Calciopoli: l’udienza del 1° Marzo. La trascrizione degli interrogatori

Qui di seguito le trascrizioni dei testimoni chiamati dai PM per l’udienza del 1° marzo;

Mancano all’appello le testimonianze dell’ex arbitro Nucini e di Gianfelice Facchetti, assenti in questa seduta.

Alcuni retroscena della giornata processuale potete trovarli nel nostro articolo uscito ieri.

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DEPOSIZIONE BARALDI.
PM Capuano: Nel 2002 dove lavorava?
Baraldi: Ero direttore generale del Parma Calcio.
PM Capuano: In quel periodo, mi riferisce dei fatti relativi alla cessione di Di Vaio?
Baraldi: Nella sessione estiva del 2002 ci fu la cessione di Di Vaio dal Parma alla Juve.
PM Capuano: Come si arrivò alla cessione?
Baraldi: Di Vaio per tutto il mercato era stato in trattative con l’Inter, poi ci fu un interesse flebile anche di altri club. Poi ci fu una partita di Supercoppa Italiana dove Di Vaio giocò una buona gara; dopo quella partita la Juve approcciò Sacchi, che era direttore tecnico, e proprio il 30 agosto iniziò un trattativa che si concluse con la cessione.
PM Capuano: Chi era il procuratore?
Baraldi: La Gea, quindi Alessandro Moggi.
PM Capuano: Come seppe della trattativa?
Baraldi: Ero in sede, Sacchi mi disse che ci fu un incontro tra lui e Moggi e Giraudo in presenza del procuratore.
PM Capuano: Per quanto si concluse?
Baraldi: Intorno ai 27 milioni e mezzo di euro: la trattativa fu impostata con la cessione a titolo definitivo per una cifra intorno ai 15-16 milioni, poi per raggiungere i 27 fu strutturata un’operazione con l’acquisto del 50% di Brighi con l’impegno per la Juve di cedere l’altro 50 dopo due anni. Ci fu una scrittura privata tra le società.
PM Capuano: Quando parla di scrittura privata parla di questo documento? (Capuano mostra il documento)
Baraldi: Sì.
Presidente Casoria: Chi sono le parti?
Baraldi: Parma e Juve.
PM Capuano: Questa carta bypassava il regolamento federale?
Baraldi: Sì non era prevista
PM Capuano: E perché si fece?
Baraldi: Perché la Juve chiedeva di pagare in 5 anni e non in tre come era la regola quindi per venire incontro alla Juve si fece questo accordo.
Capuano mostra un altro documento che Baraldi non riconosce. Gli avvocati chiedono di che si tratta.
PM Capuano: E’ un documento sequestrato al Parma Calcio nella cartellina di Di Vaio, all’esito delle dichiarazioni.
Gli avvocati si oppongono anche alla visione del documento.
Avv. Russo per la Juventus: La Juve fa opposizione: è un foglio anonimo.
Presidente Casoria: Un documento anonimo al teste, non sarà ammesso.
Pm Capuano: A prescindere da ciò: i restanti 11 milioni di euro come dovevano essere pagati?
Baraldi: Attraverso un nuovo documento, dopo tre anni su moduli della lega, per cui la Juve avrebbe riacquistato brighi per quella cifra.
Pm Capuano: E poi che accadde?
Baraldi: Alla scadenza bisognava formalizzare la scrittura privata e a quel punto telefonai a Giraudo per un appuntamento che mi venne concesso. La controparte firmataria in quel momento era il commissario straordinario del Parma dottor Bondi. In quell’appuntamento andammo io e Minotti, nella sede della Juve, dove c’erano Moggi, Giraudo e Bettega, e ci venne detto che erano disposti a formalizzare ma in cambio ci chiesero delle opzioni su Gilardino, Marchionni e Bresciano. Io dissi di no, perché non era negli accordi e poi, come società in liquidazione, non potevo svendere il patrimonio della società. Ci demmo appuntamento il 23 giugno, ultimo giorno utile e il mattino stesso, sempre io e Minotti, incontrammo Giraudo che mi chiese in cambio una opzione almeno su calciatori del settore giovanile. Io mantenni la mia linea. Aspettammo tutta la giornata anche perché senza quei soldi il Parma sarebbe fallito.
Pm Capuano: La dirigenza della Juve era a conoscenza delle difficoltà?
Baraldi: Beh, ne era a conoscenza tutto il paese. Dopo ciò, verso la tarda serata, a poche ore dal termine venimmo chiamati da Giraudo che era arrabbiatissimo. Io dissi a Giraudo che avremmo portato in Lega la scrittura privata, anche per far vedere che avevamo un credito. Giraudo disse che non avrebbe fatto più affari con noi e che avremmo avuto difficoltà dal punto di vista sportivo.

PM Capuano: Che intendeva con conseguenze dal punto di vista sportivo?
Baraldi: Non ricordo le parole specifiche ma disse che avrebbe manifestato il desiderio di vederci retrocessi ma non ricordo.
PM Capuano: La stagione successiva il Parma che fece?
Baraldi: Il Parma si salvò dalla B dopo lo spareggio.

Avv. Russo per la Juventus: Lei di questa minaccia ha informato gli organi federali?
Baraldi: No.
Avv. Russo: Perché?
Baraldi: No, no, non lo feci perché allora la colsi come uno sfogo. Io ho avuto un rapporto di amicizia con Giraudo e in quel momento l’avevo colto come uno sfogo e basta, è stata un’affermazione fatta in quel momento, per questo non l’ho denunciato.

Avv. Prioreschi: Nella sua esperienza di dirigente, quella è stata l’unica volta in cui ha visto una scrittura privata o è frequente nel calcio, per allungare i termini di pagamento?
Baraldi: Per quanto mi riguarda, per queste ragioni, la compravendita, fu la prima volta, anzi ne avevo vista un’altra sempre fatta da Sacchi per Gilardino con il Verona.
Avv. Prioreschi: Lei rispondendo al PM ha detto che Di Vaio era rappresentato da Alessandro Moggi, se Le dico che, invece, era rappresentato da Zavaglia e che mai è stato rappresentato da Alessandro Moggi che mi può dire?
Baraldi: Non ricordo.

Avv. Galinelli: Con riferimento al 2004/2005, in particolare l’ultima giornata con il Lecce, ricorda chi era l’arbitro?
Baraldi: Sì, De Santis.
Avv. Galinelli: Come giudicò la sua condotta arbitrale?
Baraldi: Io di quell’arbitraggio non contestai l’aspetto tecnico ma quello delle ammonizioni. Dal punto di vista tecnico fu una buona partita con situazioni di errori non evidenti.
Avv. Galinelli: Il problema delle ammonizioni cosa comportò?
Baraldi: Che i sei ammoniti erano sei diffidati e non giocarono lo spareggio.
Avv. Galinelli: Al termine della gara venne dato un recupero?
Baraldi: Non ricordo quanto.
Avv. Galinelli: Sapevate in quel momento se il Parma era salvo?
Baraldi: No, finita la gara non sapevamo quali erano i risultati e non sapevamo se eravamo salvi, i risultati non c’erano sui tabelloni.
Avv. Galinelli: Voi faceste un dossier sui torti arbitrali, ma c’era anche la partita di Lecce?
Baraldi: Noi lo facemmo alla trentesima giornata, quindi prima della gara con il Lecce.

