti si parlerà sempre di un colpevole e la squadra non crescerà”. Il tecnico si è detto deluso del mercato estivo, in cui aveva richiesto 3 giocatori alla società, che però non sono arrivati: ” Merito rispetto. Mi sono addossato tutte le colpe e tutte le responsabilità, ma il club mi aveva promesso ad agosto tre giocatori. Non è arrivato nessuno. Adesso ci sono tre possibili strade: o la società fa un progetto e compra quattro giocatori subito a gennaio o andiamo avanti così con l’allenatore come unico colpevole oppure il presidente parla con il mio procuratore e troviamo un’altra soluzione. L’anno scorso Moratti ha speso 80 milioni per cinque giocatori, tutti titolari, quest’anno con un allenatore nuovo ha speso zero. Dopo l’estate ero deluso al 100 per cento dal mercato”.

Sfogo giusto e comprensibile, ma assolutamente sbagliato nel tempismo. Benitez avrebbe potuto scegliere un momento migliore per sfogarsi, evitando di aumentare la tensione nell’ambiente e nell’animo del presidente, che di certo non deve aver apprezzato queste esternazioni.

Ma Moratti non si è di certo lasciato rovinare la festa, ed ha prontamente placato gli animi: ” Sono felicissimo per i ragazzi. Questa vittoria completa un ciclo favoloso. Benitez ha chiesto rinforzi? Non è il momento, non è una cosa che decidiamo adesso. Stasera si festeggia, perché finiamo l’annata con una soddisfazione grandissima, i giocatori sono felici da matti. Ora però dobbiamo ripartire in campionato e andare il più avanti possibile in Champions League “.

L’Inter è da sempre una squadra molto particolare, che riesce a lasciare il segno in negativo anche in momenti particolarmente positivi: difficile non ricordare il 5 maggio 2002, quando con lo scudetto praticamente in tasca, l’Inter perde l’ultima gara con la Lazio e se lo lascia sfuggire. O lo sfogo di Balotelli nella strepitosa notte del 3-1 al Barcellona, in cui l’attaccante gettò la maglia a terra in segno di polemica.

Ed ora Benitez, che si lascia andare nel momento meno opportuno, ipotizzando addirittura una risoluzione anticipata del contratto.

Forse dopo tutti questi trionfi, la squadra nerazzurra deve ancora imparare a gestire le emozioni, negative o positive che siano.

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