Droga libera nello sport? Torri scoperchia un calderone
Ettore Torri è il procuratore capo dell’antidoping in Italia, e di cose ne ha viste parecchie.
È stato lui a occuparsi di Ivan Basso, Danilo Di Luca, Alessandro Petacchi e Riccardo Riccò, e non è un caso se proprio lui cita le ridicole giustificazioni di molti atleti pizzicati ai controlli, dalle ricette della nonna ai vari effetti collaterali.
E allora accettiamo di buon grado la sua provocazione: tanto vale liberalizzare la droga. Anche se – aggiunge – non si può fare solo perché arreca danni al fisico oltre ad aiutare nelle prestazioni.
Una vecchia diatriba, sulla quale sarebbe bene aprire un dibattito scevro da ogni retorica. È giusto lasciare che i ciclisti (ma anche gli altri sportivi) si droghino liberamente, visto che tanto lo fanno già tutti ed è quasi impossibile beccarli, o no?
Il vostro cronista pensa di no. E pensa anche che andrebbero squalificati a vita alla prima trasgressione. E anche con qualche giorno di carcere, in modo che la cosa resti loro ben impressa, magari accompagnati da una salatissima multa, visto che si sono anche resi responsabili di truffa.
La parola ai lettori.
Nella foto: Riccò e Piepoli
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