Avv. difesa Pairetto: Ebbe modo di avere degli incontri con Pairetto?
Baraldi: Non ricordo
Avv. difesa Pairetto: Non andò mai ad una cena organizzata da Sacchi?
Baraldi: Sì, a casa di Tanzi, non fu nella prima mia presenza al Parma, ci fu una cena.
Avv. difesa Pairetto: Chi c’era?
Baraldi: Io, Sacchi, Tanzi, Pairetto e Bergamo.
Avv. difesa Pairetto: Minotti?
Baraldi: Non credo, non ricordo.
Presidente Casoria: Ma Giraudo non fece accenno in quello sfogo a come avrebbe fatto a farvi retrocedere?
Baraldi: No.
Presidente Casoria: Ma la scrittura privata la ritenevate rilevante?
Baraldi: Dal punto di vista civile sì, era firmata da persone legittimate.
Presidente Casoria: Ne eravate convinti?
Baraldi: Sì.
Presidente Casoria: Era irregolare questo accordo per la Lega.
Baraldi: Sì, non è previsto dalle norme federali che ci sia un accordo privato per un pagamento oltre i tre anni.
Presidente Casoria: E quindi perché la ritenevate rilevante?
Baraldi: Perché la Juve è una società quotata.

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DEPOSIZIONE MINOTTI (trascrizione integrale).
Presidente Casoria: Generalità complete e qualifica.
Minotti: Minotti Lorenzo. Sono nato l’08/02/67 a Cesena ed attualmente faccio il dirigente presso il Cesena Calcio.
Presidente Casoria: Dirigente del Cesena Calcio. Da quanto fa il dirigente del Cesena Calcio?
Minotti: Ho iniziato nel novembre 2007, poi ho avuto una pausa l’anno scorso e quest’anno ho ricominciato.
Presidente Casoria: Prima del 2007, nel periodo dei fatti in contestazione 2004-2005, Lei che qualifica rivestiva?
Minotti: Io ero team manager e responsabile dell’area tecnica del Parma.
PM Capuano: Quindi Lei nell’agosto 2002 che ruolo aveva nel Parma Calcio?
Minotti: Nell’agosto 2002 ero il team manager. Praticamente ero il dirigente che stava con la squadra e facevo un po’ da collegamento tra la squadra e la società.
PM Capuano: Lei ricorda che tipo di attività prestò nell’affare che poi condusse nella cessione Di Vaio dal Parma alla Juventus?
Minotti: Per quanto riguarda l’affare Di Vaio io nel 2002 non partecipavo praticamente alle operazioni di mercato, quindi posso dire che Di Vaio fu ceduto alla Juventus, però non ero presente all’atto del …
PM Capuano: Lei partecipò all’incontro per l’esercizio del diritto di opzione di Brighi, no?
Minotti: Sì, quello sì.
PM Capuano: Ed era nell’estate 2004, due anni dopo la cessione.
Minotti: Due anni dopo, sì.
PM Capuano: Vuole dire cosa accadde?
Minotti: Nel 2003, dopo il crack della Parmalat, io cominciai ad avere un ruolo un po’ più attivo anche a livello dirigenziale. E quindi, nell’estate del 2004, praticamente cominciai a fare una sorta di direttore sportivo, anche se a livello decisionale poi le decisioni venivano prese da Baraldi e da Sacchi. Io facevo un po’ più l’operativo. Però in quel periodo cominciai anche ad andare ad incontri per la cessione o per l’acquisto di calciatori. Nello specifico c’era da risolvere questa questione della operazione di Brighi, che era in prestito al Parma. Da quello che mi risulta, perché poi io non avevo partecipato all’atto iniziale, si doveva risolvere questo prestito e la Juve aveva una sorta di obbligo per riportare il giocatore a Torino ad un prezzo già stabilito.
PM Capuano: Sì.
Minotti: Quindi, ecco, invitato da Dottor Baraldi, mi ricordo che andammo a Torino. Era giugno , cioè nel periodo in cui si risolvono appunto i prestiti, le compartecipazioni. Andammo a Torino nella sede della Juve. Era un lunedì pomeriggio e lì incontrammo i dirigenti della Juventus e ci fu un approccio proprio per risolvere questa situazione. Ricordo che coi dirigenti della Juventus si parlò, si discusse, anche perché volevano un attimino sistemare questa situazione, creando cioè una sorta di vestito, perché non so se è già stato detto che l’accordo di riscatto di Brighi non era contemplato nei documenti della Lega. Era un agreement che c’era tra le due società. Quindi probabilmente si voleva in quel momento dare un vestito a questa operazione. Mi ricordo che in quel frangente parlammo di opzione o di qualche calciatore nostro tipo Gilardino, tipo Bresciano, tipo Bonera, per dare un senso a questa operazione, anche perché Brighi non è che avesse fatto benissimo ed il prezzo che veniva pagato per il giocatore si capiva che non era inerente… non era attinente, ecco.
PM Capuano: Quindi? E andò a buon fine questo incontro?
Minotti: No. Lì a Torino parlammo in maniera tranquilla però non si trovò una soluzione. Quindi ci si diede appuntamento a Milano qualche giorno dopo perché a livello di Lega c’è una scadenza proprio per chiudere questo tipo di operazioni prima che inizi il calciomercato. E quindi ci ri-incontrammo, qualche giorno dopo, a Milano. A Milano ci incontrammo alla mattina, al Principe di Savoia, ed anche lì si parlò. La Juventus ci chiese in quel momento magari di..…si parlò del settore giovanile, di qualche opzione su qualche giocatore giovane, però, da quello che mi disse il Dottor Baraldi, lui aveva l’ordine/l’input dal dottor Bondi, che allora era il commissario e gestiva di fatto il Parma Calcio, di chiudere l’operazione così com’era stata ideata all’inizio. Per cui mi ricordo che la mattina non si trovò l’accordo e noi dovevamo aspettare perché quella operazione per il Parma, da quello che mi dicevano, era fondamentale, perché in quel momento eravamo commissariati e quella somma di denaro era fondamentale per l’ iscrizione del Parma al campionato. E poi aspettammo, ci portarono alla lunga, perché poi la risoluzione di fatto avvenne nel pomeriggio. Mi ricordo che era un altro albergo, ma sinceramente non mi ricordo quale. Mi ricordo bene a livello visivo la hall e tutto…
PM Capuano: Vabbè non è rilevante.
Presidente Casoria: Non ha importanza.
Minotti: Posso dire che nel pomeriggio ci vedemmo ed alla fine la Juventus prese Brighi a quella cifra.
PM Capuano: E addivenne al contratto normalmente o ci furono poi delle reazioni da parte dei dirigenti della Juventus?
Minotti: Io l’unica cosa che ricordo era che quando è stato il momento del pomeriggio che si è risolta la questione, ricordo il Dott Giraudo che disse in maniera molto forte in questa hall di albergo: “E vabbè, allora firmiamo questo accordo, però sia chiaro che da oggi in poi i rapporti tra Parma e Juventus sono chiusi, cioè per me non esistete più e qua finisce tutto”. Fu detto in maniera un po’ forte, soprattutto in una hall di albergo dove c’era tanta gente. Sinceramente un po’ la sentii questa cosa, però finì lì, ecco. E l’accordo fu fatto.
PM Capuano: Ricorda esattamente il contenuto di questa sfuriata che le fece la dirigenza?
