Il World Football Show, la fiera del calcio mondiale: un mezzo flop, se non intero.

Finita la partita del Milan, decidiamo di partire. Domenica diversa, dopo la fiera del videogioco e quella dell’artigianato mi mancava solo da visitare la fiera del calcio. Il World Football Show. L’avessi mai fatto.

Arriviamo alla fiera di Rho-Milano verso le 15 e già le mie prospettive di una grande fiera del calcio si abbattono contro la fila che troviamo alla cassa: io, i miei amici e altre 2 o 3 persone. Per la cronaca ci saranno state 20-25 casse, tutte vuote. Vado a una cassa dove trovo una mia amica, mi preparo con i miei 12 euro in mano. “Quanto ti devo?”-“8 euro”-“Mica erano 12?”-“Eh si ma giovedi.. dopo aver capito che non sarebbe venuto nessuno hanno deciso di abbassare il prezzo.” Non che l’ingresso a 8 euro abbia ravvivato la fiera eh. Se fare una fiera significa portare gente a vederla, allora è probabile che questa ha fallito da qualche parte.

Il World Football Show. Un nome è più altisonante che non si può: ti aspetti quindi che ci sia uno show, tanto spettacolo a livello mondiale per il mondo del calcio. La realtà è certamente più modesta ed i 5 giorni (dal 9 al 13 dicembre) in cui questa prima fiera del calcio che si tiene a Milano, sono veramente troppi.

Di internazionale questo World Football Show ha solo il nome. Niente United, niente Barcellona, niente di niente.

Per entrare bisogna passare i tornelli (per stare in tema). I due padiglioni 22 e 24 sono pieni… di spazi. Corridoi desolatamente vuoti, poche persone, poche società presenti. In compenso sono montati campi da  gioco in tutte le salse: 2-vs-2, 3-vs-3, 7-vs-7, campi di allenamento, campi di street soccer, freestyle ad ogni angolo. In questo modo gli spazi sono conquistati anche se rimangono inesorabilmente all’asciutto di presenze di visitatori.

Parliamo di società italiane (anche perchè ci sono solo queste), presenti sono: Milan-Roma-Inter-Juve-Samp-Parma-Udinese-Lazio-Genoa-Lecce e Gallipoli. Gli stand di queste squadre sono veramente bruttini. I peggiori in assoluto (non me ne vogliano i tifosi) sono Lecce e Inter, davvero poveri di roba. I migliori Udinese (offrivano il vino e c’erano 4 belle e simpatiche ragazze a fare hospitality) e Parma (ho guadagnato un’anello e qualche adesivo del Parma che girerò a un amico gialloblù) Per il resto chi c’è, è  poi li per vendere gadget, da magliette a palloni, da portachiavi a pantaloncini: e tutti a prezzi esageratamente alti.

Il giro dei 2 padiglioni si fa velocemente, c’è poco da guardare e poco di cui parlare. Eppure le chiacchiere nel calcio sono il pane quotidiano.

Aspetta, aspetta leggiamo chi sta arrivando come ospite” Beh cari amici, forse è meglio che non ve lo dica. Certo, non mi aspettavo di trovarci Totti o Ibrahimovic, però neanche Davide di X-Factor (Chi??????). Avete capito bene, grande ospite. Passiamo avanti anche qua.

La sala conferenze tanto pubblicizzata è praticamente vuota, non vale la pena nemmeno fermarsi. Nei corridoi (sempre vuoti) della fiera ci sono megaschermi appesi alle pareti che proiettano le partite di serie A. Gli omini sugli schermi si distinguono a malapena, stavo osservano Roma-Bari e durante una punizione per il Bari Almiron si è sdoppiato grazie alla pessima qualità dei video. Della serie che il mio televisore da 15 pollici fa piu figura dei loro maximegaiperschermi.

Passiamo ora però alle cose peggiori: l’ostentazione di tanta, troppa gente, tanti manager – o che si ritengono tali – tirati a lucido nelle loro uniformi in grigio fumo di Londra che stanno con gli occhi attaccati al Blackberry come se il mondo dipendesse dalle loro dita che scorrono sulla tastiera. E i genitori dei bambini impegnati nei tornei 3 contro 3: una vergogna. Mi sono fermato un decina di minuti a vedere una partita di bambini, avranno avuto si e no 6-7 anni. Loro rappresentavano la gioia del calcio. Vederli correre dietro un pallone mi faceva venire alla mente vecchi ricordi ormai dimenticati. Volevano solo giocare, divertirsi. Ma naturalmente c’è sempre qualcuno che deve rovinare la festa. Chi? I genitori. Urlavano. Urlavano contro l’arbitro, contro gli altri genitori. Litigavano. Una signora presa da un raptus, dopo un fallo (inesistente) che il suo figliolo aveva subito, si è piazzata in mezzo al campo, interrompendo la partita e ha iniziato a gridare. Inveiva contro gli altri genitori, contro i bambini dell’altra squadra. È dovuto intervenire un responsabile del WFS per tranquillizzarla. “Guardi che ginocchio ha mio figlio!” Avrei voluto risponderLe “Signora, stiamo giocando a calcio, se non le va bene porti suo figlio a fare danza”

Naturalmente non è stata lei l’unico caso di Stress Da Genitori. Tutta la partita è stata costellata di urla, da una parte altra del campo, di insulti, di “mio figlio è più bravo del tuo”. Insomma, una vergogna. Prima dei bambini pensiamo a educare i genitori. Scene di ordinaria follia.

Tra gli stand, qualche curiosità o, perlomeno, qualche ricordo. Spunta così il settore del Subbuteo, il mitico calcio giocato con indice e pollice. E il calcio-balilla, ricordo degli anni passati con entusiasmanti partite all’oratorio. L’unica “chicca” se così può essere definita è il Portier Robot firmato Lotto, impossibile da battere. Due telecamere con sensori di movimento riescono a leggere la traiettoria del pallone e la sagoma di legno del portiere è pronta a piegarsi per fermare il tiro.

Insomma, questo World Football Show è stata una delusione. Poca gente, poche sorprese, troppe aspettative e nessuna risposta. Se mai ce ne sarà una nel 2011 speriamo non sia come questa 2010, un “mercante in fiera” del calcio. Non ce n’erano già abbastanza?

Vi lasciamo con qualche immagine:

Il portiere Robot

Stand Milan

Scarpe Kakà finale Coppa Campioni 2007

Stand Roma

Stand Juventus

Plastico nuovo stadio Juventus

Alcune squadre presenti

Stand Sampdoria

Subbuteo

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