Francesco Totti e Claudio Ranieri. Uno, il primo è il simbolo di Roma, della romanità fatta persona. Il secondo è un testaccino Doc, mister ormai da 2 stagioni della squadra della sua città. Insomma, con 2 caratteri forti come i loro è normale che le scintille siano all’ordine del giorno.
Allora cerchiamo un pò di ricostruire questo rapporto, seguendo i momenti fondamentali di questa stagione.
Bayern Monaco-Roma
17 settembre Bayern Monaco-Roma. La Roma scende in campo difensiva, quasi volesse evitare la goleada. Finirà 2 a 0 per i tedeschi. Queste le parole di Totti a gara finita:
“Siamo ritornati al vecchio catenaccio – aveva detto il capitano – non abbiamo giocato a pallone, abbiamo pensato solo a difenderci. Giocando in questo modo mi sembra difficile poter vincere le partite”. Frasi pesanti, soprattutto in un momento delicato, tra risultati che non arrivano e società in vendita. Frasi a cui è seguito un faccia a faccia tra Totti e Ranieri. Il capitano ha così deciso di ammorbidire l’affare affidando i suoi pensieri a sito francescototti.com, senza però smentire nulla:
“Vorrei vedere la mia squadra giocare sempre a viso aperto contro tutti per onorare il nome e la grandezza di questa città. Il dialogo con il proprio allenatore è comunque giornaliero e costante. Ma con Ranieri si va anche oltre, è un rapporto decisamente stretto e vero: il nostro è un dna di romani e romanisti” francescototti.com
Glissa sull’argomento invece Ranieri “Non so nulla, non ho letto nulla, non voglio commentare”. Sorride nervoso. Gesticola e ha il volto tirato. “Le dichiarazioni di Totti? Situazioni come queste me ne sono capitate tante da quando faccio l’allenatore. Quello che ho da dire lo riferirò direttamente al giocatore… “, aggiunge con un ghigno che preannuncia un colloquio senza tanti convenevoli. Riflette amaro, prima di salire sull’aereo: «La partita l’avevamo impostata bene. Contro una grande squadra come il Bayern fino a undici minuti dalla fine eravamo riusciti a tenere botta. Se avessimo portato via il pareggio si sarebbe parlato di un’impresa, sarebbe stato un miracolo...».
Totti ha ribadito comunque il suo pensiero, secondo il quale la Roma dovrebbe giocare più avanti, che non può affrontare una partita di Champions League con un atteggiamento così passivo. «Possiamo pure perdere, ma giochiamocela» . Questa la sintesi del pensiero del capitano. Ranieri gli ha risposto che non era nei suoi piani mandare in campo una squadra così rinunciataria e che non intende trasmettere un atteggiamento passivo alla squadra. I due si sono scambiati il loro punto di vista, ribadendo alla fine di avere un obiettivo comune: aiutare la Roma.
Roma-Inter
Poco dopo arriverà l’Inter di Benitez all’Olimpico, che i giallorosso batteranno per 1 a 0 grazie al gol nei minuti finale di Vucinic. Anche qui però, il capitano giallorosso era stato sostituito alla mezzora della ripresa, e aveva lasciato capire chiaramente di non gradire il cambio uscendo dal campo senza passare per la panchina, e lasciando poi lo stadio a fine partita in anticipo rispetto ad altri compagni. «Domani a mente fredda sarà più tranquillo», aveva detto ieri Ranieri.
I due poi si sono chiariti. Totti avrebbe chiesto di sapere se il cambio aveva un valore tattico o fisico, dichiarandosi pronto fisicamente a completare ogni partita. Ranieri, da parte sua, avrebbe ribadito quanto detto ieri («mi serviva la velocità di Vucinic») e sottolineato di contare appieno sul numero 10 giallorosso
Il caso Totti era definitivamente chiuso? Il capitano giallorosso, “fuggito” dall’Olimpico dopo aver mal digerito la sostituzione con Vucinic, è stato tra i primi a fare il suo ingresso a Trigoria, dove ha avuto un chiarimento con il tecnico. «Non sono mai stato, non sono nè sarò mai un problema per la Roma», ha sentenziato il capitano dopo il faccia a faccia con il tecnico.
Era intervenuto anche Vincent Candelà in difesa del suo ex capitano: “Totti è un giocatore che sa adattarsi a qualunque compagno. Ranieri lo sta gestendo malissimo“ ha continuato poi “La situazione non è chiara: dalla società al tecnico fino ai giocatori. I giocatori hanno bisogno di essere guidati da società e allenatore per poter dare il meglio, in questo momento sembra che Ranieri non riesca a fare questo nel modo migliore“.