Minotti: Io ricordo che, cioè il significato era, disse: “Va bene, se è cosi che deve andare questa cosa noi rispettiamo l’accordo, però le relazioni tra Parma e Juventus da oggi finiscono, non esistono più. Per me non esistete più”. Quindi era …non era bello, perché non avere più rapporti con la Juve o con altre società importanti sicuramente non fa piacere.
PM Capuano: Presidente, io per sollecitare il teste produco una contestazione. Lei è stato sentito il 24 novembre 2010 a Parma. Relativamente a questa vicenda lui la descrive in questo modo: “La hall era piena di gente e Giraudo, stando ad una certa distanza da noi, gridando in mezzo alla sala alla presenza di altre persone, rivolgendosi a me e a Baraldi, quasi come fosse una minaccia, disse che avrebbero firmato, che noi a Parma non avremmo avuto più rapporti con la Juve e che praticamente avremmo chiuso con la società bianconera. Ricordo…
Avv. Trofino (in sottofondo): Vabbè…
PM Capuano: Avvocato, mi fa finire la contestazione, però?
Presidente Casoria: Silenzio… Vabbè.
PM Capuano: Io per correttezza la leggo tutta, altrimenti mi si dice che non l’avevo detto.
Presidente Casoria: Va bene, va bene, va bene. Andiamo avanti.
PM Capuano: “Ricordo che fu una sfuriata molto pesante alla presenza di tanta gente e che il senso era che avremmo sicuramente subito delle conseguenze e fatto una brutta fine, proprio perché non avevamo voluto accettare le precedenti condizioni che i dirigenti juventini chiedevano in relazione alla risoluzione della comproprietà di Brighi. Ciò dico perché dette minacce debbono essere relazionate con l’influenza che la società bianconera aveva nel calcio in quel momento”. Oltre a quello che è il riferimento alla chiusura degli accordi tra Parma e Juve, evidentemente Lei riferisce anche che ci sono delle minacce e che avreste subito delle conseguenze.
Avv. Prioreschi: No, c’è opposizione presidente, perché le minacce…
Presidente Casoria: Ha letto, ha letto.
Avv. Prioreschi: … è la deduzione.
Presidente Casoria: Vabbè, vabbè, va. Ha sentito questa cosa Lei? Spieghi un poco meglio, eh.
Minotti: Io ho spiegato che di solito quando si chiude un accordo o qualcosa, si è a sedere in un tavolo ..
Presidente Casoria: Ci si da la mano, si sta belli …
Minotti: Invece Lui era …
Presidente Casoria: Però Lei già ci ha chiarito che non era un accordo molto vantaggioso. E’ così?
Minotti: Certo, certo.
Presidente Casoria: Eh. Vabbè.
Avv. Trofino (in sottofondo): Era contrariato.
Presidente Casoria: Va bene. Dica.
Minotti: Cioè non era frutto di un confronto al tavolo. Loro, perché erano più persone (c’era anche, non so, il segretario, c’era qualcuno) e Giraudo, senza sedersi con noi, in piedi disse: “Va bene, allora firmiamo, col Parma però abbiamo chiuso”.
Presidente Casoria: Ma perché, nella hall poi stavate firmando?
Minotti: Eravamo nella hall e c’erano tante persone, perché c’era calciomercato. C’erano anche tante altre persone. Quindi cioè la cosa che dette …
Presidente Casoria: Cioè si facevano anche altre contrattazioni in questa hall?
Minotti: Sì, c’erano anche altre società, stavano altri dirigenti. Quindi la cosa che dette fastidio era sentirsi dire quella cosa lì forte. Però non è che Lui ha minacciato o ha detto delle cose …. Lui ha detto soltanto che da quel momento i rapporti erano chiusi. Io ho detto che non avere più rapporti con la Juve in quel momento non era una bella cosa.
Presidente Casoria: E perché non era una bella cosa? Ecco, spieghi un poco qua.
Minotti: Perché credo che le società importanti come Juve-Milan-Inter sono quelle con cui bisogna andar d’accordo. Anche perché società piccole come il Parma o altre – io adesso lavoro per il Cesena – , è logico che quando si va a parlare con queste società, si chiedono giocatori, si devono avere dei rapporti buoni, perché…
Presidente Casoria: Perché hanno più potere.
Minotti: Sicuramente.
Presidente Casoria: Va bene, abbiamo capito.
PM Capuano: Non ho più altre domande Presidente.
Presidente Casoria: Ci sono altre domande?
Avv. Trofino: Nemmeno noi.
Presidente Casoria: Va bene, può andare il testimone.

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DEPOSIZIONE MARESCIALLO ZIINO .
Ziino: Sono il Maresciallo Capo Ziino Sergio dei Carabinieri, all’epoca e tuttora effettivo al Nucleo Investigativo dei CC di Roma.
PM Capuano: Lei viene sentito sull’anagrafica storica di due schede telefoniche. Adesso io Le chiedo se in merito all’utenza 338/****366, Lei è in grado di dirmi quella che definita la vita anagrafica storica della scheda relativamente a questa utenza, specificando il periodo che va dal 2000 ad oggi.
Ziino: In relazione all’utenza telefonica 338/****366 tramite la banca dati a disposizione delle forze di Polizia e, quindi, la Tim, questa è una scheda tipologia prepagata… Tramite l’archivio della TIM si è potuto risalire alla storia di questa scheda che inizia, il periodo di attivazione, il primo nel 1997…
PM Capuano: A noi interessa il periodo che va dal 2002 al 2006.
Ziino: Nel 2002 la sim viene chiusa perché intestata ad una certa **** Maria e viene riattivata, a nome Bresciani Francesco, presso il punto dealer, che sarebbe il negozio che abbina la scheda ad un nominativo, quando lasci il documento, il punto dealer **** di Napoli, in via Petrarca, Questa scheda viene attivata il 23.05.2003 e viene disattivata l’11.11.2004, per poi essere riattivata il 12.07.2005 a nome ******* Maria nata a Taranto, presso un punto dealer di Taranto. Proprio questo abbinamento, come attività di Polizia Giudiziaria già precedentemente, il 23 maggio 2006, durante l’attività investigativa era spuntato fuori questo negozio, a seguito di un verbale mi ricordo. Noi abbiamo sentito uno dei titolari del negozio di Napoli.
PM Capuano: Avete effettuato accertamenti sul conto di Bresciani per quanto riguarda se risultava intestatario di altre utenze attivate presso quell’esercizio e in quel periodo?
Ziino: Sì, esattamente, questo Bresciani, siccome era proprio il periodo che ci interessava, abbiamo verificato le utenze ancora a disposizione di questo signor Bresciani e risultava per la Tim che aveva attivato altre 2 utenze, una 339/*****24 attivata dal 22.11.1999 a tutt’oggi, ed una utenza telefonica 338/****353 attivata dal 23.05.2003 al 16.10.2044. Questa ultima utenza telefonica era stata anch’essa venduta nel negozio di Napoli, di via Petrarca, e nella circostanza abbiamo evidenziato che era stata attivata alcuni minuti prima dell’attivazione dell’utenza 338/****366 precedente. Questo è un dato che entrambe sono state prese nello stesso negozio ed attivate nel raggio di pochissimi minuti.
PM Capuano: Va bene Presidente, non ho altre domande.

