Oggi per la categoria Amarcord rievochiamo una storica partita… reale, svoltasi un imprecisato numero di anni or sono, va be’ diciamo 6 e spiccioli…
Le pause tra un Campionato e l’altro, si sa, sono noiose. E così, in un sabato senza partite, qualcuno ebbe l’idea di giocare un’amichevole tra una selezione di perditempo della Non HT e la rappresentativa dei GM, Mod, LA (di allora) al completo.
Il fatto è che quell’accozzaglia di barzotti non riuscì a stare dentro i novanta minuti regolamentari… E la faccenda si trascinò sabato dopo sabato… Con il rigore più lungo del mondo… Questa che segue è la cronaca fedele dei fatti. Ah, dimenticavo, ciao el Gordo… J
Il Mucchio Selvaggio – Driiim Tiiim: tempi supplementari (qui il primo tempo e qui il secondo)
8431° minuto
Il pallone giace sul dischetto del rigore. Sluice, dopo averlo collocato con cura, s’allontana di pochi passi.
Point, finalmente catturato, corre felice e senza fine dentro un’enorme ruota da criceto. Il silenzio è denso, la tensione palpabile. L’unico suono, come un mantice, è il respiro nasale del Nappa, al centro di una porta lontana undici metri.
L’arbitro porta il fischietto alle labbra, secche per l’emozione. Un sibilo fende l’aria. Sluice respira profondo e si prepara a partire per la breve rincorsa… Ma che succede! Dagli spalti un uomo si proietta in campo e a grandi falcate s’avvicina all’area. E’ completamente nudo (bleah…), solo parzialmente riparato da due pannelli tipo uomo-sandwich.
Su quello davanti campeggerà certamente un messaggio di protesta! Proviamo a decifrare le scritte: “Barzotto chi legge!”… Non c’è dubbio è gingerfish, detto anche La triglia del tip tap, apprendista provocatore nonché ballerino d’altri tempi. Cogliendo tutti di sorpresa raggiunge il dischetto del rigore, afferra il pallone e si proietta all’esterno dello stadio. Slisko, proprietario del pallone, si rimette a piangere.
Gatei e Sverolone, eccitatisi all’ingresso dell’uomo nudo, lo rincorrono immediatamente fra mille urlettii in falsetto. Vengono però frenati nel loro impeto dalla scritta del pannello posteriore di gingerfish: “Sarò matto, ma non fino a questo punto: ho le mutande di ferro!”…
Un impetuoso rutto di Drakuun rompe l’incantesimo, fa tornare moro Mix e lancia la carica. Le due squadre si precipitano all’inseguimento fiondandosi all’esterno dello stadio. Nel parcheggio un auto si rimette in moto.
Il pubblico attende pazientemente il rigore più lungo del mondo.
Ahoy
p.s. In bocca al lupo a tutti per il Campionato!
18511° minuto
Il pallone giace di nuovo sul dischetto del rigore. Sluice, dopo averlo ricollocato con cura, s’allontana di pochi passi.
La tensione è palpabile, ma non sembra quella solita, quella sportiva.
Sluice distoglie un momento gli occhi dal pallone e incontra lo sguardo di Mix, di Drakuun, di Svejk, di tutti gli altri. Alza lo sguardo alle gradinate. Anche gli occhi di ogni singolo spettatore dello stadio Moretti dicono la stessa cosa. Il Nappa, in porta a undici metri di distanza, ha già la testa reclinata. Ora anche il capo di Sluice si china, insieme a quello di tutti. Mentre il silenzio diventa assordante.
Oggi il rigore non si tira. Ci sarà tempo sabato prossimo. Oggi c’è tempo solo per un lunghissimo, ennesimo, minuto di silenzio.
Qui siamo ad Hattrick, un gioco serio. Mica una uefa qualsiasi.
Ahoy
28591° minuto
Il pallone giace di nuovo sul dischetto del rigore. Sluice, dopo averlo ricollocato con cura, s’allontana di pochi passi.
Gingerfish è intento a scrivere per la centesima volta alla lavagna “Non ci sono più le mutande di ferro di una volta…”. Sverolone e Gatei giacciono esausti e soddisfatti a bordo campo.
Il silenzio è denso, la tensione palpabile. L’unico suono, come un mantice, è il respiro nasale del Nappa, al centro di una porta lontana undici metri.
