Potremmo dire: “Finalmente una partita”. Potremmo anche semplicemente riportare le cifre di un monumentale Luis Scola, con 37 punti e una partita giocata da leader in ogni secondo in cui è stato sul parquet. Di Brasile-Argentina come nelle grandi tradizioni si può dire tutto e il contrario di tutto, ma quel che è certo è che finalmente è stato grande spettacolo per gli amanti della pallacanestro.
SPETTACOLO SUDAMERICANO: Il Brasile a sorpresa lascia fuori Thiago Splitter dal quintetto, preferendo Giovannoni per costringere Scola a una marcatura più perimetrale e a caricarsi di falli contro un avversario più veloce. Di contro, la Seleccion recupera Fabricio Oberto, spostando Scola in ala grande nello scontro diretto con l’altro NBA Anderson Varejao.
Huertas inizia con una tripla la miglior partita della sua carriera, realizzando i primi 3 punti di un primo quarto che lo vedrà già in doppia cifra a quota 10, mentre Barbosa parte come al solito con grande slancio: nonostante i punti degli esterni, il Brasile non riesce a staccare l’Argentina di un ottimo Delfino, a segno con conclusioni ad alto tasso di spettacolarità, dell’energico Jasen e dello strepitoso Scola.
Dopo il pareggio a 25 del primo quarto, assistiamo a 2′ di stasi, fasi di studio o di rallentamento dopo le scintille del primo quarto: è ancora Huertas a rompere il silenzio, mentre Scola si esibisce in tutti i colpi caratteristici del suo repertorio. Nè Giovannoni nè Splitter riescono a contenerlo, Varejao sbraccia troppo e non è reattivo nei cambi di direzione e nel seguire l’uomo dopo il pick and roll e così Luis alterna il gioco in post con la consueta lezione di piede perno e conclusione nel pitturato, al tiro da fuori, precisissimo dai 5 metri e addirittura letale alla prima occasione al tiro dai 6.25.
Il Brasile risponde però colpo su colpo e i vantaggi delle rispettive squadre rimangono nell’ordine dei 2-4 punti: la tripla di Gutierrez piazza l’unico break sul +6, massimo vantaggio, ma 6 punti del solo Huertas (addirittura già a 18 punti all’intervallo) mandano le squadre al riposo sul +2 Brasile (46-48).
Tocca al Brasile mettere paura a inizio terzo quarto, con i primi segnali di vita offensiva di Anderson Varejao: l’ex compagno di LeBron James apre un 8-2 di parziale verdeoro che porta l’asticella del massimo vantaggio sul +7, dopo un canestro di un pur titubante Splitter, incapace di dominare sia contro Oberto che contro il pachidermico Gonzalez. Ma ancora una volta arriva subito la reazione argentina, con la tripla di Delfino, mai come oggi continuo nel realizzare dalla lunga distanza, a volte lunghissima, a ridare fiato alla tifoseria biancoceleste: i punti numero 23 e 24 di Scola riportano l’incontro ad una nuova incredibile parità, con le percentuali al tiro di entrambi i team superiori al 50% e tutto un ultimo quarto da vivere aggrappati ad ogni singolo possesso e ad ogni attimo fuggente di quei 24 secondi, pronti a cambiare il destino e il vincitore di questo grandissimo incontro.
66 pari a fine terzo quarto, con Huertas e Delfino a scambiarsi le ultime cortesie prima dell’ultimo decisivo parziale. Entrambe le squadre hanno problemi di falli: da un lato, Giovannoni ma soprattutto Barbosa sono costretti a guardarsi qualche minuto in più dalla panchina, con il giocatore prossimo a vestire la maglia Raptors che dopo un avvio strepitoso, con una serie di canestri da 3 tanto belli quanto complicati, si spegne e inizia a forzare senza cavar fuori un ragno dal buco. In maglia albiceleste invece sono Jasen e Oberto ad essere condizionati: solo apparentemente, dal momento che gli ultimi canestri su azione di Barbosa mandano il Brasile a +6 ed è un caricatissimo Jasen a prendersi la responsabilità di ricucire lo strappo. Il gregariato argentino funziona alla perfezione, pescando un’altra tripla di Gutierrez che manda in vantaggio la truppa di Hernandez (77-74): nel Brasile invece manca un terzo realizzatore credibile, con Barbosa e Huertas entrambi sopra quota 20, ma senza una opzione offensiva alternativa, con Varejao limitato nel gioco d’attacco e Splitter fuori partita.