Avv. Prioreschi: La delega che ha ricevuto dal pm che cosa Le chiedeva di verificare?
Ziino: Chiedeva di verificare la scheda telefonica, diverse utenze telefoniche tra cui quella 338/****366.
Avv. Prioreschi: Con riferimento a tutte queste utenze, erano state trasmesse le dichiarazioni di Nucini che aveva indicato queste utenze, o Le erano stati dati solo i numeri telefonici?
Ziino: No, mi sono stati dati solo i numeri delle schede e un riferimento…
Avv. Prioreschi: Che riferimento?
Ziino: Eh, un riferimento, dice “Queste sono delle schede telefoniche che il dottor Nucini ha riferito essere state date dal Fabiani”, basta.
Avv. Prioreschi: Allora, io ho interesse a porle anche delle domande sulle altre utenze sulle quali Lei ha fatto le indagini. Torniamo per un momento a quella 338/****366, Lei rispondendo al Pm ha detto che è una prepagata attivata il 23.05.2003. Attivata significa?
Ziino: Sì, che è stata nuovamente abbinato al numero una persona.
Avv. Prioreschi: L’attivazione di una prepagata come si fa?
Ziino: Eh, si abbina alla scheda un nominativo e da quel momento in poi…
Presidente Casoria: L’avvocato vuol sapere se ci deve essere anche la telefonata.
Avv. Prioreschi: No, Lei sa meglio di me che per la prepagata ci deve essere la telefonata al gestore che la attiva.
Ziino: Sì ma questo, mica abbiamo fatto il tabulato…
Avv. Prioreschi: Per carità, ma se Lei mi dice “Attivata il 23.05. 2003”, significa che il 23 maggio 2003 quella scheda ha cominciato a funzionare.
Ziino: Eh, potrebbe essere che… adesso questo tecnicamente potrebbe essere… intanto l’ha attivata e poi la telefonata di attivazione potrebbe essere fatta successivamente…
Presidente Casoria: Il difensore vuole sapere se Lei ha verificato se c’è stata questa telefonata…
Ziino: No, il tabulato non è stato fatto, è solo stato fatto schematicamente l’attivazione.
Avv. Prioreschi: Tecnicamente l’attivazione… tutti quanti abbiamo comprato schede prepagate e l’attivazione, quando uno compra la scheda poi la prende, chiama la Tim e dopo un paio di giorni la scheda funziona. Se risulta attivata il 23 maggio significa che il 23 maggio deve essere stata… chiedo a Lei se è stata…
Ziino: No, questo non è stato verificato perché è stato soltanto… nel tabulato Telecom, Tim, non c’è questa modalità, c’è soltanto il giorno di attivazione che poi è registrato, si può nuovamente…
Avv. Prioreschi: Senta maresciallo, sulle altre tre utenze che Lei ha verificato, secondo le dichiarazioni di Nucini sarebbero numeri che Fabiani gli avrebbe dato all’aeroporto di Lamezia Terme, quelle tre 333/*****338, 338/****577, 338/****583. Lei ha fatto verifica anche su questi numeri?
Ziino: Sì, con la stessa modalità queste schede sono state anche attivate.
Avv. Prioreschi: Mi vuole dire se uno di questi numeri è risultato essere intestato alla moglie di Fabiani?
Ziino: Non so il nome della moglie di Fabiani. Dico brevemente solo i nomi degli intestatari nel periodo: la scheda con utenza finale 577 è intestata a ***** Simona dal 1997 al 2001, poi dal 2002 al 2004 è stata intesta a **** Danuta Anna..
Avv. Prioreschi: Mi dice anche i luoghi di attivazione?
Ziino: Sì, la prima utenza telefonica 577, il primo attivato a Castenaso, Bologna, poi **** Danuta Anna presso Capodichino aeroporto di Napoli, poi **** Rumat, dal 2006 al 2008 attivata a Roma. La seconda utenza 583 finale, attivata a Novara dal 18.12.1999 al 10.05.2002 intestata a **** Alessio, e poi successivamente dal 28.12.2004 a tutt’oggi a **** Fabio, attivata a Torino. L’ultima utenza telefonica dovrebbe essere la 338 finale, è stata attivata dal 23.12.2002 al 30.3.2004 a San Marino intestato alla **** Telefoni. Quest’ultima utenza è stata riattivata il 27.07.2004 fino al 21.12.2008 dal punto vendita di Alessandria a nome di **** Barbara.
Avv. Prioreschi: Torniamo per un attimo al 583 finale, quindi, ho capito bene? Attiva dal 18.12.1999 al 10.05.2002, e poi questa scheda viene riattivata il 28.12.2004, quindi dal maggio 2002 al dicembre 2004 era un numero non attivo?
Ziino: Sì, dal tabulato Tim non risulta.

DEPOSIZIONE BRESCIANI.
PM Capuano: Ha mai attivato una scheda telefonica… (legge i numeri)
Bresciani: No il mio numero è 335…
PM Capuano: Conosce il negozio di via Petrarca?
Bresciani: Sì.
PM Capuano: Ha mai fatto attivazioni in quel negozio?
Bresciani: Io no, ma i miei familiari sì.
PM Capuano: Tra i suoi familiari qualcuno ha i numeri… (li legge)?
Bresciani: Che io sappia no.
Presidente Casoria: Da chi è composta la Sua famiglia?
Bresciani: Da me, mia moglie e i miei figli.
Presidente Casoria: Può andare.