L’arbitro, con un gesto ormai noto, porta il fischietto alle labbra, secche per l’emozione. Un sibilo fende l’aria. Sluice respira profondo e si prepara a partire per la breve rincorsa… Ma che succede! Preceduti da una folata di vento gelido entrano in campo centinaia di pinguini furibondi! E con loro s’avanza un pelosissimo yeti! Le intenzioni dei nuovi arrivati sono tutt’altro che amichevoli, direi anzi vendicative. Lo dimostrano circondando l’informatico o55o e scaraventandolo in aria, giusto all’altezza della mazza dello yeti che, con un colpo prodigioso, proietta il malcapitato a 984,7 metri! Stessa sorte capita ai mingherlini Mirddin (936,3 metri) e BRH2002 (992,8 metri). Dagli spalti il gentile pubblico comincia ad applaudire i bei lanci. I giocatori in campo sono incapaci di reazione, spaventati e attoniti.
I lanci proseguono: Mix (1052 metri, record), Galeone (732,9 metri a vele spiegate), gianni29 (876,5 metri e una frase colta al volo: “allora è baseball”). Viceversa ogni sforzo risulta vano per lanciare centravanti Cratore: 12 centimetri, e due macchie di pappa col pomodoro. Slisko, in ambasce per il suo pallone, lo afferra giusto un istante prima di essere catapultato in aria, direzione parcheggio.
Un impetuoso rutto di Drakuun rompe l’incantesimo, fa diventare glabro lo yeti e chiama alla carica. O meglio, alla ritirata. I giocatori si precipitano fuori dallo stadio, inseguiti dai pinguini.
Nel parcheggio un finestrino d’auto va in mille pezzi (Slisko, 659 metri, pallone compreso).
Il pubblico, dopo un lungo applauso, si siede nuovamente in attesa paziente del rigore più lungo del mondo.
Ahoy
p.s. Svejk, correndo in direzione contraria alla massa, mette in salvo le Cheerleaders dalle brame dello Yeti e, barricatosi con le procaci fanciulle in birreria, s’appresta a festeggiare degnamente il primo anno di HT…
38671° minuto
Per l’ennesima volta il pallone giace sul dischetto del rigore. Sluice, dopo averlo ricollocato con cura, s’allontana di pochi passi.
Fabchi, con una vistosa fasciatura sul 99% del corpo, staziona a bordo campo accudito dal dottor Sverolone e dall’assistente Gatei. I luminari si preoccupano di tenere costantemente aperto l’unico pertugio lasciato senza bende.
Il silenzio è denso, la tensione palpabile. L’unico suono, come un mantice, è il respiro nasale del Nappa, al centro di una porta lontana undici metri.
L’arbitro, con un gesto ormai ben noto, porta il fischietto alle labbra, sempre secche per l’emozione. Un sibilo fende l’aria. Sluice respira profondo e si prepara a partire per la breve rincorsa… Ma che succede! Un ronzio fende l’aria e all’orizzonte compare un piccolo aeroplano. Tutti alzano gli occhi al cielo, tranne centravanti Cratore che continua a tenerli ben fissi sul piatto di caciucco che stringe al petto.
L’aeroplano si porta sopra il campo di gioco e rende visibile la scritta che campeggia sul lungo striscione rosa alle sue spalle: “Che Gazzetta sarebbe senza le palle?… Eccole!”.
Non si fa a tempo a leggere la frase che dal cielo piovono in campo innumerevoli pagine rosa e centinaia di palloni. La confusione è generale. I giocatori sono attorniati da decine di palloni che rimbalzano tumultosamente come zampilli impazziti. Galeone tenta di calciarne uno e colpisce i gioelli di famiglia del portierone Plauri, che alla vista di tutte quelle sfere s’era lanciato in una sequela di innumerevoli tuffi acrobatici. Dopo il preciso calcio gli zompi acrobatici di Plauri acquistano maggiore rapidità e vivezza.
Non va meglio a McAskya e giuli8p, che, colpiti da numerosi palloni, si destano dal loro prolungato torpore e si precipitano in campo fidando in una sostituzione volante. Vedendo Point correre a perdifiato dentro l’enorme ruota da criceto, tentano di raggiungerlo triangolando fitto a testa bassa, ma sbattono contro gli statuari Bersa e Superataru, stramazzando così nuovamente al suolo.
Drakuun cerca di scuotere tutti con il solito rutto, ma un pallone maligno gli s’infila in gola provocando un’implosione che investe da tergo il malcapitato Dunf, che glaciale commenta: “Ed elli avea del cul fatto trombetta …”. Poi, bluastro, sviene.
Svejk, incuriosito dal frastuono, sbuca dalla birreria, ma le cheerleaders lo trascinano nuovamente dentro serrando l’uscio. C’est la vie…
Mix e Diamante, rollando al coperto della panchina, commentano: “Belle l’asteroidi… Belle…”. Poi scoppiano a ridere.
