Basta l’ennesima prestazione monumentale di Kevin Durant e una prima frazione di gioco con la giusta intensità a consegnare agli USA di Mike Krzyzewski il biglietto per la finale mondiale.
DURANT TRASCINATORE: La Lituania si dimostra volenterosa ma incapace di opporre una difesa adeguata al numero 5 statunitense, capace di dominare contro qualunque avversario, sia dotato di maggiore fisicità come Linas Kleiza, sia più rapido come Jonas Maciulis: Javtokas ci mette i centimetri e l’energia per provare a contenere la verve a rimbalzo di un Lamar Odom incisivo e dentro lo spirito di una semifinale mondiale, ma i tiratori non trovano continuità, con Kalnietis e Pocius imprecisi e con Kleiza irriconoscibile a 1/11 dal campo.
Il primo quarto, dopo le schermaglie iniziali, è così tutto di marca USA, con grande pressione sui portatori di palla baltici e tentativo di inibire la costruzione dell’azione avversaria fin dalla metà campo: Iguodala è implacabile nei recuperi di palla (saranno ben 4 alla fine) e sulle ripartenze il signor Kevin Durant rasenta la perfezione e l’infallibilità. Sono ben 17 i punti di Durant nella prima frazione, frutto di un gioco offensivo incredibilmente completo, tra arresti e tiri, step back e triple, attacco al ferro, penetrazioni nel cuore dell’area avversaria e movimenti di un’eleganza sconvolgente in rapporto all’altezza del giocatore.
Sul +11 (23-12) USA, le premesse per un nuovo dominio a stelle e striscie sono confermate da un secondo quarto in cui Kleiza tenta invano di ritrovare la via del canestro, mentre il solo pilastro per le iniziative della Lituania si conferma Robertas Javtokas: il lungo metterà a referto 15 punti e 9 rimbalzi, inutili tuttavia per opporsi in maniera efficace al duo Oklahoma City Durant-Westbrook. Il play rimpiazza un irriconoscibile Derrick Rose (0/4 a tabellino) e continua sulla falsariga di quanto mostrato nel quarto di finale contro la Russia: sulle accelerazioni di Westbrook e sui canestri di Odom, gli USA arrivano al massimo vantaggio +14 (39-25), con Durant a chiudere il parziale con una bomba sul secondo assist di un ondivago Chauncey Billups. Il play dei Detroit Pistons gioca in stile scapoli vs ammogliati, lento e prevedibile, con tiri scriteriati completamente fuori dal gioco: la Lituania tenta di non arrendersi all’incedere americano, ma ogniqualvolta il punteggio entra in zona pericolo la palla arriva nelle mani di Kevin Durant.
Maciulis apre il terzo periodo con la tripla del -12, seguito a stretta misura da Kalnietis per il -10 Lituania, con gli USA costretti a chiamare timeout e a rivedere le proprie rotazioni difensive: nel momento di difficoltà, seppur lieve, tocca a Lamar Odom suonare la carica con due rimbalzi in attacco preziosissimi e il canestro, che lo porta a quota 11 punti, rimette gli USA sul +12 (52-40), prima che inizi l’atto secondo del monologo Kevin Durant. Tripla e poi jumper dalla media per arrivare a 29 punti e controbattere colpo su colpo al tentativo di rimonta che la Lituania costruisce sulla vena realizzativa della sua panchina: Delininkaitis conferma le buone giocate mostrate contro la Russia e Gecevicius colpisce dall’arco con due triple per 6 punti in 7 minuti totali di impiego.
Il canestro nel pitturato di un positivo Kevin Love chiude il terzo periodo sul 65-53, con la Lituania a fregiarsi di un +3 nel singolo parziale, mera illusione in vista di un ultimo quarto in cui gli USA fanno capire sin da subito chi è che comanda in campo.
Tocca ancora a Maciulis e Javtokas aprire il periodo, ma dopo l’unica tripla di Billups è ancora Kevin Durant a pigiare di continuo sul pedale dell’acceleratore: le giocate del leader dei Thunder sono da multa per eccesso di velocità e dopo 2′ di blackout realizzativo USA (con la Lituania incapace di approfittare), a 5’34 torna a segnare Durant, prima in sospensione appena fuori dall’area e poi con una penetrazione conclusa al ferro. La Lituania è alle corde e il margine per gli americani arriva vicino a quota 20: Durant infila un’altra tripla nella serata in cui per gli USA il dato dei tiri da 3 punti fa registrare un 8/25 ampiamente rivedibile e il successivo canestro che gli vale i 38 punti porta il punteggio sull’84-67.
Partita in ghiacciaia e Stati Uniti che mollano la presa sulla preda ormai catturata: la Lituania costruisce un mini parziale per salvare la faccia e terminare con un distacco nell’ordine della singola cifra, ma prima Westbrook e poi la tripla di Stephen Curry, entrato nel garbage time finale, siglano il +15 conclusivo a tabellone: è dunque 89-74 Stati Uniti, con Kevin Durant a quota 38 e ormai lanciato verso il titolo di MVP della competizione.
Per gli USA è finale, attendendo il verdetto di Serbia-Turchia, e l’impressione è che la squadra di coach K. ancora non abbia mostrato il suo vero potenziale: poche volte si era vista infatti una così grande dipendenza da un singolo giocatore per una selezione che annovera tra le sue fila fior di campioni e di stipendi stracolmi di zeri. Nemmeno la Lituania ha saputo costituire un banco di prova efficace per valutare le reali capacità della selezione NBA, messa in difficoltà solo dal Brasile nella partita in cui i ferri hanno negato per ben due volte a Huertas la gioia di un successo storico.
Se bloccando Durant saliranno in cattedra gli altri, allora non vi sarà alcun margine per l’altra finalista, dal momento che nè Serbia nè Turchia annoverano nel loro roster giocatori in grado di coprire tutte le stelle americane: se di contro chiudendo Durant lo spartito americano inizierà a produrre strofe stonate, allora soprattutto per Turkoglu e compagni potrebbe aprirsi uno spiraglio da sfruttare sino in fondo, perchè domani è la partita che vale il Mondiale.
Che la festa, dunque, abbia inizio e che vinca il migliore.
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