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DEPOSIZIONE CORBELLI.
Corbelli: Alla fine di marzo 2000 sono entrato a far parte dell’azionariato del Napoli e ne sono uscito nel 2002.
PM Capuano: Che accordi intercorsero, e con chi, perché Lei diventasse presidente del Napoli?
Corbelli: Nel 2000 feci un contratto di acquisizione del 50% del Napoli calcio con Ferlaino. Il 6 luglio 2000 divenni presidente.
PM Capuano: Lei entrò insieme a Ferlaino?
Corbelli: Sì, in una gestione paritetica: io presidente, lui AD.
PM Capuano: Ferlaino la introdusse nel calcio?
Corbelli: Sì, io ero nella pallacanestro.
PM Capuano: In questa sua attività ha conosciuto Moggi?
Corbelli: Sì.
PM Capuano: Quando e come?
Corbelli: Mi è stato presentato da Ferlaino dopo una gara del 1999-2000, mi accompagnò a casa, qui a Napoli, di Moggi.
PM Capuano: Moggi dove lavorava?
Corbelli: Alla Juventus.
PM Capuano: Quando è datato l’incontro?
Corbelli: Aprile, più o meno.
PM Capuano: Cosa vi diceste?
Corbelli: Che era soddisfatto che arrivavano forze fresche per questa società, che era una risorsa importante per il calcio Italiano, che era un peccato che stesse in B perché era una risorsa importante.
PM Capuano: Le diede dei consigli?
Corbelli: Quella mattina fu un breve incontro, ce ne fu un altro a Monticiano il giorno dopo Pasqua, dove chiacchierammo a lungo.
PM Capuano: Cosa vi disse?
Corbelli: Parlammo di quello che poteva essere il mercato, dell’assunzione di un manager, di una collaborazione con Moggi.
PM Capuano: Che nomi vi fece?
Corbelli: Ora non ricordo se quel giorno, ma in questi incontri venne fuori il nome di Zeman.
PM Capuano: Il quel periodo il Napoli dove era?
Corbelli: In quel momento era in B e stava concorrendo per venire in A, al termine del campionato fu promosso.
PM Capuano: Quindi nell’estate del 2000 divenne Presidente?
Corbelli: Sì.
PM Capuano: Come direttore sportivo?
Corbelli: A fine aprile assumemmo Pavarese dal Torino.
PM Capuano: Da chi vi venne consigliato?
Corbelli: Dalle riunioni con Moggi e Ferlaino venne fuori il suo nome, che era una vecchia conoscenza di Ferlaino.
PM Capuano: Dopo il campionato ha più visto Moggi?
Corbelli: Sì, per un breve periodo gli incontri erano con Alessandro che aveva accettato una collaborazione con noi.
PM Capuano: Luciano vi fece dei nomi che poi acquistaste?
Corbelli: Sì, Amoruso e Pecchia che entrò nello stesso accordo.
PM Capuano: Vi parlò di Fresi?
Corbelli: Fresi era di Alessandro Moggi e nella costruzione della squadra, di cui si occupavano Fusco Pavarese, e Moggi come consulente di mercato, proponevano i calciatori ma l’ultima decisione spettava a noi due.
PM Capuano: Ne parlaste anche con Moggi di Fresi?
Corbelli: Non ricordo, ma fu proposto certamente da Alessandro.
Contestazione del PM: Lei a novembre 2010 ha dichiarato che fu Luciano Moggi a consigliare Fresi.
Corbelli: Io oggi non ricordo se Luciano forzò per l’acquisto di Fresi ma ricordo bene che Alessandro lo consigliò.
Presidente Casoria: Il PM Le ha fatto una contestazione ben precisa.
Corbelli: Io dico che con Luciano si è parlato spesso della costruzione della squadra. Dopo l’anno con noi, Fresi andò al Bologna e poi terminò la carriera alla Juventus.
PM Capuano: E il nome di Zeman?
Corbelli: Se ne parlò spesso, poi un giorno mi chiamarono per andare a Roma dove, quella sera, io diedi solo un parere per l’impatto economico. La scelta tecnica era già stata fatta da altri.
PM Capuano: Ci furono altri giocatori presi dalla Juve?
Corbelli: So solo quelli detti, oltre a Baccin.
PM Capuano: Lei e Ferlaino parlaste della influenza di Moggi sul Napoli?
Corbelli: Sì, ci fu una rottura con Alessandro Moggi in quanto ci fu una proposta prima fatta alla stampa di un giocatore uruguaiano, tale Pacheco, sul quale Ferlaino mise un veto assoluto in quanto la presenza dei giocatori legati ai Moggi era già troppa. Qualche giorno dopo Alessandro si dimise senza percepire compenso.
PM Capuano: Quindi Alessandro Moggi era sotto contratto?
Corbelli: Sì, era consulente di mercato.
PM Capuano: Come andò quel campionato?
Corbelli: Partì male, la squadra era tutta nuova, tanto che Ferlaino da subito voleva sostituire Zeman, già alla seconda giornata. Io mi opposi perché mi sembrava troppo presto.
PM Capuano: C’era un gruppo di calciatori contrario?
Corbelli: Sì, alcuni non erano contenti del lavoro pesante di Zeman, i senatori: Amoruso, Pecchia, Moriero. Io fermai l’esonero con la collaborazione di Fusco. Si andò avanti per altre tre gare, dopo il Perugia sia io che Fusco abbassammo la guardia e Zeman fu esonerato.
PM Capuano: Lei ha avuto dubbi sul comportamento Fresi?
Corbelli: Sì, in un paio di situazioni, a Verona vincevamo 1-0 poi entrò Fresi e perdemmo 2-1. Nella seconda, con il Brescia, al 90’ Fresi fece un fallo al limite dell’area dopo che Mondonico aveva raccomandato di non farlo per la presenza di Baggio e, infatti, da quella punizione venne l’1-1 che ci fece retrocedere.
PM Capuano: A fine stagione si interruppero i rapporti?
Corbelli: Sì, anche perchè se ne era andato anche l’addetto stampa Juliano, legato a Moggi. Ciò creò una frattura tra me e Ferlaino, perché lui voleva confermare Juliano. Ferlaino abbandonò il CDA e per due mesi ci fu un rapporto distaccato, con Pavarese che faceva da collante.
PM Capuano: I sospetti di cui parlava li ha avuti anche su partite della stagione precedente?
Corbelli: Direi di no.
PM Capuano: Contestazione: ha parlato di Cesena.
Corbelli: Sì, sì, scusi, Cesena-Napoli 2-2, il Cesena andò in vantaggio di 2 gol e il Napoli recuperò in trenta secondi. Ne parlai con Pavarese, che mi disse di non saperne niente.
PM Capuano: E Sampdoria-Napoli?
Corbelli: Io non c’ero, giocammo per 80 minuti in 11 contro 10 e ciò portò al Napoli dei vantaggi.
Presidente Casoria: Come giustificava Lei il potere di Moggi?
Corbelli: Certo per la sua esperienza, Ferlaino mi disse da subito che mi avrebbe dovuto far conoscere Moggi, che poteva dare buoni consigli.
Presidente Casoria: E perché Moggi avrebbe consigliato Zeman al Napoli? Per fare del male?
Corbelli: Io questo non l’ho mai detto, che Moggi volle Zeman al Napoli per fare del male al Napoli, ma al contrario. Credeva potesse fare bene al Napoli. Erano i senatori ad andare contro. Anche Totti a Roma a Ranieri ha detto: o te ne vai, o noi mercoledì non giochiamo.
Presidente Casoria: E per i giocatori come fa a dirlo?
Corbelli: Non l’ho detto nemmeno per i giocatori, solo per Fresi ho avuto dubbi, per lui, in due gare, lui ci ha fatto perdere le partite, e non sono mai stato querelato.
Il teste può andare.