Dall’alto Mirddin sorvola una volta ancora lo stadio e s’allontana lanciando un ultimo pallone. Nel parcheggio un finestrino d’auto va di nuovo in mille pezzi.
I giocatori s’apprestano a liberare il campo dalle centinaia di palloni mentre il pubblico applaude e s’accomoda paziente in attesa del rigore più lungo del mondo.
Ahoy
48751° minuto
Per l’ennesima volta il pallone giace sul dischetto del rigore. Sluice, dopo averlo ricollocato con cura, s’allontana di pochi passi.
Il silenzio è denso, la tensione palpabile. L’unico suono, come un mantice, è il respiro nasale del Nappa, al centro di una porta lontana undici metri.
L’arbitro, con un gesto noto, porta il fischietto alle labbra. Un sibilo fende l’aria. Sluice respira profondo e si prepara a partire per la breve rincorsa… Ma che succede! Sugli spalti il pubblico s’alza in piedi ed inizia ad applaudire. Un applauso caldissimo che s’ingrossa sempre più e a cui ora s’uniscono anche i giocatori in campo. Anche il Nappa s’allontana dalla porta ed applaude convinto. Sluice non capisce, alza lo sguardo e vede che la curva dello Stadio Moretti si colora di un unico immenso striscione “Grazie, grandissimo GM”. Tutti i giocatori si stringono intorno a Sluice, mentre lo stadio scandisce a gran voce il suo nome. Il primo ad abbracciare il confuso giemmone è un altro ex, l’oberato di lavoro (ih ih ih…) Mix, che a sua volta viene applaudito dalla curva e omaggiato di un narghilè raffreddato a grappa dall’amico Diamante. Dalla birreria Svejk esce con un autobotte di birra. Lo zio Pepin spina personalmente la prima birra e la consegna a Sluice mormorando: “Per tutti noi vecchi giocatori, resterai sempre il nostro GM… In bocca al lupo, magister.”
Gli spettatori si uniscono al brindisi mentre Sluice e Mix completano fra le ovazioni un lunghissimo giro di campo.
Il rigore più lungo del mondo aspetterà una settimana ancora.
Ahoy
58831° minuto
Per l’ennesima volta il pallone giace sul dischetto del rigore. Sluice, dopo averlo ricollocato con cura, s’allontana di pochi passi.
Il silenzio è denso, la tensione palpabile. L’unico suono, come un mantice, è il respiro nasale del Nappa, al centro di una porta lontana undici metri.
L’arbitro, con un gesto noto, porta il fischietto alle labbra. Un sibilo fende l’aria. Sluice respira profondo e si prepara a partire per la breve rincorsa… Ma che succede! Strombazzando garrulo un autobus di linea entra nello Stadio. La targa è svedese e da un finestrino sbuca una proacace sedicenne che sporgendosi mette in mostra le sue grazie e chiede: “ E’ qvi Limone nach Garda?…” Dopo un breve istante di silenzio i 36026 presenti rispondono all’unisono: “Sì!”, con apprezzabile accento lacustre.
Ed ecco che dall’autobus scendono dodici fanciulle svedesi radiose in volto e sode nelle carni, eleganti nelle loro slanciate gambe da gazzelle ed ubertose nei loro reattivi petti, ammalianti negli sguardi involontariamente torbidi e provocanti negli asciutti ombelichi al vento. Sverolone si lancia subito in un lungo ed articolato saluto in una lingua straniera che lascia del tutto interdette le pulzelle. Solo quando si vede scendere l’autista, ruvido immigrato salentino di Torre dell’Orso, si capisce chi era l’oggetto del saluto e dell’attesa. I due, abbracciati, s’allontanano a cercare un po’ d’intimità bisbigliandosi paroline incomprensibili.
