Dal nostro corrispondente dal pianeta Milan Enrico Fraviga
Punto tecnico: dopo tre giornate il Milan di Allegri è già sotto accusa
Molte ombre e pochissime luci nell’opaca prestazione del Milan a San Siro con il Catania. In una giornata uggiosa da autunno inoltrato la squadra ha messo in evidenza tutti i limiti già emersi a Cesena e in Champions; il fatto più preoccupante sembra essere che Allegri non abbia in mano la squadra e non riesca ad imprimere le proprie idee calcistiche ad un gruppo forse abituato a un altro genere di allenatori.
Sabato sera per lunghi tratti la squadra era letteralmente spaccata in due; Ibra Inzaghi e Dinho non rientravano nemmeno oltre la metà campo permettendo al Catania lunghe fasi di possesso palla. Triste vedere Nesta sbracciarsi per richiamare gli attaccanti a maggiore impegno dopo l’ennesima folata del Catania. Nel calcio poche cose accadono per caso, e il gol di Capuano, che in altri contesti potrebbe essere visto come un tiro della domenica (vabbè del sabato), non è che la logica conseguenza di un modello di gioco che abbiamo già visto lo scorso anno: ogni volta che gli avversari recuperano palla hanno la libertà di impostare a loro piacimento e mettere le punte in condizione di sfidare uno contro uno la difesa; se ai tre davanti che abbiamo menzionato aggiungiamo un Seedorf con poca voglia e un Pirlo senza gamba l’unico valido intenditore rimaneva l’ottimo KP Boateng, che in effetti ha giocato da terzino, da interditore, da difensore, da mediano e da ala nella stessa partita (un record).
Analizzando i singoli saltano subito all’occhio problemi di non facile risoluzione: 1) Ibra non vuole altre punte al suo fianco; con Inzaghi si trovava 3 volte su 4 negli stessi 5 metri quadrati, con Pato si sente obbligato a triangolazioni, fraseggi e tocchi che di concreto hanno pochissimo. Non è un caso che la sua migliore mezzora nel Milan l’abbia tirata fuori dopo l’uscita di Pato con l’Auxerre; forse ieri sarebbe stato meglio lasciare Pippo in panca e inserire Robinho a destra, del quale però, le voci parlano di una condizione approssimativa che non arriva a 60 minuti nelle gambe. 2) Boateng è un uomo chiave in questa squadra e non dovrebbe più uscire, il centrocampo ideale, a mio parere, è composto da KPB, da Ambro e da Pirlo a patto che i due esterni d’attacco rientrino almeno a far finta di rallentare il gioco dei centrocampisti avversari, altrimenti questa squadra è destinata nel migliore dei casi a eguagliare il risultato della scorsa stagione 3) Zambrotta è ancora il miglior terzino del Milan, se sia un fatto positivo o negativo è materia di discussione 4) Abbiati è in condizione approssimativa e in un periodo di scarsissima reattività; il gol di Cesena era un segnale, quello di ieri una prova; Amelia ?
Insomma siamo alla terza giornata e la sensazione è che non si sia troppo distanti dal mandare al bar una stagione partita con ottime prospettive; se la squadra è con Allegri e c’è la voglia e il rispetto per il pubblico e per se stessi di sacrificarsi è il momento di dimostrarlo, se invece passa il concetto che i “grandi campioni che hanno vinto tutto” possono permettersi di correre poco… forse il problema è che nel Milan ce ne sono troppi.
Leave a Reply
You must be logged in to post a comment.