..

DEPOSIZIONE MONTI FABIO (trascrizione integrale).
PM Capuano: Ha conosciuto Facchetti Giacinto?
Monti: Sì, occupandomi molto di Inter per il Corriere della Sera, avevo dei contatti anche quotidiani con Lui.
PM Capuano: Aveva un rapporto di amicizia?
Monti: Conoscendolo da tanti anni, anche prima che Lui diventasse presidente, è chiaro che ci conoscevamo molto bene.
PM Capuano: Ha avuto modo di ascoltare Facchetti parlare di avvenimenti del mondo del calcio?
Monti: Sì, sì, ovviamente sì.
PM Capuano: Le ha mai parlato di incontri con l’arbitro Nucini?
Monti: Dei rapporti con l’arbitro Nucini me ne ha parlato molto poco e in maniera molto sfumata, nel senso che aveva accennato alla possibilità che un arbitro parlasse  un po’ di questa situazione che Lui giudicava anomala e lo aveva detto anche pubblicamente più volte, e che era in attesa di capire se questo arbitro avesse intenzione di vuotare il sacco in maniera compiuta.
PM Capuano: Quali erano le anomalie che le rappresentava Facchetti?
Monti: Facchetti era convinto, ma lo diceva a me e lo diceva a molti altri, che ci fossero  all’interno di questo sistema delle anomalie.
PM Capuano: Delle anomalie relative a che? Noi non eravamo presenti quando Facchetti parlava…
Monti: Delle anomalie direi nel tipo della conduzione sia delle designazioni che di alcune decisioni che venivano prese in campo e fuori dal campo, in generale parlava di una tendenza a violare le regole, e questo lo ha detto anche in vari…
PM Capuano: Sì ma in relazione a quali società piuttosto che ad altre…
Monti: Era convinto che ci fosse, sostanzialmente, quello che poi è stato definito un “Sistema Moggi”, che questo esistesse anche a prescindere dalla Juve, sulla cui  forza Lui non ha mai dubitato.
PM Capuano: E questo sistema riguardava il mondo arbitrale?
Monti: Sì, sì, in particolare i rapporti con il mondo arbitrale, anche in generale proprio il tentativo di violare queste regole. Questa era la sua idea.
PM Capuano: E’ in grado di individuare un momento in cui Facchetti individuava la nascita di questo “sistema”?
Monti: Intanto c’era stato il campionato 1997–98 che aveva lasciato dei segni, e poi Lui  aveva individuato come spartiacque il 2002, per tutto quello che era successo nella parte finale  della stagione, nelle ultime partite, non nell’ultima partita in particolare. Erano successi alcuni episodi, tipo in Chievo-Inter, arbitrata da De Santis, con un rigore non dato a Ronaldo. Però, al di là dell’episodio specifico c’era la convinzione da parte di Facchetti che ci fosse, sostanzialmente, una convinzione a cui mancava una prova provata, che vi fosse un sistema che non garantiva la regolarità del campionato.
PM Capuano: Le ha fatto mai il nome di Fabiani?
Monti: Siccome Lui era convinto che questo sistema prescindesse dalla Juventus, società specifica, era molto attento anche a quello che succedeva nei confronti del Messina, che era una società, secondo Lui, in questo tipo di orbita. E, quindi, mi parlò insistentemente di Fabiani.
PM Capuano: Le fece poi il nome di alcuni arbitri?
Monti: Sì, era convinto, sostanzialmente, che la figura centrale fosse quella di De Santis, aveva maturato questa convinzione.
PM Capuano: Ricorda il nome di qualche arbitro che Le fece Facchetti?
Monti: Per esempio Lui era molto concentrato sull’arbitro Pellegrino, tanto è vero che in occasione di un Inter-Juventus, giusto di sette anni fa, Lui in pubblico, dopo che questa partita era finita ai supplementari e poi ai rigori, con la vittoria della Juve, siccome Lui era diventato presidente da un mese, aveva detto in pubblico, è su tutti i giornali, “Io non ho la pazienza del dottor Moratti e vedrete che qui questa storia finirà”.
PM Capuano: Per sollecitare la memoria del teste: Lei fa anche il nome, a pagina 2 del verbale di SIT del 3 maggio 2010, Lei dice “Sempre secondo Giacinto Facchetti gli arbitri che facevano parte di questa cupola erano De Santis, Palanca, Gabriele, Bertini anche se in parte, Trefoloni, Racalbuto e Pellegrino”.
Monti: Sì, sì, confermo, mi pare che questa fosse la sua idea.
PM Capuano: Parla anche di Nucini tra questi arbitri?
Monti: No, di Nucini non aveva parlato in particolare, mi pare che Lui su Nucini avesse un’idea un po’… non riusciva a decifrare bene il personaggio, insomma.
PM Capuano: Per quanto riguarda l’arbitro Racalbuto che cosa Le disse?
Monti: Lui su Racalbuto, all’inizio, era molto conciliante all’inizio, lo vedeva di buon occhio, poi  mi pare, invece, in occasione di una partita con il Chievo, del marzo 2003, cambiò totalmente opinione.
PM Capuano: Perché, cosa successe?
Monti: Successe che ci fu un’espulsione di Okan, un rigore a favore del Chievo per un mani non chiarissimo ma, soprattutto, per un atteggiamento che l’arbitro ha tenuto poi in campo con i giocatori dell’Inter.
PM Capuano: Relativamente al campionato 2004-205 viene fatto riferimento all’arbitro De Santis e all’attegiamento che aveva nei confronti della Juventus?
Monti: Sì, mi pare, adesso non ricordo l’episodio specifico di quel campionato, però un po’ il quadro era quello che avevo detto prima e non era certo cambiato in quel campionato lì.
PM Capuano: Presidente, io per sollecitare la memoria del teste, a pagina 3 (del verbale, ndr) Lei riferisce: “Quanto all’arbitro De Santis è vero che nel nostro ambiente giornalistico venne colto come un cambiamento di atteggiamento dell’arbitro stesso nel corso del campionato 2004-05, in particolare in occasione dell’incontro Parma-Juve. Io adesso non riesco a ricordare esattamente la fonte della notizia ma ricordo invece molto bene che nel nostro ambiente  giornalistico venne raccontato che l’arbitro De Santis, negli spogliatoi juventini, parlando direttamente con i calciatori juventini, pronunciò più o meno esattamente questa frase “Adesso basta, non contate più su di me”.
Monti: Sì, confermo questa cosa.
Avv. Prioreschi: Conferma le voci e le chiacchiere non…
Avv. Morescanti: Non c’è limite, vivaddio, facciamo un processo serio!
Opposizione di tutti gli avvocati.
PM Capuano: Presidente non ho altre domande.