A questo punto fra gli astanti scatta una gara ad attirare l’attenzione delle provocanti beltà. Dunf decide di buttarla sul poetico con l’intenzione di declamare i settecentotrentasettemilanovecentoquarantuno versi che conosce a memoria, ma sbaglia tutto esordendo con “T’amo pio bove…”. Centravanti Cratore si lancia in un’esibizione d’alta cucina allestendo a tempo di record una grigliata di proporzioni pantagrueliche. Ma una volta completata la cottura cambia idea e decide di mangianserala tutta da solo disinteressandosi delle diversamente appetibili svedesine. Nel piazzale esterno allo stadio si sente un auto muoversi freneticamente sfoggiando insospettate abilità di parcheggio (record: con una sola manovra in 37 centimentri in salita), che tuttavia non suscitano significative attenzioni se non da parte dell’autista dell’autobus, prontamente richiamato dal geloso Sverolone. Slisko cerca di farsi bello della sua autorità di Mod iniziando a bannare a destra e manca. Poi, però, perde l’attimo giusto cercando per lunghe ore di bloccare l’inafferabile portierone Plauri, che continua a produrre funamboliche acrobazie aeree seppur con una voce molto più acuta rispetto alle settimane precedenti… Mah… Fabchi, novello Enrico Toti, lancia le stampelle e con un passo alla Frankenstein si lancia a braccia protese verso le tumide biondine. Viene abbattuto come un birillo dalla fuga di Point che, evaso con un soprassalto di testosterone dalla ruota di criceto in cui era costretto, riprende la sua fuga a perdifiato sulla fascia perdendosi nelle campagne.
Svejk, richiamato dal frastuono, esce dalla birreria dove vive da settimane come in un Harem con le dodici Cheerleaders. S’appoggia allo stipite della porta e si gode lo spettacolo. Poi, con gesto aduso, stappa una birretta. Le profumate sedicenni sentono lo schiocco, vedono lo Svejk, hanno un sussulto ormonale e senza pensarci due volte si precipitano verso la birreria.
In campo scende il silenzio, rotto solo dai mugolii e dalle risatine provenienti dalla birreria. Il pubblico di casa applaude e s’accomoda paziente in attesa del rigore più lungo del mondo.
Ahoy
68911° minuto
Sicché ti siedi prendi il foglio dalla risma alla tua destra scarti la prima matita e decidi per la seconda che rapida va a sgrattare sul bianco che ti sta sotto infilando la prima riga. Rileggi sollevi gli occhi. Smorfi e strappi. Alzandoti.
Ti siedi prendi il foglio dalla risma alla tua destra scarti la seconda matita e decidi per la quinta che rapida va a sgrattare un’altra riga forse riga e mezza talché strofinandoti la testa rileggi. Stavolta accartocci e scagli.
Cammini fino a spiaccicare il naso alla finestra fredda sulla fronte. Ti concedi dieci secondi ad occhi chiusi.
Ora sì che ti siedi prendi il foglio dalla risma alla tua destra scarti la quinta matita e decidi per l’ultima già quasi spuntata che con fatica va a sgrattare sorda il bianco di sotto. Male.
Ti siedi ti siedi per Dio prendi il foglio dalla risma alla tua destra scarti tutte le matite e decidi per la prima come hai fatto a non capirlo che rapida va a sbeccarsi in punta alla settima riga facendoti rompere a forza il silenzio.
Torni alla finestra. Dallo stadio di fronte non giungono voci. Alla fine devono essersi chiusi tutti in birreria. Meglio così. Anche per oggi il rigore più lungo del mondo dovrà aspettare.
Ti siedi.
Ahoy
78991° minuto
Ssshhh…
Non alzate la voce! Non vedete come dormono? Sono tutti involtolati nel sonno, che troppo sono stati in birreria. E troppo hanno provato la magia delle bollicine d’oro che salgono soffici nei boccali, come fiocchi di neve che scendono al contrario. E usciti di lì si sono arrotolati al sole stesi sull’erba dello stadio, appisolandosi beati. Non vedete come dormono? E dormendo sognano…
C’è Sverolone che sogna in svedese per fare colpo sulle sedicenni, ma anche in sogno loro non lo capiscono…
C’è Dunfermine che ora che è Mod sogna di correggere PACO…
C’è Cratore che sogna di essere caduto da piccolo dentro una pignatta di ribollita, come Obelix…
C’è Marrundo che sogna tutte le sue squadre e per questo si sveglia sempre tardi…
C’è Mirddin che da un po’ sogna sempre in rosa…
C’è il Nappa che sogna di non russare…
C’è Plauri che sogna acrobatiche parate in tutte le radio del mondo…
C’è McAskya che sogna (.)(.) e non sa che anche (.)(.) sogna altre (.)(.) …
C’è Baluba che sogna di essere inseguito da un’enorme rotella del mouse…
C’è giuli8p che visto che è uguale ad Alberto Angela spiega a Baluba come funziona la rotella del mouse che lo sta inseguendo…
C’è gingerfish che sogna classifiche da sogno…
C’è Point che sogna salsedine…
C’è Sluice che sogna di prendere a secchiate d’acqua di mare Point…
C’è O55o che sogna di riempire i secchi…
C’è gianni29 che sogna a monosillabi…
C’è Bersa che anche quando sogna non smette di parlare…
C’è Drakuun che sogna un Bersa muto…
C’è Slisko che sogna una conference senza thread inutili e senza ban…
C’è Maui44 che appena l’ha saputo sogna di aprire un thread inutile per farsi bannare…
C’è Superataru che sogna di aiutarlo…
C’è Fabchi che sogna a tutto gas…
C’è BRH2002 che non può sognare perché s’è messo dietro il tubo di scappamento di Fabchi…
C’è Diamante che sogna che finalmente Mix faccia girare…
C’è Mix che sogna come dire che s’è fumato tutto con un tiro solo…
C’è Suppamax che sogna la Ferilli ogni sedici settimane…
C’è Galeone che sogna frizzantini ogni sedici secondi…
C’è Gatei che sogna sedici frizzantini ogni secondo…
C’è Padre Jorgius che conosce già i sogni di tutti…
C’è Svejk che ha troppi sogni…
E ci sono tutti gli spettatori che pazientemente sognano di vedere il rigore più lungo del mondo…
Ahoy
89071° minuto
Una volta ancora il pallone giace sul dischetto del rigore. Sluice, dopo averlo ricollocato con cura, s’allontana di pochi passi.
