DEJA VU. ” E’ obbligatorio fare bene perche’ in Champions League non puoi fare figure del cavolo “.
” Figuracce? Mai fatte. “
Botta e risposta tra Moratti e Benitez del 7 dicembre 2010. Vigilia della sfida in Champions contro il Werder Brema, con l’Inter già qualificata al turno successivo. Risultato? 3 a 0 per i tedeschi. Mai parole furono più incaute, quelle del tecnico spagnolo.
4 aprile 2011. ” Attenzione allo Schalke, ai quarti non ci è arrivato per caso. Non siamo al Grande Fratello, si fanno troppe chiacchiere. Ci rialzeremo anche stavolta “. Vigilia di Inter-Schalke 04, quarti di finale di andata di Champions. L’ Inter viene da un 3-0 nel Derby di 2 giorni prima.
Risultato? 2-5 per i tedeschi. Ironia della sorte. Dovevi rialzarti e ti sei affossato ancora di più.
La sconfitta di martedì non ha davvero attenuanti, forse l’unica plausibile è quella della stanchezza dopo una rincorsa di 3 mesi. Un’Inter che segna dopo 26”, crea tante occasioni, ma si fa rimontare sempre. Lascia enormi praterie a Jurado e compagni. E nel secondo tempo scompare, completamente.
Nella sera in cui si vede un Milito in palla più degli altri (lo si era notato già nel finale del Derby), Leonardo deve fare i conti con un Chivu ancora più ingenuo, che si fa cacciare di nuovo e lascia la squadra in 10 nel periodo più delicato. Vi ricorda qualcosa?
E’ la notte in cui Ranocchia, miglior difensore della rosa dopo Lucio, realizza un’autorete che chiude partita e sogno Champions.
Già, si torna a parlare di sogno Champions. Perchè quella con lo Schalke è anche la notte in cui tornano a galla i fantasmi del passato, dell’Inter forte in Italia ma debole in Europa. Dell’Inter di Zaccheroni che si fa umiliare 5-1 in casa dall’Arsenal di Henry. Dell’Inter di Mancini che viene asfaltata dal Liverpool di Torres. E anche della prima Inter di Mourinho che viene sconfitta dal Manchester del fenomeno Cristiano Ronaldo.
Ma lo Schalke, è sicuramente squadra meno spaventosa di queste. Ci si doveva inchinare solo di fronte a Raul, mister 71 gol in Europa, e invece ci si è chinati anche davanti ai vari Edu, Papadopoulos e Baumjohann.
E la sensazione di dèja vu è sempre più forte.
Inutile dare pagelle, sarebbero quasi tutte negative fatta eccezione per i soliti.
THIS IS THE END, LEO. Utile invece parlare di quello che questa Caporetto può provocare in casa Inter. Si parla già di nuovo allenatore. Già finita l’era Leonardo, o quasi.
Perchè i nomi sono 2, sempre quelli. Clamoroso ritorno, o dèja vu, mettetela come volete, dello Special One. Oppure l’intrigo di Moratti, Pep Guardiola. Chiunque arrivi pare già segnato lo spostamento di Leo dalla panchina alla scrivania.
I giornali di questa mattina hanno titolato ” Rifondazione Inter “.
Che la rosa dell’Inter non sia piena di bambini è risaputo, ma da rifondare c’è poco. Se si usa il termine ringiovanire allora siamo d’accordo. Con il mercato che impazza per comprare dei giovani da Inter bisogna fare enormi sacrifici, cosa che Moratti è abituato a fare da anni. Ma che anche stavolta sia costretto a vendere qualche pezzo pregiato? Vedi i vari Maicon, Julio Cesar. La piazza si rivolterebbe e metterebbe a ferro e fuoco la Pinetina.
Si perchè fin quando si parla dell’indegno Balotelli, passi. Ma guai a toccare gli intoccabili.
Putroppo per l’Inter però la stagione non è ancora finita, anzi. E’ nel momento clou. Sabato c’è da affrontare un Chievo affamato di punti salvezza e mercoledì bisogna giocare il ritorno dei quarti di Champions in Germania.
Serve minimo un 4-0, anzi uno 0-4. Non è un’impresa, sarebbe un miracolo, un segno del destino.
Ma la stagione nerazzurra è stata costellata di segnali quasi tutti negativi, quindi perchè montarsi la testa?
Fa quasi tenerezza l’ottimismo un po’ forzato di Cambiasso e Zanetti, due che ci mettono sempre la faccia. ” Non è ancora finita “, ” Ci crediamo fino all’ultimo, nel calcio non si sa mai “.
Ma in una situazione del genere anche il più interista degli interisti ha raggiunto la consapevolezza che l’unico obiettivo realistico della stagione rimane la Coppa Italia.
La cara vecchia Coppa Italia, da cui cominciarono i 5 anni di dominio nerazzurro.
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