Il 1° marzo, presso il Tribunale di Napoli, si è tenuta l’ennesima udienza del processo sportivo più seguito dagli italiani.
Doveva essere un’udienza “piena” e molto lunga, visto che il tribunale aveva accolto la richiesta del PM di poter riascoltare ben 9 testimoni: Gianfelice Facchetti, figlio del defunto presidente interista, Fabio Monti, giornalista del CorSera, l’ex arbitro Nucini, il maresciallo Ziino, Bresciani Francesco, uomo di Napoli proprietario di alcune utenze intercettate, Zamparini, presidente del Palermo calcio, l’ex azionista di maggioranza del Napoli Corbelli, e gli ex dirigenti Baraldi e Minotti del Parma.
Nucini e Facchetti, adducendo varie scuse non erano presenti alla seduta. Saranno ascoltati il 15, alla ripresa dell’udienza.
Le prime testimonianze sono state degli ex dirigenti del Parma: si è parlato soprattutto dei rapporti che intercorrevano tra il Parma stesso e la Juventus, e nella fattispecie della cessione di Di Vaio e di una “scrittura privata tra le parti” per allungare i termini del pagamento che, a detta dei due, non era estranea a nessuna società seppur irregolare. Si è discusso anche di alcune affermazioni di Giraudo che, in prima lettura, sembrava minacciare il Parma, ma smontata dagli stessi e considerata dai due dirigenti come uno sfogo del dirigente bianconero al rifiuto di uno sconto sul prezzo del calciatore.
L’interrogatorio seguente del Maresciallo Ziino è stato a favore della difesa che è riuscita a dimostrare che alcune famose schede telefoniche non erano riconducibili agli attori principali di questo processo; è stata, poi, la volta dell’ex presidente del Napoli Corbelli che ha, ancora una volta, smontato l’ipotesi di un complotto contro il Napoli ordito da Moggi: questa la fase conclusiva dell’interrogatorio:
Presidente Casoria: E perché Moggi avrebbe consigliato Zeman al Napoli? Per fare del male?
Corbelli: Io questo non l’ho mai detto, che Moggi volle Zeman al Napoli per fare del male al Napoli, ma al contrario. Credeva potesse fare bene al Napoli. Erano i senatori ad andare contro. Anche Totti a Roma a Ranieri ha detto: o te ne vai, o noi mercoledì non giochiamo.
Presidente Casoria: E per i giocatori come fa a dirlo?
Corbelli: Non l’ho detto nemmeno per i giocatori, solo per Fresi ho avuto dubbi, per lui, in due gare, lui ci ha fatto perdere le partite, e non sono mai stato querelato.
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La fase più interessante del dibattimento è stata sicuramente quella riguardante il giornalista Monti, capo dei servizi sportivi del Corriere della Sera: quasi alla fine dell’ interrogatorio del PM Capuano (il titolare Narducci era assente, n.d.a.) è montata la rabbia dell’ex designatore Bergamo, che all’ennesima risposta evasiva del teste è scoppiato, quando Fabio Monti, ‘costretto’ dall’incalzante avvocato Prioreschi a confermare che quanto andava dicendo non era frutto di confidenze ma di considerazioni pubbliche, stile bar dello sport. E Bergamo allora ha ripetuto più volte “ma sono considerazioni, facciamo le cose serie”, mentre la presidente Casoria, minacciava di cacciarlo; lo stesso Bergamo ha ammesso che era meglio andarsene, e, con l’assenso del giudice, che lo sottraeva alle ire di un frustrato Capuano, che avrebbe voluto verbalizzare l’accaduto, si è allontanato dall’aula.
Ma non è stato il solo momento “particolare” della seduta: se ne ricordano almeno un altro paio. Il primo, quando ad una domanda diretta della presidente stessa: “Lei è tifoso dell’Inter?” il teste ha risposto:”No, non sono tifoso…” suscitando l’ilarità generale del pubblico e ironici cori di “Certo, come no…”, oppure quando lo stesso giornalista afferma che tra gli arbitri della Cupola vi sia Bertini ‘in parte’; ad un’altra domanda diretta, sempre della presidente, la risposta è stata: “In che termini bisogna chiederlo a Lui, insomma, se si potesse…” (il Lui in questione è il defunto presidente Facchetti, n.d.a.), ma la Casoria ha ribattuto prontamente e degna della migliore attrice comica: “Le sedute spiritiche non sono ancora ammesse dall’ordinamento”.
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Infine un siparietto al termine dell’udienza: l’avvocato Prioreschi ha chiesto di produrre due documenti: oltre all’elenco degli arbitri di A e B della stagione 2004-2005, ha chiesto di produrre uno stralcio dell’Almanacco Panini 2003; la Casoria lo ha confuso con l’album delle figurine; la risposta: “No, non quello delle figurine, presidè, non mi permetterei… oddio potremmo produrre pure le figurine qua perché tanto voglio dì, al punto in cui siamo…”
L’articolo, tornato alla ribalta delle cronache ieri, che riporta le parole di Bobo Vieri, a questo punto, fa pensare che Calciopoli non sia ancora finita. Sembra proprio che qualcosa (o qualcuno…) manchi all’appello.
Permettetemi infine una considerazione: stranamente il maggior quotidiano sportivo italiano, ieri, dedicava solo 5 righe al fatto che l’udienza avesse portato un punto favorevole alla difesa, concentrandosi poi su alcune parti che lasciano ai lettori una dubbia interpretazione… sarà di parte?
(cliccando qui potrete leggere le trascrizioni integrali dell’udienza)
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