Il silenzio è denso, la tensione palpabile. L’unico suono, come un mantice, è il respiro nasale del Nappa, al centro di una porta lontana undici metri.
L’arbitro, con un gesto noto, porta il fischietto alle labbra. Un sibilo fende l’aria. Sluice respira profondo e si prepara a partire per la breve rincorsa… Ma che succede! Nappa si muove dalla linea di porta e avanza con passo lento ma deciso verso un interdetto Sluice. Ora i suo naso è a dieci centimetri da quello del vecchio GM (il resto del corpo un metro abbondante indietro). I due si guardano negli occhi. Silenzio.
“Balliamo?…”
“Perché no…”
Dagli altoparlati dello Stadio si diffonde sincopato un tango argentino d’altri tempi e i due, avvinghiati in una presa poderosa, si lanciano in un turbinoso vortice di passi.
Sverolone non ci pensa due volte e, stretta una rosa fra i denti, afferra Gatei danzando appassionato.
Mister Dunf balla lascivo e solipsistico con Dottor Paco, mentre Drakuun strapazza il biondo Mirddin in un casque.
McAskya corre a ballare con (.)(.) in riva al mare, e ventiseimilatrecentosette tifosi casualmente lo seguono.
Marrundo balla quattrocentonovantadue volte con gianni29, che si domanda: “Non si uccidono così anche i cavalli?” (citaz.)
Cratore balla con un gambo di sedano, ma, non visto, lancia vogliose occhiate ad una salama da sugo poco distante.
Point balla sulle onde, Slisko balla col suo pallone, Padre Jorgius balla senza muoversi e Galeone è sempre in balla.
Le dodici Cheerleaders vorrebbero ballare con Svejk, ma Svejk (che ha un cuore grande così!) chiede loro di ballare con quelle lingue penzoloni dei suoi compagni di partita. A malincuore le Cheerleaders accettano…
E allora Svejk, tomo tomo cacchio cacchio, stringe una diciottenne svedese e va con lei a ballare sulle stelle. To mo’!
Gli spettatori rimasti invadono il campo e ballano gioiosi festeggiando il Primo Maggio.
Nell’attesa del rigore più lungo del mondo.
Ahoy
99151° minuto
Una volta ancora il pallone giace sul dischetto del rigore. Sluice, dopo averlo ricollocato con cura, s’allontana di pochi passi.
Il silenzio è denso, la tensione palpabile. L’unico suono, come un mantice, è il respiro nasale del Nappa, al centro di una porta lontana undici metri.
L’arbitro porta il fis… L’arbitro… Un momento! Ma dov’è l’arbitro?
In campo la confusione è palpabile. Non si può giocare senza l’arbitro!
Drakuun, con un lungo rutto ben articolato, sostiene l’inutilità della giacchetta nera e la possibilità di creare una comune autogestita secondo i dettami dell’ortodossia anarco footbalista di ispirazione comunarda non disgiunta da influenze di autogoverno zapatista nel rispetto delle ecocompatibilità e delle minoranze linguistiche.
Lo stadio intero precipita in lunghi minuti d’attonito silenzio, occhi spalancati e labbra pendule.
Alla fine Point esprime la domanda che percorre, a volte girando a vuoto, i cervelli di tutti: “Eh?…”. Dunf sancisce: “Ipse dixit”. E lentamente la vita riprende.
