Quando i sequel falliscono miseramente
A distanza di qualche giorno il bilancio negativo si fa sentire. L’indice di gradimento degli spettatori che avevano già ammirato i ben più avvincenti lungometraggi nella loro prima parte, è irrimediabilmente sceso a soglie inimmaginabili per produzioni così costose ed impegnative. Quelli che si propongono come kolossal moderni in chiave fantascientifica, sono finiti nelle sabbie mobili, per rimanere in tema con la loro ambientazione.
.Dune parte 2, la noia uccide più del deserto
Reduci dal precedente capolavoro tratto dall’opera immortale di Herbert, gli spettatori si aspettavano un tripudio di scene d’azione e invece si sono ritrovati assetati di epici contenuti. La sabbia del deserto, la disidratazione e il caldo torrido di Arrakis sono d’ispirazione per cominciare a pensare ai progetti per l’estate nei riguardi della nostra pelle bisognosa di attenzioni. L’ideale è proteggerla con prodotti all’avanguardia, sulla spiaggia come sulle assolate pianure di Veldt, la Luna Ribelle.
Rebel Moon parte 2, un disastro annunciato
Quella che a breve diventerà una trilogia non è mai partita sotto i migliori auspici. La sua storia, non come trama ma come pellicola, si muove nel sottobosco Star Wars e ne condivide la terminologia per autodefinirsi. Questo particolare ha estremamente irritato i fan del celebre prodotto Lucas Film ormai acquisito dal colosso Disney fino alla colite ulcerosa. I fedelissimi, già furiosi per l’acquisizione Disney hanno visto in Rebel Moon una brutta copia di Star Wars ma qui c’è un nodo da sciogliere perché la questione è ben più complessa di quanto si possa immaginare.
Una galassia di sotterfugi
Lontano dal Mondo Madre dove sono ambientate le vicende della coraggiosa Kora (Sofia Boutella), qui sulla Terra, Rebel Moon avrebbe dovuto far parte del filone Star Wars prodotto da Disney Studios ma dopo l’acquisizione della Lucas si è deciso per una produzione alternativa e una parziale riscrittura della trama a screen play ormai pronto. Non una copia quindi, ma originariamente era stato pensato per far parte di quell’universo di spin-off di Star Wars che dopo il successo della trilogia originale, il regista Snyder voleva sottoporre a George Lucas. L’idea originale risalirebbe quindi ad almeno 25 anni fa! Un duro colpo alla schiena per chi, avendo visto il film, non conosceva questa storia ed era pronto a sparar sentenze.
Due linguaggi fantascientifici e morali
In Dune e Rebel Moon si condivide, a livello di scrittura, il senso di giustizia, come si confà a tutti gli eroi che si ergono a simbolo e a guida del loro popolo.
Un leader ragazzo, un re sacro e una donna guerriero che si redime dalle sue colpe facendo la cosa giusta. Entrambi combattono, in maniera differente, il male assoluto costituito da un impero di rigida impostazione marziale. Il primo come un salvatore del popolo del pianeta Arrakis che aspettava da tempo la sua venuta, sostenuto dalla madre sacerdotessa di un culto femminile dai poteri straordinari. Dall’altro lato una donna sola contro tutti che costruisce la sua famiglia nel villaggio in cui arriva e che ha intenzione di difendere fino alla morte.