Sampdoria-Roma
Poi il tempo passa, fra alti e bassi. Arriva il 2011,e la Sampdoria, ormai bestia nera della squadra giallorossa. La Roma esce da Marassi con le ossa rotte. Cominciamo dal finale, ad alta tensione. Con la Roma sotto di un gol e a tempo ormai scaduto, Ranieri decide di far entrare Totti, l’escluso di lusso. Il capitano si sente preso in giro e sbotta: «Ma dai, la partita è finita!». Ranieri insiste: «Mi serve una tua giocata». Totti si toglie la tuta, ma il suo volto è tutto un programma. Si gira verso la panchina e ride: «Sta pe’ comincia’ la partita, famme sbriga’».
Un sorriso triste, amarissimo in uno stadio che pochi mesi fa gli aveva tributato una standing ovation. Il capitano entra, litiga con Palombo e torna di corsa negli spogliatoi al fischio finale. Cambio beffa? No, secondo Ranieri: «Ma quale mancanza di rispetto! Semmai il contrario. Ho sempre detto ai miei giocatori che bisogna lottare fino all’ultimo e anche io lo faccio». Totti, invece, ha preferito non parlare.
Così, dopo i 6 minuti di Rivera all’Atzeca, il 21 giugno del ’70 nella finale Brasile-Italia del mondiale messicano, ecco i 4 di Totti a Marassi, il 9 gennaio 2011. Identica e inutile mossa, stesso risultato: sconfitti gli azzurri e i giallorossi. Diversa solo la breve concessione. Addirittura solo 4 minuti per il romanista, quelli del recupero di una gara persa in modo sciagurato.
«Totti è al centro del mio progetto» la frase di Ranieri, prima di volare in Liguria, è a effetto. Nessuno abbocca, però. Per primo Francesco. Che incassa e rilancia. «Se gioco o non gioco, tanto è uguale… Sono triste, ma solo a Trigoria, non fuori».
Il capitano dà l’impressione di essere preparato al peggio. Ma non ne può più. «Non esiste la Roma senza di lui», avverte il tecnico. E nella circostanza non bluffa. Spazio a Totti proprio mentre il quarto uomo, Banti di Livorno, alza la lavagna luminosa del recupero. Impiego last minute. Assistiamo anche a questo. «Un atto di stima» dirà l’allenatore a partita conclusa. Sentiamo anche questo. Ranieri, insomma, usa l’ultima sostituzione solo in pieno recupero. L’asso probabilmente non gli esce prima dalla manica. O è l’orologio a fermarsi, se si giustifica così: «Credevo che mancasse di più». Errore su errore: rinuncia a mettere De Rossi mezz’ora prima per Greco ormai sfinito, opta tardi per Totti, già 12 reti in carriera alla Samp. Il capitano si scalda con gli altri, ma poi si prepara a tornare negli spogliatoi. Invece tocca a lui. Non ha i parastinchi, glieli portano. E’ l’uomo del recupero che però non ci sarà. Fa in tempo solo a discutere con Palombo per uno scontro in area avversaria.
Dopo la gara, non si sfoga in pubblico. Ma aspetta che intervenga la Sensi, parlando al tecnico. O suggerendo a Totti di lasciare la «triste» Trigoria: lo aspettano sia negli Usa che a Dubai. Montali prova a difenderlo: «Totti si sacrifica per la squadra con un lavoro encomiabile e si sta comportando in maniera esemplare. Anche Ranieri deve dare una mano, motivando continuamente i giocatori». Francesco resta in Liguria. Ma borbotta in faccia a chi gli chiede come è andata. «Bene, no?».
Ma i bookie stanno col Capitano
Totti o Ranieri, chi lascerà la Roma per primo? Non sembra correre buon sangue tra il tecnico e il capitano della società capitolina e i bookie esteri hanno aperto una scommessa su chi dei due sarà considerato il capro espiatorio del malumore nello spogliatoio giallorosso e sarà allontanato per primo. Dopo la scelta di Ranieri di far entrare Totti a quattro minuti dalla fine nella sfida con la Samp, l’esonero dell’allenatore testaccino si gioca a 1,20, mentre l’addio del capitano prima della partenza di Ranieri paga 4,20. (Fonte: Agicos)
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