Avv. Morescanti: Queste notizie il signor Facchetti in quali occasioni gliele ha riferite?
Monti: In varie occasioni.
Avv. Morescanti: E mentre riferiva queste cose diceva “Me l’ha detto questo, me l’ha detto quest’altro…”, o erano ipotesi che faceva Facchetti in base a filmati che vedeva, di partite… come faceva Facchetti a sapere queste cose?
Monti: Evidentemente aveva le sue fonti.
Avv. Morescanti: Non gliele ha mai riferite Facchetti queste fonti?
Monti: No, le fonti non me le ha mai riferite.
Contestazione dell’avvocato Prioreschi: No, scusi, allora facciamo una contestazione, cominciamo a chiarire… procedo a contestazione: All’inizio del suo verbale del 3 maggio 2010 , ore 11.00, davanti ai pm Narducci e Capuano “Devo precisare che non si trattava neppure di confidenze che Giacinto Facchetti faceva in modo riservato a me, ma di considerazioni che avvenivano anche in presenza di altri miei colleghi giornalisti in tante situazioni che non esito a definire pubbliche”. Quindi, tutte  queste interlocuzioni che Lei ha con Facchetti, sia in privato che in occasioni pubbliche, cosa erano? Chiacchierate su ipotesi? Considerazioni, si commentavano gli episodi?
Monti: Si commentavano gli episodi, si facevano questi tipi di…
Presidente Casoria: L’avvocato dice che Lei adesso adombra che ci siamo delle fonti non conosciute ma che ci siano le fonti… non c’erano fonti, sono opinioni, insomma.
Monti: Queste erano considerazioni che Lui faceva, interpretazione degli eventi…
Durissima contestazione di tutti gli avvocati. C’è caos in aula e sovrapposizione delle voci. Si sente borbottare e Bergamo dire “Ma sono considerazioni!”, il Presidente Casoria bonariamente dice “Lo cacciamo a Bergamo…”,  Bergamo “Ma facciamo le cose serie”, Casoria “Silenzio Bergamooo…”, Bergamo “Ha ragione, mi mandi via è meglio”, Casoria “E allora se ne vada, avanti”. Paolo Bergamo lascia l’aula urlando: “Non è una cosa seria!“. Il Pm Capuano chiede che venga verbalizzato l’accaduto e la Casoria dice “Che verbale… se ne è andato. Ha detto che non è una cosa seria. E’ registrato, abbiamo la stenotipia.”.