Lo juventino superataru afferma che senza arbitro non si può andare avanti perché la sua squadra non ha intenzione di giocare con un uomo in meno. Segue aspro dibattito, alimentato soprattutto dalla corrente interista di “Enrico Toti” Fabchi.
Nel cicaleccio un fitto masticare attira l’attenzione dei più. Appartato dietro un cartellone pubblicitario che recita “Chi beve birra campa cent’anni”, Cratore sta addentando un cosciotto ben rosolato. A pochi passi giace in terra una giacchetta nera. Vuota.
Un brivido gelato solca le schiene di tutti…
“Avete mica del Chianti?… La carne rossa fa sete…”
L’attesa del rigore più lungo del mondo si tinge di rosso…
Ahoy
109231° minuto
Venghino venghino siore, siori e Point, venghino ad assistere allo spettacolo più famoso di tutti i tempi, presenti passati e futuri, venghino al Circo Barzottogni!
Alla mia sinistra, nel parcheggio antistante lo stadio, il Cerchio della morteee! Il driver californiano Mauifortyfour, al volante della sua Innocenti tre cilindri del 1983 elaborata Polini, gira a velocità folle dentro un cilindro in plexiglass e sfida la forza di gravità aderendo alle pareti verticali. Riuscirà a raggiungere il pupazzo di Superataru che gli corre all’infinito davanti sbeffeggiandolo nel celebre gesto dell’ombrello? Correte a vedere e lo scoprirete!
E ora alla mia destra, dentro la tinozza da bagno di Drakuun e da anni quindi inutilizzata, ecco a voi… L’unico pesce rosso al mondo che non sa nuotare! Gingerfishhhhhh!!! Un metrottanta di carne non squamata che s’affanna a restare a galla in trentasette centimetri d’acqua stagnante! Affogherà? Non affogherà? Correte a vederlo e lo scoprirete!
Qui davanti a me un’altra celebre attrazione del Circo Barzottogni! Il trasformista dall’italiano improbabile… Fregoli Zelig Multistrato Marrundooooo!!! L’unico artista capace di essere contemporaneamente 492 persone diverse e ricordarsi a memoria il codice fiscale di ognuna di esse! L’unico talento vivente capace di preparare 492 formazioni diverse e non imbroccarne neppure una! L’unico italiano che in un paese di sessanta milioni di commissari tecnici della nazionale crede di esserlo davvero e riesce a convincere di questo anche le sue altre 491 peronalità! Dopo l’eroe dei due mondi ecco a voi l’eroe dei 492 mondi!!! Il grande Fregoli Zelig Multistrato Marrundooooo!!!
E per finire l’attrazione più importante. Reduce dai trionfi di Scandicci e Figline, osannato a Scarperia e idolatrato a Poggibonsi ecco a voi… Hannibal the Cannibal Lampredotto Cratoreeeeee!!! Sorvegliato ventiquattro ore al giorno da agenti armati di gas letali forniti dal Bersa, chiuso dentro una gabbia di doppio acciaio non commestibile e sgradevole al palato, occluso da una maschera facciale in fanghi di Abano Terme dura come le pine e impedente la masticazione, il terribile Cratore ruggisce e si dibatte in preda ai crampi della fame. Dodici giovenche vengono quotidianamente sacrificate al suo desco, ma alla fine della pantagruelica portata la domanda del nostro è sempre la stessa: “L’assaggio l’era bono. Quand’arriva il piatto?”. Hannibal the Cannibal Lampredotto Cratoreeeeee, il più grande magnone della storia, anche arbitrale!
Venghino venghino al Circo Barzottogni!…
Nel frattempo lo Sluice e il Nappa…
– Che, hanno trovato n’artro arbitro?
– Tsch…
– Mannaggia!… E alora namo avanti cor Circo. Ne troveremo uno cor fegato de venì!
– L’importante è che ci torni a casa, col fegato…
Ahoy
119311° minuto
Entrino signori, entrino! Entrino senza paura delle belve feroci colte nel loro ambiente naturale. Entrino a godersi lo spettacolo! Entrino al Parco Zoo di Barzottolandia!
– Non ci credo.
– Beh, è così.
– L’unico.
– L’unico che ha accettato l’invito.
– E quanto ci costa “l’invito”?
– Una sciocchezza, rispetto a quanto hanno pagato altri… Però vuole anche due baiadere.
