Siamo alle fasi conclusive del rapporto tra Roberto Baggio e la Federcalcio. Sono infatti imminenti le dimissioni del divin codino, a soli otto mesi dalla nomina. Da quel luglio 2010 in cui il presidente della Figc, Giancarlo Abete, effettuò una drastica rivoluzione dopo il fallimento del mondiale in Sud Africa. E adesso? E’ successo che quando c’è da investire nei settori giovanili siamo sempre alle solite. Rivoluzioni, cambiamenti, ma poi chi comanda ha sempre la stessa mentalità di sempre. E tutto questo ha portato Baggio a dire basta.
Ma andiamo per ordine: Baggio ha presentato un piano rivoluzionario di ben 7 milioni di euro. Secondo l’ex “numero dieci”, il calcio italiano avrebbe dovuto svoltare partendo da uno studio sui giovani capace di analizzare addirittura 60mila partite. Subito il problema criticatogli, è stato il costo dell’operazione giudicato elevato. Ma come riesci a risollevare un settore giovanile sempre più in crisi senza un sostanzioso investimento? C’è poi anche da dire del conflitto di competenze che vorrebbe il settore giovanile presieduto da Gianni Rivera e il Club Italia di Demetrio Albertini e Arrigo Sacchi occuparsi di tutto ciò, soprattutto dello scouting dei baby calciatori.
Adesso si attende la risposta del consiglio federale che quasi sicuramente boccerà la proposta di Roby. In quel caso sarebbero imminenti le sue dimissioni poichè tutti questi mesi di lavoro a titolo gratuito (infatti Baggio non riceve stipendio per ricoprire quella carica) sarebbero stati inutili. Non solo: sarebbe la definitiva conferma che questa operazione rivoluzionaria effettuata da Abete sia stata solo un’operazione di facciata con personaggi di spicco messi li solo per calmare la piazza e che sono stati messi li a ricoprire la carica ma senza senza possibilità operative.
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