Avv: Gallinelli: Innanzitutto Le volevo chiedere se si è presentato spontaneamente o se è stato convocato quando è stato sentito in data 3 maggio 2010.
Monti: Mi è stato chiesto se volevo presentarmi e mi sono presentato.
Avv: Gallinelli: Lei era mai stato sentito in precedenza su questa indagine dai carabinieri?
Monti: Assolutamente.
Avv: Gallinelli: Mai sentito. Lei quando ricevette queste confidenze da Facchetti ritenne di informare qualcuno? Scrisse degli articoli?
Monti: Alcuni articoli sono stati scritti, a volte erano cose pubbliche, a volte no, anche conversazioni così…
Avv: Gallinelli: Con riferimento a Massimo De Santis Lei scrisse qualche articolo?
Monti: Che subito dopo la partita ci fu una vibrante protesta da parte dell’Inter in quel momento, Facchetti non era neanche il presidente, è su tutti i giornali.
Avv: Gallinelli: Facchetti Le disse se era stato convocato, se si presentò alla Procura di Milano per denunciare questi fatti?
Monti: No, questo non me lo ha mai detto.
Avv: Gallinelli: Le disse se fece degli accertamenti personali?
Monti: No.
Avv: Gallinelli: Ed allora Le contesto che Lei, proprio la prima pagina del verbale, disse “Ma poi  Facchetti stesso era ormai impegnato in un suo lavoro di approfondimento personale”. Può spiegare meglio al tribunale in cosa consisteva questo lavoro di approfondimento personale? Da chi e dove stava cercando di capire? Faceva indagini personali?
Monti: Non so cosa intendiamo con indagini personali, certamente stava…
Giudice Casoria: In che consisteva questo approfondimento?
Monti: Stava cercando di capire da vari elementi che io non posso conoscere, perché a me non li ha detti, che cosa stesse capitando. D’altra parte se Voi andate a leggere quello che disse una volta il presidente Moratti, disse “Ci trovavamo di fronte ad un muro oltre il quale non si riusciva ad andare”. Questo era considerato da parte loro, non da parte mia.
Giudice Casoria: Lei come giornalista non chiedeva chiarimenti a Facchetti?
Monti: Chiedevo sì, ma le cose stavano davanti agli occhi di tutti, perché qui le cose si vogliono fare complicate…
Avv: Gallinelli: No, chiedo scusa, qui siamo davanti agli occhi e alle orecchie del tribunale, per cortesia.
Giudice Casoria: Qui non stiamo facendo commenti sportivi. Lei è tifoso dell’Inter?
Monti: No, non sono tifoso…
Il pubblico in sala rumoreggia e si sente un coro di “Come no?”. Le risate si sprecano.
Giudice Casoria: Lei dice “sono sotto gli occhi di tutti”… adesso Le stanno chiedendo: l’approfondimento personale che stava facendo Facchetti in che cosa doveva consistere? Deve rispondere adesso a questa domanda. Lei ha detto che c’era questo rapporto di confidenza.
Monti: Nel caso specifico non so se Lui andava di notte a spiare un arbitro oppure no, io questo non lo so, non posso saperlo, resta il fatto che Lui stava cercando di capire che cosa stesse accadendo.
Avv: Gallinelli: Dottor Monti, Lei conosce il dottor Moratti? Il dottor Moratti era a conoscenza di questi approfondimenti personali che stava svolgendo Facchetti?
Monti: Credo di sì.
Avv: Gallinelli: Era a conoscenza sì, o no?
Monti: Credo proprio di sì, essendo stata affidata a Facchetti la presidenza dell’Inter…
Avv: Gallinelli: Venne presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Milano su questi fatti?
Monti: Io so che, da quello che ho letto…
Avv: Gallinelli: Lei ha conoscenza di questo fatto, se riferitoLe da Moratti o da Facchetti, se venne formalmente presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Milano?
Monti: Io conoscenza diretta no. Conoscenza indiretta sì.
Avv: Gallinelli: Da parte di chi? Da parte di chi?
Monti: Perché si venne a sapere attraverso il Tribunale di Milano.
Presidente Casoria: Lei da chi l’ha saputo?
Monti: Da notizie che giravano, perché nel nostro giornale c’è anche chi si occupa dei fatti del tribunale di Milano.
Avv: Gallinelli: È a conoscenza che Nucini venne sentito dalla dottoressa Boccassini?
Monti: Sì, sì, di questo sono a conoscenza. La cosa emerse dieci mesi dopo, che Lui, sostanzialmente, non disse nulla.
Avv: Gallinelli: E’ a conoscenza, dopo questa audizione, dei successivi rapporti tra Nucini e Facchetti? I rapporti cambiarono dopo questa audizione?
Monti: Le ripeto quello che ho detto prima, su Nucini Facchetti non aveva una idea chiarissima, non capiva bene, anche perché la figura di Nucini nell’ambito arbitrale è una figura abbastanza anomala, perché arbitrava pochissime partite e non usciva mai dall’organico della CAN
Avv: Gallinelli: Questo poi lo vedremo quando sentiremo Nucini. Lei è tifoso dell’Inter ha detto, e conosceva Nucini,  è a conoscenza del fatto che successivamente a questa audizione da parte della Boccassini…
Opposizione del PM: Presidente, non è corretto l’inizio della frase, tifoso dell’Inter, solo questo… non so se lo ha sentito…
Avv: Gallinelli: E’ a conoscenza che nell’anno 2004 Nucini fece il quarto uomo per 4 volte nelle gare dell’Inter?
Monti: Quello è su tutti i giornali. Sì, lo sapevano tutti.
Avv. Gallinelli: Sa che Nucini arbitrò Inter-Udinese?
Monti: Sì.
Avv. Gallinelli: Sa che ci sono contestazioni sulla mancata espulsione di Di Biagio?
Monti: Sì.
Avv. Gallinelli: Scrisse qualcosa sul suo giornale a proposito di questa mancata espulsione?
Monti: Sicuramente sì.
Avv. Gallinelli: Cosa scrisse? Criticò il comportamento arbitrale di Nucini?
Monti: Sì, si scrisse.
Avv. Gallinelli: No ‘si scrisse’, sto chiedendo a Lei, come commentò questo episodio?
Monti: Nel dettaglio non mi ricordo, sono passati alcuni anni… non ricordo.
Avv. Gallinelli: E sull’opportunità che un arbitro, che aveva rapporti extracalcistici con Facchetti, arbitrasse l’Inter lo aveva fatto presente a Facchetti?
Monti: No.
Avv. Gallinelli: E’ a conoscenza che non è l’arbitro ma il quarto uomo che si reca negli spogliatoi a fare l’appello dei giocatori?
Monti: Sì, tranne in alcuni casi… a volte lo fa anche l’arbitro, come successe in un Inter-Juventus…
Avv. Gallinelli: E quindi come interpretò queste confidenze di Facchetti secondo le quali… Lei ha fatto riferimento a Parma-Juventus, Lei era negli spogliatoi della partita Parma-Juventus?
Monti: Non ero assolutamente negli spogliatoi, non ero neanche in tribuna.
Avv. Gallinelli: E’ a conoscenza che in quella partita entrò il quarto uomo a fare l’appello e non l’arbitro De Santis?
Monti: No, non sono a conoscenza di questo fatto.
Avv. Prioreschi: Presidente, devo fare una contestazione: Lei rispondendo al Pm ha fatto l’elenco degli arbitri che secondo Facchetti facevano parte di questa ipotetica cupola, e parto da quell’inciso che Le ha letto il Pm “Sempre secondo Giacinto Facchetti gli arbitri che facevano parte di questa cupola erano De Santis, Palanca, Gabriele, Bertini anche se in parte, Racalbuto, Trefoloni e Pellegrino”, poi Lei prosegue “Anche Danilo Nucini faceva parte di questo gruppo, ma con un ruolo assolutamente particolare perché per lo più Nucini arbitrava quasi sempre in serie B e solo in poche circostanza incontri di serie A. In altri termini era come se Nucini fosse arbitro da utilizzare non con la stessa continuità di altri, ma soprattutto in determinati momenti ritenuti più opportuni da questo gruppo, visto che la carriera dell’arbitro bergamasco non era poi così brillante come quella di altri”Quindi Facchetti Le disse che Nucini faceva parte della cupola?
Monti: Confermo tutto quello che è stato detto, ed è quello che ho spiegato prima sul fatto che arbitrasse poche partite ed era sempre nell’organico della Can.
Avv. Prioreschi: Però prima Lei aveva detto che Facchetti su Nucini aveva un’idea particolare, non ci aveva detto che Facchetti Le aveva detto che faceva parte della cupola.

Presidente Casoria: Non ho capito quell’inciso “Bertini almeno in parte”. Perché in parte sì ed in parte no?
Monti: Perché secondo Facchetti era una cosa non compiuta.
Presidente Casoria: In che termini, scusi.
Monti: In che termini bisogna chiederlo a Lui, insomma, se si potesse…
Presidente Casoria: Eh beh, le sedute spiritiche ancora non sono ammesse dall’ordinamento.

Avv. Mungiello, difesa Racalbuto: Nel verbale del 3 maggio 2010 Lei dice che Facchetti aveva avuto delle esitazioni ad accettare che Racalbuto facesse parte della cupola, anche in relazione al lutto che lo aveva colpito. Sa che lutto?
Monti: Aveva perso un figlio.
Avv. Mungiello: Lei ha anche detto che Racalbuto, nella partita Chievo-Inter, avrebbe avvantaggiato i giocatori dell’Inter non ammonendoli in qualche occasione.
Monti: Dopo che erano successi i fatti di cui abbiamo detto prima. quelli dell’espulsione di un giocatore dell’Inter.
Avv. Mungiello: Però Lei dice che il signor Racalbuto non avrebbe adottato dei provvedimenti disciplinari nei confronti di alcuni giocatori, presumibilmente dell’Inter che si sentiva in quel momento, perdeva 2-1… Possiamo dire che fu un arbitraggio a favore dell’Inter?
Monti: Possiamo dire che è un arbitraggio non all’altezza.

PM Capuano fa presente che aveva citato i testi Zamparini, Facchetti e Nucini i quali si sono impegnati a venire l’8 marzo, ma sia l’avvocato Morescanti che altri avvocati fanno presente i loro impegni per quella data. La Presidente Casoria, allora, fissa l’udienza per il 15 marzo e il PM risponde che i suoi testi avevano dato la disponibilità per l’8, non sa se il 15 sono impegnati.
Presidente Casoria: E si disimpegnano!

Vi diamo appuntamento al 15 marzo per conoscere le testimonianze degli assenti ed analizzare con voi queto processo che sembra essere sempre più vicino alla conclusione

(Fonte trascrizioni: www.ju29ro.com)

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