Qui davanti a voi l’attrazione che ha lasciato di sasso i reali d’Inghilterra. Nell’ambiente naturale di un Basso, tra gli odori dei friarelli cotti e dei panni stesi, d’uliv’ chiappere e vino bianco, quaglioncelli giocano scalzi con un pallone e femmine accaldate s’asciugano il sudore dietro gli scuri. Ecco a voi il grandissimo gianni29!!! Riverito e onorato s’avanza nel basso come nu’ Papa. Infatti è in carica da quando se ne andò quel sant’uomo di gianni28, quello che per non dispiacere a nisciuno giocava con sette allenatori, uno per tipo d’allenamento… Generoso e competente gianni29 non si risparmia e per tutti ha un consiglio e una parola buona. Di solito è: “grazie”.
– Due baiadere?!
– Ha detto così…
– E dove le prendiamo?
– Io un’idea ce l’avrei…
– Sverolone e Gatei?
– Fa anche rima.
Alla mia sinistra e alla sinistra di tutti ecco riprodotto l’ambiente naturale della Sierra Maestra. Qui i famosi Barbudos capitanati da Fidel Ticastro Drakuun e dal suo più generoso compagno Ernesto “Chec’è?” Mix s’addestrano alle durezze della lotta, militare e politica. Ora li potete vedere alle prese con l’interrogatorio di un prigioniero: il temibile capo dei mercenari arrivati dalla Florida, il celebre Onda su onda Point! Mentre Ernesto “Chec’è?” Mix educa politicamente il prigioniero leggendo la raccolte complete degli ultimi 6329 numeri del giornale di partito La Gramna, il compagno Fidel Ticastro Drakuun impressiona il suddetto prigioniero abbattendo a colpi di rutto i satelliti spia del capitalismo! Hasta la victoria siempre!
– E va bene, ma sappi che sono contrario.
-Non c’è alternativa. E’ l’unico arbitro che è disposto a venire. Rispetto a due anni fa non chiede molto… E le baiadere le abbiamo.
– Mi viene da vomitare…
– E poi è talmente antipatico che magari sta indigesto anche a Lampredotto Cratore.
– Non contarci… Va bene, andiamo avanti. Non ne posso più di questa attesa. Faremo così, arbitrerà Byron Moreno!
Ahoy
129391° minuto
Finalmente il pallone giace di nuovo sul dischetto del rigore. Sluice, dopo averlo ricollocato con cura, s’allontana di pochi passi.
Il silenzio è denso, la tensione palpabile. L’unico suono, come un mantice, è il respiro nasale del Nappa, al centro di una porta lontana undici metri.
L’arbitro Byron Moreno porta il fischietto alle labbra. Ma che succede?!… Byron Moreno s’avvicina d’un paio di passi alla porta, con sguardo indagatore sguincia il portierone e… Espelle il Nappa per naso non regolamentare!
Gianni29 sussulta in panchina e per l’agitazione fa cadere in terra la boccettina di limoncello benedetto preparato dalla zia. Byron Moreno non perde tempo e lo espelle.
Dunf tenta un dialogo offrendo un volumetto di Byron (il poeta, quello buono…) e viene espulso per non aver tentato la corruzione (aperto il volumetto l’arbitro trova solo inutile carta e non la sperata cartamoneta).
Mix e Diamante, fra una risata e l’altra a bordo campo, vengono espulsi perché rei di minare la visibilità della gara avendo portato un fumogeno in campo. In un secondo momento l’arbitro, pur confermando l’espulsione, ammette l’errore: non era un fumogeno.
Jorgius viene giubilato per aureola non autorizzata e la curva occupata dai diciasettenni seminaristi del “Collegio della Santa Difesa” rumoreggia: viene espulsa in toto.
E’ il caos. Byron Moreno espelle illico et immediate Drakuun e Bersa per rumori molesti, seppur di diversa provenienza, Point perché è Point, BRH2002 e Fabchi perché un volta a Milano qualcuno gli aveva preso a calci il motorino e da allora odia i milanesi, Gatei e Sverolone perché come baiadere sono penosi (e qui l’arbitro si permette un sorriso per il giochino di parole…), SuppaMax Superataru O55o e Slisko perché in spagnolo pronunciare tutte quelle esse è un casino, Mirddin perché si ricorda ancora quello che scrisse la Gazzetta dopo la Corea e Galeone perché insomma un po’ di disciplina ogni tanto ci vuole!
Per espellere Plauri c’è voluto un po’ più di tempo perché quel demonio di un portierone saltellava da tutte le parti. E anche cacciare dalla porta Marrundo, che per 492 volte rientrava dalla finestra, non è stato uno scherzo.
