Che contro l’Udinese per l’Inter non si sarebbe trattato di una passeggiata di salute lo si sapeva. E forse ci si poteva aspettare anche il primo stop della gestione Leonardo.
Perchè se contro il Genoa in Coppa Italia e contro il Cesena mercoledì la difesa aveva vacillato agli affondi di Boakye e Giaccherini, con tutto il rispetto si intende, poco o nulla Lucio e compagni hanno potuto fare per contenere Sanchez e Di Natale.
Il capitano friulano nonchè capocannoniere del campionato con 15 reti, è stato chiaro nel dopo-gara: ” Il Milan è superiore all’Inter. Decisamente, a San Siro contro di noi hanno avuto la forza ed il carattere di rimettere in piedi una gara che sembrava persa essendo sotto di due gol “. E non ha tutti i torti, perchè i nerazzurri nel secondo tempo sono arrivati raramente nell’area friulana, frastornati dalle continue sgroppate di Armero e Isla sulle fasce.
I problemi difensivi sono emersi soprattutto in occasione del primo e del terzo gol dell’Udinese: in entrambi i casi la difesa è salita troppo in fretta sugli sviluppi del corner avversario, lasciando però in gioco un giocatore, Zapata nell’1-1 e Domizzi nel 3-1.
L’insicurezza della difesa è sembrata essere causata dalla prestazione non brillante di Castellazzi, uno che fino a questo momento aveva fatto bene. Il portiere nerazzurro è stato protagonista di interventi piuttosto goffi, vedi il quasi autogol sulla svirgolata di Maicon, e non è riuscito ad accompagnare a dovere i movimenti di una difesa più che ballerina. Ma una giornata no ci può stare, soprattutto se devi sostituire uno che si chiama Julio Cesar.
Dai limiti difensivi si passa a quelli offensivi. Si, perchè la sconfitta di Udine ha evidenziato anche questo aspetto: quando non gira Eto’o, e non c’è Milito che da profondità alla squadra, non ci sono alternative valide.
Pandev, che nelle scorse stagioni con la maglia della Lazio era andato sempre in doppia cifra, è poco lucido e abulico, Biabiany impalpabile. Certo, gli attaccanti domenica, soprattutto nella ripresa, non sono stati messi nelle condizioni di poter offendere, ma le occasioni non se le sono neanche andate a cercare.
Dunque vistosa involuzione rispetto alle precedenti uscite. Che il presidente Massimo Moratti, oggi ospite a Coverciano al seminario dei giornalisti sportivi Il Calcio e Chi Lo Racconta, ha analizzato così: ” Può capitare, forse la squadra era un po’ stanca, ma ha giocato molto bene l’Udinese e questo bisogna accettarlo. Noi siamo partiti anche bene, forse la squadra ha avuto l’impressione di avere in mano la partita dopo il gol, poi però per come ha giocato l’Udinese non era facile per nessuna squadra, quindi do merito agli avversari “.
Già, gli avversari ai quali il presidente nerazzurro sta cercando di rubare il gioiello più prezioso, Alexis Sanchez. A gennaio? A giugno? Il d.s. dell’Udinese è sicuro: ” Vista la giovane età non c’è fretta di vendere il giocatore. Sicuramente col passare del tempo il suo valore aumenterà: continuiamo ancora a godercelo. Via a gennaio? Lo abbiamo già detto, pensiamo che non si muoverà, a meno che non arrivi un’offerta irrinunciabile. L’Inter era interessata e lo ha dimostrata con incontri ufficiali con il club, ma non c´è stata trattativa ” .
Ma Branca non sta lavorando solo per il mercato in entrata. E’ infatti praticamente fatto il passaggio in prestito di Muntari al Sunderland.
Intanto sembra slittare a giugno anche l’arrivo del 18 Luc Castaignos, punta del Feyenoord. Ma sia Branca che Moratti, come lo stesso Leonardo nel dopo-gara di domenica, hanno dichiarato che la società è in cerca di una punta: “Attaccante? È un po’ di tempo che stiamo guardando, vediamo quello che succede “, queste le parole del presidente, che a Coverciano è anche tornato a parlare di Benitez, prendendosi ogni responsabilità sulla scelta di cambiare: ” I calciatori sono persone serie, sono contento della loro professionalità, questo non toglie che quella è una decisione che ho preso io“.
Del tutto opposta la risposta ad una domanda su Mourinho: ” E’ il più grande allenatore che ho avuto, lavora tanto, ama il calcio e mi dispiace che in Italia non abbia avuto riconoscimenti “.
Ma non solo, il n.1 nerazzurro ha parlato anche di due argomenti sempre caldi in casa Inter: Calciopoli e Fair Play finanziario.
Per quanto riguarda lo scandalo, Moratti ha manifestato ancora la sua indignazione: ” Il fatto che l’Inter abbia vinto dopo Calciopoli dimostra quanto questa sia stata una vera truffa per il calcio italiano, una prova in più di quanto stava accadendo. Era frustrante quando dicevano che spendevo e non vincevo – ha continuato il presidente dell’Inter – Calciopoli è stata una cosa veramente volgare oltre ad una fregatura economica “.
Si potrebbe ribattere dicendo soltanto che quella Juve, la Juve non solo di Moggi ma anche di Buffon, Cannavaro, Vieira, Emerson, Ibrahimovic e Nedved, era imbattibile a prescindere da Calciopoli.
Capitolo Fair Play. Moratti si è espresso favorevolmente a riguardo: ” Quando Platini mi accennò del fair-play, per qualcuno sembrava che fosse una cosa contro di me. Io dico invece, finalmente, perchè quel giorno smetterò di mettere soldi tutti i giorni nel calcio. Mi auguro che il fair-play finanziario ci permetta di vivere il calcio in modo diverso “.
Mercoledi c’è il super-Napoli di Lavezzi e Cavani: partita non facile, soprattutto a 3 giorni da una bruciante sconfitta che ha consentito al Milan di tornare a +9.
E Leonardo il Napoli lo ha già battuto al suo esordio il 6 gennaio, quindi sa come si fa.
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