Nel Tour de France 2010 la certezza è che non ci sono certezze.
La maglia gialla sembra essere una maledizione per chi la indossa e così dopo le crisi di Cancellara e Chavanel e la debacle di Armstrong tocca a Cadel Evans vestire i panni dello sconfitto di giornata: l’australiano si piega stravolto dalla fatica sin dalle prime rampe del Col de la Madeleine, salita Fuori categoria posta a 30km dal traguardo. Un crollo clamoroso, verticale e inesorabile, che ricorda l’incredibile disfatta al Giro d’Italia 2002, quando un Evans in rosa, in forza alla Mapei, non andò letteralmente più avanti nell’ascesa verso Folgaria, arrivando al traguardo con un quarto d’ora di ritardo e perdendo la maglia in favore di Paolo Savoldelli.
Per la verità, non è solo la testa di Evans a cadere: anzi, sembra un Tour in cui tra moglie e marito non bisogna proprio mettere il dito e in cui, per restare in tema, non c’è un terzo che gode tra i due litiganti. I due sono ovviamente Andy Schleck, nuova maglia gialla, ed Alberto Contador, i veri protagonisti di una tappa finalmente divertente, con distacchi importanti, con qualche colpo di scena e con un grande rimpianto per i colori azzurri, rimpianto che ancora una volta porta nome e cognome di Damiano Cunego.
Tappa con partenza da Morzine e arrivo a St. Jean de Maurienne, 204.5 km con ben 5 gran premi della montagna, di cui 2 di prima categoria e con il colosso Madeleine a fare da ciliegina sulla torta: vero e proprio tappone alpino dunque, con fuga iniziale di un capannello di corridori, alcuni in cerca di rivincite (Luis Leon Sanchez), alcuni per i punti GPM (Charteau e Jerome Pineau), altri per aiutare i rispettivi capitani (Voigt, Gutierrez e l’intramontabile Moreau). Sulla Colombiere sforzo supplementare per Damiano Cunego, che sente la possibilità di centrare la fuga giusta e riesce a ricongiungersi dopo un bell’inseguimento al gruppetto dei battistrada.
Il vantaggio cresce e dietro la corsa viene tenuta a bada dagli uomini BMC, in attesa del Col de la Madeleine: tra i battistrada iniziano a staccarsi i corridori più affaticati; tra questi il nostro Rinaldo Nocentini, in compagnia di Gutierrez, Pineau e Voigt. Rimangono in 5: Casar, Charteau, Moreau, Cunego e Sanchez.
Dietro, Contador e Schleck capiscono che il ritmo dei gregari di Evans è troppo basso e piazzano i loro compagni ad aumentare l’andatura: Paolo Tiralongo e lo spagnolo Navarro piazzano due tirate che fanno malissimo alle gambe di molti. I primi a cedere sono Wiggins, Kreuziger, Hesjedal ma soprattutto Cadel Evans.
L’australiano piomba in una crisi nerissima, viene sfilato da tantissimi corridori e vede allontanarsi solitari Contador e Schleck, con il lussemburghese vincitore a Morzine che per ben 4 volte con scatti secchi e decisi cerca di levarsi di ruota il rivale spagnolo. Nessuno riesce a tenere il loro ritmo e ad uno ad uno Leipheimer, Basso, Gesink e Menchov si staccano, mentre rimane a metà Samuel Sanchez, unico a dare l’impressione di poter contenere il divario dai battistrada scatenati.
Una volta compreso che nessuno dei due era in grado di staccare l’altro, i due leader trovano l’accordo e a cambi regolari imprimono un ritmo deciso, che fa aumentare esponenzialmente il divario sugli altri uomini di classifica o presunti tali.
Mentre ad uno ad uno i fuggitivi vengono ripresi, Evans è già con un ritardo che supera i 6 minuti, di Wiggins e Kreuziger non si hanno notizie e si formano due gruppetti, il primo dei quali trainato dal duo Rabobank Menchov-Gesink, il secondo con Lance Armstrong e Ivan Basso, oltre al belga Jurgen Van den Broeck, in cui nessuno riesce a dare un cambio all’italiano vincitore del Giro 2010.
Allo scollinamento del Col de la Madeleine, Evans ha un ritardo superiore ai 9′ dai battistrada, con Alberto Contador che si lancia in discesa per tentare in un colpo solo di aumentare il distacco sugli inseguitori e di riacciuffare all’ultimo respiro i fuggitivi, rimasti in 4 dopo la dipartita di Christophe Moreau.
Cunego è il più veloce, Casar l’opportunista, Sanchez con il killer instinct e con il vantaggio di non aver tirato nemmeno un metro grazie al lavoro dei suoi due gregari Moreau e Gutierrez: ma da dietro Schleck e Contador volano e a meno di un km dal traguardo, dopo il passaggio sotto il triangolo rosso avviene l’incredibile ricongiungimento, con Schleck che addirittura si porta al comando cercando in contropiede di anticipare la volata. Operazione fallita e sprint lanciato con Cunego in ottima posizione che però si lascia sorprendere da Sandy Casar, che ai 250m sfrutta l’arrivo con curva a sinistra e si impone a braccia alzate con il nostro Damiano che si deve accontentare di un terzo posto che sa più di rimpianto che di soddisfazione.
Samuel Sanchez molla nell’ultimo tratto e perde quasi 1 minuto, mentre è di poco inferiore ai 3′ il ritardo di Ivan Basso: abissale la disfatta di Evans, giunto a 8′ dal vincitore di tappa e ormai definitivamente estromesso dalla lotta per la Maglia gialla, che pare ormai ristretta a Schleck, che da domani potrà indossarla in corsa, e Contador.
Le Classifiche:
Tappa:
1. Sandy Casar – FDJ – 5h 38′ 10″
2. Luis Leon Sanchez – CEP – s.t.
3. Damiano Cunego – LAM – s.t.
4. Christophe Moreau – CEP – +2”
5. Anthony Charteau – BBT – s.t.
6. Alberto Contador – AST – s.t.
7. Andy Schleck – SAX – s.t.
8. Samuel Sanchex – ESK – +52”
9. Joaquin Rodriguez – KAT – +2’07”
10. Levi Leipheimer – RAD – s.t.
Generale:
1. Andy Schleck – SAX – 43h 35′ 41″
2. Alberto Contador – AST – +41”
3. Samuel Sanchez – ESK – +2’45”
4. Denis Menchov – RAB – +2’58”
5. Jurgen Van den Broeck – LOT – +3’31”
6. Levi Leipheimer – RAD – +3’59”
7. Robert Gesink – RAB – +4’22”
8. Luis Leon Sanchez – CEP – +4’41”
9. Joaquin Rodriguez – KAT – +5’08”
10. Ivan Basso – LIQ – +5’09”
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