Il gioco argentino torna a scorrere con l’ingresso di Prigioni, limitato dai falli, ma pur sempre capace di distribuire 8 assist e di gestire con razionalità ogni possesso: il timeout brasiliano non riesce nell’impresa di trovare una soluzione per fermare Luis Scola; nemmeno i raddoppi sono efficaci e l’ala degli Houston Rockets dà il +6 all’Argentina, 85-79 a 2’15 dalla fine. Ma nel Brasile c’è Marcelinho Huertas, inarrestabile, devastante al tiro da fuori: altro giro, altra bomba e la partita torna con un possesso di margine, con l’ottimo Jasen fuori per falli.
Ultimo minuto, ultimo giro di lancette, ma c’è ancora tempo per la giostra Luis Scola: prima da sotto e poi in jumper da fuori, +5 Argentina dopo una sanguinosa palla persa di un Barbosa che nei momenti decisivi finora ha sempre fallito l’appuntamento con il destino. 24” che decidono la partita: il Brasile va per il canestro rapido, ma l’Argentina impedisce il coast to coast a Huertas ed è così Thiago Splitter nel pitturato a realizzare il -3, ma bruciando 1o” sul cronometro che corre incessante.
14” e il Brasile non è in bonus: volano altri 7” per mandare Delfino in lunetta, con in mano le sorti dell’incontro. L’ex Raptor fa 2-2, chiudendo la gara che Huertas prova a riaprire galleggiando dopo un terzo tempo (!) dalla linea dei 3 punti: la palla incredibilmente entra dopo aver ballato sui ferri, ma il tempo è troppo poco per poter imbastire una nuova azione offensiva.
Scola manda a referto gli ultimi due liberi e la partita si chiude sul 93-89, con il lungo dei Rockets che termina con 37 punti, 13/19 da 2, 1/1 da 3 punti, 8/9 in lunetta aggiungendo anche 9 rimbalzi in 39′ di gioco; per il Brasile invece la prova monstre è di Huertas (6/8, 4/8 e 8/8), che con i suoi 32 punti in 39′ non è però bastato.
BRA: Huertas 32, Barbosa 20, Splitter 10, Machado 10
ARG: Scola 37, Delfino 20, Jasen 15
LITUANIA AI QUARTI: Sarà scontro Argentina-Lituania dunque, con i Baltici che faticano solo nella prima parte di gara per avere ragione di una Cina il cui leader Jianlian non va oltre 11 punti (in doppia doppia con 12 rimbalzi). La partenza a razzo cinese (+5 a termine primo quarto), viene rintuzzata dalle giocate di un Kleiza sempre più dominante: Andrea Bargnani potrà godersi le prestazioni spettacolari del suo futuro compagno di squadra in maglia Toronto Raptors e la Lituania si gode un secondo quarto da 26-18, con la Cina troppo dipendente dalle percentuali al tiro degli esterni Liu e Yue.
L’ex Lakers illude con qualche tripla nella prima fase di gara, ma nel secondo tempo scompare letteralmente dalla partita: Wang Zhi Zhi, lungo con buona propensione al tiro da fuori, è l’unico a mostrare le iniziative giuste per tentare di restare a galla, ma un po’ la sfortuna, un po’ i mezzi atletici limitati fanno sì che il centro cinese si schianti costantemente contro il muro baltico. Una terrificante stoppata di Robertas Javtokas è il sintomo che l’inerzia ormai è in mano alla Lituania e terzo e quarto periodo sono un monologo di Kleiza e compagni, bravi a gestire il rientro cinese a inizio quarto periodo, sull’onda di un Liu da 21 punti.
Finisce così 78-67 per la Lituania, pronta ad affrontare Scola ai quarti di finale: Kleiza arriva a quota 30, mandando un messaggio ai difensori argentini (con ogni probabilità toccherà a Jasen prendersi cura dell’ala lituana), mentre oltre ai 21 di Liu e alla doppia doppia di Yi, la Cina porta Wang in doppia cifra.
LIT: Kleiza 30, Gecevicius 14, Kalnietis 11
CHN: Liu 21, Yi 11, Wang Z. 11, Wang S. 10
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