Non sono bastati 18 punti di margine all’Italia per avere vita facile nel finale di gara contro la pur modesta Finlandia: trascinati da un ispirato Rannikko e dal giovane talento Salin, gli Scandinavi ci fanno sudare le proverbiali sette camicie, costringendoci ad un ultimo minuto thrilling deciso dalla freddezza di Belinelli e da qualche gestione confusionaria dell’attacco avversario.
Partenza con il freno a mano tirato per gli azzurri di Pianigiani, che deve quasi subito alzarsi dalla panchina per strigliare la squadra: Finlandia avanti 10-3, con il gioco italiano troppo incentrato su Bargnani, raddoppiato costantemente nel pitturato e obbligato a girare altrove. Nel giorno in cui Il Mago ritrova la vena realizzativa dal perimetro (3/5 dalla lunga distanza), è il gioco interno a mancare in maniera sin troppo palese.
I finlandesi blindano l’area e, complici cali di tensione e di intensità fisica e mentale, i nostri lunghi faticano più del dovuto sia in fase di attacco, che soprattutto a rimbalzo su entrambi i lati del campo.
Bargnani chiude in ogni caso il primo quarto a 11 punti, mentre manca totalmente l’apporto di Belinelli, fermo a quota zero e prigioniero dei suoi atavici problemi di gestione dei possessi: palle perse, forzature, rallentamento del gioco e difesa troppo spesso assente. Ciò nonostante, l’Italia mette la freccia, affianca e poi sorpassa, sfruttando i tanti liberi concessi: l’Italia metterà a referto ben 37 liberi tentati (di cui 32 realizzati), con i nostri NBA costantemente in lunetta.
Nel secondo quarto Belinelli inizia la lenta cavalcata che lo porterà addirittura ad essere protagonista: Pianigiani sceglie Giachetti nei momenti più importanti, mentre Angelo Gigli lascia il posto per tutto il resto della partita al duo Mancinelli-Ress, con il senese che si fa notare per una spettacolare stoppata su contropiede lanciato di Rannikko.
In breve tempo l’Italia dà l’impressione di poter dilagare e prendere il controllo delle operazioni: con Giachetti in sala comandi e Mordente e Mancinelli a dare difesa e intensità, Bargnani e Belinelli possono prendersi le responsabilità maggiori in ambito realizzativo, guidando un parziale che ci manda fino a +18.
Ma come già successo con Israele, l’Italia spegne di schianto la luce e subisce una rimonta da 29 punti concessi nel terzo quarto: Rannikko e Salin bombardano dall’arco, Kotti fornisce punti e rimbalzi e il nostro attacco improvvisamente cessa di produrre azioni di gioco fluide e si affida costantemente al pick and roll sul portatore di palla.
Un paio di forzature di Giachetti, qualche errore di troppo di Bargnani e Belinelli e la scarsa lucidità al tiro da fuori di Mordente e Carraretto (pur con buoni tiri con spazio) fanno da contraltare ad una Finlandia che corre e sorprende: le rotazioni difensive sul pick and roll sono ancora un problema, gli aiuti dal lato debole non arrivano e Pianigiani deve sgolarsi per cercare di produrre una reazione tangibile ad un momento di chiara ed evidente difficoltà. Gli azzurri camminano, la transizione difensiva è pressochè assente e ciò permette ai Finlandesi di rimontare fino al -2, con Huff e Lee (pur pescati spesso in infrazioni di passi piuttosto banali) a mettere in mostra le proprie doti atletiche.
Si entra nell’ultimo quarto con il cuore in gola: Bargnani è impreciso, viene portato fuori dall’area e a rimbalzo in attacco la sua assenza si fa sentire, abbandonando al solo Mancinelli il compito di provarci. Tutte le iniziative passano per le mani di Marco Belinelli: l’ex Raptor prova a caricarsi la squadra sulle spalle, forzando parecchie conclusioni, alcune viziate da contatti al limite, altre troppo fuori dagli schemi.
Anche la Finlandia rallenta la pressione e il punteggio rimane in continua altalena tra il +1 Italia e il +1 Finlandia: ultimo minuto in cui ancora una volta è Jacopo Giachetti a gestire le sorti del nostro attacco. Il play della Lottomatica però forza una conclusione andando contro la difesa schierata, dando ai Finlandesi la palla per allungare e per spedirci a distanza: proprio nel momento di maggior bisogno però, Kotti è fuori per falli, Rannikko si schianta contro i marcatori e Mancinelli si produce in una pirotecnica stoppata su un avversario ormai lanciato verso un comodo layup.
L’equilibrio si rompe anche con un piccolo aiutino arbitrale: Belinelli, nel cercare il pallone, colpisce inavvertitamente Rannikko al volto, in prossimità degli occhi ed è lo stesso azzurro a raccogliere la sfera e a gestire il vantaggio. Con l’Italia avanti, il fallo sistematico diventa un esercizio di freddezza e tecnica di tiro libero: Bargnani fa 2/4, mentre Belinelli puntella con sicurezza il margine sul +2 Italia, con 10 secondi sul cronometro per la Finlandia per cercare un tiro almeno per la parità.
Possesso decisivo e si sveglia l’orgoglio italiano: difesa alla morte, con Giachetti che non dà respiro, Rannikko raddoppiato e Huff e Lee che si palleggiano sui piedi. Dalla confusione totale finlandese non esce, per nostra fortuna, un tiro verso il canestro: è vittoria Italia, all’ultimo respiro, con tutti i giocatori ad esultare al centro del campo.
Vittoria che ci regala il girone di ripescaggio, dal momento che la vittoria larga di Israele in Lettonia fuga quasi ogni dubbio sulle ultime residue speranze di secondo posto.
Si chiude a Bari contro il Montenegro, sperando di cancellare la non indimenticabile prestazione odierna e di migliorare quei difetti che contro avversari più quotati della piccola Finlandia potrebbero rivelarsi veri e propri baratri sui nostri destini.
Tabellino:
Finlandia – Italia 83-85
Fin:
Rannikko 22, Huff 16, Salin 16, Kotti 13, Lee 10, Kanervo 3, Makalainen 2, Muurinen 1, Koivisto, Nikkila, Lisalo, Virtanen.
Ita:
Bargnani 24, Belinelli 23, Carraretto 7, Giachetti 7, Mordente 7, Mancinelli 6, Maestranzi 5, Ress 4, Crosariol 2, Gigli, Aradori, Vitali n.e.
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