Una puntatina nel parcheggio e viene espulso dalla sua macchina anche Maui44. McAskya giuli8p e gingerfish vengono espulsi per barzottismo acclarato e mandati in un campo di rieducazione fra i muli della Barbagia.
Senza avvicinarsi troppo alla gabbia Byron Moreno espelle anche Hannibal the Cannibal Lampredotto Cratore, che con sguardo affilato sibila: “Ci rivediamo a cena…”.
Vengono espulse tutte e dodici le Cheerleaders per eccesso di provocazione e a quel punto Svejk si autoespelle per andare a consolare le fanciulline affrante.
Per sovramercato viene espulso anche un calcolo renale della signora Maria, paciosa donna delle pulizie dello Stadio.
Un occhiata agli spalti e Byron Moreno espelle tutti gli spettatori, ma sì… fai vedere che abbondiamo… abbundandis in abbundandum!
In campo, immobile dal primo istante, rimane solo Sluice. Byron Moreno s’avvicina, porta il fischietto alle labbra e fischia il rigore. Poi si autoespelle e scompare in una nuvola di fumo.
Solo, in uno Stadio abitato dal vento, Sluice sta per battere il rigore più lungo del mondo.
Ahoy
139471° minuto
Gli occhi guardano la porta, vuota. Poi si spostano sul pallone, lì, in terra, cuoio inerte. Di nuovo gli occhi al cielo, alle gradinate vuote. Qualche foglio di giornale saltella sui gradoni, spostato dal vento. Già, il vento. L’unico suono in questo stadio vuoto. Il vento, che soffia lieve, ma continuo, insistito. A volte sbuffa una folata più ardita, ma poi torna, cheto, continuo, a sibilare fra le gradinate vuote. Uno sguardo ancora alla porta. Sempre vuota, laggiù. Beh, qualcosa s’ha da fa’… Quasi quasi tira… Sì, questo sta pensando Sluice, In fondo sono qui, l’arbitro ha fischiato, è mio diritto tirarlo ‘sto rigore… Sarebbe buffo che un colpo di vento me lo cacciasse fuori, t’immagini le risate! Sì… Ma le risate di chi, so’ solo…
Poi il vento s’accresce, gonfia, ansa, e Sluice si gira alle sue spalle, che da lì soffia il vento, e controluce intravede la porta opposta e appoggiato al palo di quella porta cento metri lontana un’ombra nera, laggiù, controluce. L’ombra si stacca da quell’appoggio e si fa figura in movimento, lenta, maestosa.
E’ pettinato con la brillantina e i capelli bianchi risplendono al sole come una pentola d’allumino. Indossa una divisa da portiere, maglia nera, pantaloncini neri con rinforzo ai lati, calzettoni neri con risvolto bianco, all’antica, tanto all’antica che la stoffa è cotone spesso un dito, feltro già scurito dal sudore. Avanza piano, e ora si scorge un po’ meglio il volto, un volto da vecchio indio araucano. Un brivido percorre Sluice, un tremore gli toffa il cuore, E se fosse…
L’indio dai capelli bianchi, la faccia assolata e rugosa, il passo lento e pesante, arriva a tre metri dall’unico uomo presente in quello Stadio. Con le mani finisce di arrotolarsi una sigaretta di tabacco nero e forte. Un fiammifero e la prima boccata rilascia un fumo denso. L’indio la fuma tutta, lentamente, gli occhi negli occhi del suo avversario.
“El Gato Dìaz?… El Gato che dopo una settimana d’attesa parò due volte il rigore a Constante Guana? E per questo la Rubia Ferreira gli permise di portarla al ballo e di baciarla? Quel Gato Dìaz?…” Le parole di Sluice sono un sussurro, quasi un pensiero.
El Gato Dìaz getta il mozzicone lontano e s’avvia alla porta. E lì, fra quei due pali el Gato diventa immenso, rannicchiato sulla punta dei piedi, con le dita aperte e lunghe. Sluice esita, incerto. Poi respira profondo, guarda il pallone, solo il pallone e prende la rincorsa…
“Evitai di guardarlo negli occhi e cambiai piede; poi tirai di sinistro, basso, sapendo che non l’avrebbe parato perché era molto rigido e portava il peso della gloria. Quando andai a prendere il pallone nella porta si stava rialzando come un cane bastonato. – Bene, ragazzo, – mi disse. – Un giorno andrai in giro da queste parti a raccontare che hai segnato un goal al Gato Dìaz, ma nessuno ti crederà.”
Fine
Grazie a tutti.
E grazie all’immortale Osvaldo Soriano.
Ahoy
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